Ciao papà
9 Marzo 2025
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Ciao papà

Ho conosciuto Erri De Luca, poeta e scrittore, grazie a mio fratello Nunzio e da allora ne sono innamorata. Leggendo alcune sue poesie ho la sensazione, ogni volta, che le sue parole esprimano i miei pensieri. Magari riuscissi a farlo in quel modo ma la bellezza della scrittura e della poesia racchiude in sé questo dono: “far sentire tuo ciò che non è”.
Nella poesia “Il vassoio girevole”, scritta appunto dall’autore, il cuore si apre non solo ai ricordi ma al ritrovare un amore filiale resiliente e di rispetto che nessun “distacco” potrà mai cancellare. Racconta attraverso i suoi versi una scena di vita familiare, di un vassoio girevole posizionato al centro del tavolo con sale, olio, pepe, pane e aceto ed in questo modo suo padre, cieco, poteva “fare da solo”, senza interrompere le conversazioni a tavola. Un semplice vassoio di legno, simbolo di una vita quotidiana di condivisione e di autonomia. Un ricordo nei suoi versi fatto anche di tanto umorismo, quando scrive: “Al mercato si staccava dalla mamma e gli capitava di prendere sottobraccio una sconosciuta, facendola sobbalzare di paura. Lui pure trasaliva, più spaventato della signora. A casa ne rideva”.
È il ritratto di un uomo che affronta la perdita della vista con grazia e ironia. I versi che mi hanno commossa sono gli ultimi dove l’autore scrive: “Il vassoio di legno è ancora là, sulla tavola e gli do un tocco per farlo ruotare in senso antiorario. Non è un orologio che ritorna all’ora che vorrei. Solo con la scrittura posso”.
Questi versi mi hanno riportato alla memoria il mio papà, la nostra vita insieme, la nostra quotidianità. Non c’era un vassoio girevole nella sua stanza bensì un letto che lo teneva fermo ma che non ha mai fermato il suo cuore, il suo coraggio, la sua forza e l’accettazione completa di quello che era diventato. C’era questo letto e noi figli intorno. È stato anche invidiato, in senso buono, per questo. Qualche parente non si capacitava che nonostante la sua condizione, lui avesse sempre e comunque tutti intorno, continuando, in alcuni casi, a far sentire la sua autorevolezza di padre.
Per tanto tempo ho avuto paura di tirar fuori questa memoria perché temevo di rimanere chiusa in ricordi belli ma anche dolorosi che non mi dessero la possibilità di lasciarmi andare al presente. Invece più passa il tempo, più sono consapevole che solo ricordando posso andare avanti perché è ciò che ho vissuto e ricevuto che mi fa essere ciò che sono.
Non sempre è stato amore con mio padre ma è stata una sua carezza, fatta sul mio capo una sera, che mi ha fatto capire il suo amore per me perché mi stava dando la possibilità di scegliere liberamente della mia vita. Sono stata fortunata ma di più sono stata amata. Era un uomo del tutto normale. Non godeva di superpoteri ma è stato sempre “padre”. Sempre. Anche nella sua malattia.
Tante volte mi sono detta di non sentirmi più figlia e invece mi sbagliavo. Io sarò sempre figlia perché fin quando ricorderò e parlerò e scriverò di lui, io sono figlia.
A volte penso: “Chissà cosa avrebbe detto papà di tutta questa modernità…”. Lui che si è sempre rifiutato di mangiare la pasta con la panna! “Meglio lessata”, diceva, se proprio non c’era il ragù di mia madre. Mai avrebbe barattato il suo ragù con questi condimenti moderni!
Se nel giorno del suo compleanno o onomastico gli avessi inviato un messaggio come augurio… sono sicura che si sarebbe preso collera, come si dice dalle mie parti. Avrebbe pensato che non avessi avuto un po’ di tempo per lui. Un po’ di tempo per dirgli: “Ciao papà! Buon Onomastico! Come stai? Ti voglio bene”.
Forse dovremmo un po’ riconsiderare tutto questo. Chi ha ancora la possibilità di chiamare, lo faccia. Il tempo dedicato ora a chi ci ha donato la vita non è tempo perso. È tutto guadagnato. Dopo rimane la memoria a farci compagnia.
Buona festa del papà a tutti i papà!☺

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