Compiti per le vacanze?
8 Giugno 2021
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Compiti per le vacanze?

È uno tra gli argomenti più dibattuti di sempre, classico tormentone estivo, quasi al pari dell’afa e della prova costume: i compiti delle vacanze. Sono davvero necessari? Contribuiscono alla crescita dei nostri figli o compromettono un prezioso periodo di stacco? Ebbene, nemmeno tra gli addetti ai lavori esiste un punto di vista unanime ma un fatto è certo: per la maggior parte di maestri e professori i compiti delle vacanze restano ancora un elemento irrinunciabile.

La consuetudine tanto radicata di assegnare agli studenti di tutte le età una quantità variabile di compiti da svolgere durante l’estate dipende forse dal fatto che l’Italia è uno dei paesi europei in cui la chiusura estiva dura di più (13 settimane circa, rispetto, per esempio, alle 6 della Germania, 9 di Francia e Austria, 11 della Spagna e 6 dell’Olanda). Una pausa tanto lunga, in assenza di esercizi da fare a casa, potrebbe forse complicare la ripresa autunnale delle attività scolastiche: è il parere di alcuni docenti, psicologi e pedagogisti, secondo i quali un trimestre di ozio totale sarebbe dannoso per gli studenti. Manuela Cantoia, docente di psicologia cognitiva dell’ Università E-Campus, ritiene infatti che “i compiti per le vacanze servono a non perdere l’ allenamento allo studio, l’importante è che siano personalizzati rispetto alle specifiche esigenze dello studente”.

Non mancano, però, voci autorevoli che reputano i compiti estivi solo una prassi non necessaria al benessere dei bambini, e che pertanto dovrebbe essere abolita senza troppi rimpianti. È il caso, per esempio, di Maurizio Parodi, pedagogista e dirigente scolastico genovese che al tema ha dedicato un libro (Basta compiti! – 2016, Sonda Editore) e un sito. Secondo Parodi, i bambini sono ormai sovraccarichi di impegni scolastici ed extrascolastici, per cui necessitano di un tempo di riposo in cui ricaricare le batterie e dedicarsi al cosiddetto “gioco libero”, sostanzialmente negato durante l’anno a causa di agende fitte e ritmi serrati. Il docente, che ha lanciato una petizione online, firmata da quasi 35.000 persone, per chiedere l’abolizione definitiva dei compiti per casa (non solo quindi durante le vacanze), ritiene che i compiti siano dannosi anche perché finiscono col suscitare odio per la scuola e repulsione per la cultura. Dello stesso parere il pediatra milanese Italo Farnetani, docente alla Libera Università degli studi di Scienze umane e tecnologiche di Malta. “Bambini e adolescenti non devono fare assolutamente i compiti durante le vacanze: le scuole chiudono non per mandare in ferie gli insegnanti, ma far riposare gli alunni – ha dichiarato in una recente intervista ad AdnKronos Salute – Per il loro benessere è necessario permettere loro di staccarsi completamente dallo stress legato all’ apprendimento”.

A sostegno della tesi “no ai compiti delle vacanze”, ci sarebbero anche i dati del Pirls 2016, una indagine internazionale che, tra le altre cose, indaga periodicamente l’abilità di lettura dei bambini di quarta elementare. Secondo l’ultimo aggiornamento, pubblicato nella primavera del 2019, hanno ottenuto un punteggio più alto gli alunni che ricevono una dose minima di compiti per casa, spesso neppure ogni giorno. Più nel dettaglio, quando il compito per casa richiede un impegno di oltre 60 minuti, il punteggio scende a 531 punti, mentre i bambini chiamati a cimentarsi con un lavoro che richiede meno di 15 minuti hanno ottenuto un punteggio medio di 552 punti.

Al di là dei pareri controversi di esperti e addetti ai lavori, i compiti delle vacanze sono ancora una realtà per la maggior parte degli studenti italiani, e di conseguenza delle loro famiglie. E andranno affrontati anche quest’anno. Prima di augurarvi buone vacanze e, dunque, buoni compiti… aggiungo una chiosa, personalissima.

Triste sarebbe se un lavoro come il nostro (malpagato, non riconosciuto, bistrattato da varie parti senza rispetto alcuno) dovesse patire pure questa ingiuria: l’essere spazzato via, dopo nove mesi di paziente e faticoso impegno, da un paio di mesi di tuffi e gelati. Eh no. Il lavoro fatto bene si recupera a settembre rapidamente, si richiamano alla mente conoscenze e competenze, e si riparte, altrimenti vuol dire solo una cosa: l’apprendimento non è stato significativo.

Triste sarebbe ammettere che l’estate porti via tutto. Non ci sto, non ci credo. E, personalmente, i compiti per le vacanze non li assegno mai.

Buone vacanze… con o senza compiti.☺

 

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