Contaminazioni
4 Marzo 2015 Share

Contaminazioni

Nella mitologia greca era un dio marino, personificazione dei flutti impetuosi, onorato e temuto dalle popolazioni arcaiche; oggi è semplicemente il nome di un’“operazione” di sorveglianza delle acque del Mediterraneo. A coordinarla è l’agenzia europea Frontex, che se ne serve per individuare i “barconi” dei migranti.

Triton [pronuncia: traiton] è dunque la traduzione inglese di Tritone, divinità mitologica preposta al dominio del mare e rappresentata solitamente come un uomo dalla coda di pesce e con in mano un tridente ed una conchiglia. Il mito suggerisce, con crudo realismo, il pericolo e l’ imprevedibilità legati al mare, ieri come oggi elemento naturale implacabile nella sua furia, quando inghiotte vite e speranze di centinaia di persone, sotto lo sguardo, colpevolmente indifferente, di un continente: il nostro!

È ancora davanti ai nostri occhi la tragica conclusione di uno dei tanti viaggi che sfidano la morte in cerca della vita, compiuti da giovani e adolescenti, divenuti vittime inconsapevoli di un meccanismo che ruba loro la speranza con l’inganno, oltre che sottoporli a prove durissime anche prima della terribile traversata del braccio di mare che separa l’Africa dalle coste italiane.

Il Mediterraneo, quello che in antico era stato il “mare nostrum”, sta manifestando ultimamente tutta la sua violenza. Lontane ormai dagli echi delle battaglie per la supremazia in mare, dagli sbarchi di truppe alleate, queste acque sono diventate il regno incontrastato di trafficanti di uomini, che agiscono in maniera sempre più efferata mentre la “civile” Europa finge di non vedere, in un silenzio che li lascia agire indisturbati. Sì, perché l’operazione Triton, partita a novembre e coordinata dall’Italia, si occupa solo del controllo delle frontiere marittime: essa prevede semplicemente l’ individuazione delle imbarcazioni che trasportano profughi e richiedenti asilo, ma non contempla l’umanissima legge “non scritta” del soccorso a chi è in difficoltà. Il mandato dell’ agenzia è quello di controllare le frontiere, non di fare ricerca ed offrire soccorso. Diversamente dal precedente, denominato invece “Mare Nostrum”, in carico al nostro Paese, l’attuale programma non dispone di imbarcazioni in grado di oltrepassare le acque territoriali, né è autorizzato a farlo, rispondendo solo parzialmente alle reali ed attuali esigenze di prestare aiuto in mare a chi è in difficoltà, nonostante con sempre più frequenza si ripropongano situazioni in cui è necessario salvare innocenti vite umane.

Triton, una delle facce di un’unione, quella europea, basata essenzialmente sul profitto, che nel rafforzare il controllo dei confini riserva più importanza alle frontiere che alle persone. Essa mostra ancora una volta estraneità, accoglienza negata, disprezzo verso quanti bussano alle nostre porte; insensibilità verso quelle popolazioni che sono spinte dalla fame e dalla violenza a cercare altrove un luogo dove riprendersi la propria vita e la propria dignità.

Migrazioni: la storia dell’umanità nasce da questo fenomeno; lo stesso mare che recentemente ha offerto soltanto morte ai disperati naufraghi, ha visto la sua meravigliosa vicenda svolgersi attraverso lo spostamento e la contaminazione di popoli e culture diverse.

Aspro ed inebriante, culla di civiltà, custode di un’eredità millenaria, Mediterraneo, stai volgendo la tua pagina rombante – come cantava Eugenio Montale – per esser vasto e diverso/ e svuotarsi cosi d’ogni lordura / come tu fai che sbatti sulle sponde / tra sugheri alghe asterie / le inutili macerie del tuo abisso. Ora non sei altro che il Mediterraneo dei poveri. ☺

 

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