costruttori di futuro  di Michela Di Memmo
30 Ottobre 2011 Share

costruttori di futuro di Michela Di Memmo

 

L’invito mi porta in un campo di tè immenso, verde a perdita d’occhio. Non si sente nessun rumore, solo una voce profonda che canta un blues denso di malinconia “credo che questa sia la fine, per favore perdonami, perdona i miei peccati”. La strada sterrata disegnata sul foglio mi conduce al centro del campo, dove su tre poltrone di pelle marroni siedono le tre donne premio Nobel per la pace: Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee e Tawakkul Karman. Su una sedia di paglia, messa in bilico tra le zolle rialzate, c’è un uomo con la testa posta sullo schienale che rivolge il suo sguardo assente verso il cielo blu immenso. Al suo fianco un vecchietto esile con la pelle nera scavata dalle rughe, versa con gesti solenni l’acqua per il nostro tè. Ellen con un luminoso sorriso mi invita a sedere e mi fissa con i suoi occhi antichi, attenti. Parla a nome di tutte, mi racconta le loro storie e mentre lo fa mi stringe la mano senza abbassare mai lo sguardo. Sembra che le stia molto a cuore che io dia ascolto ad ogni sua parola. Mi parla di uomini europei vissuti durante la resistenza al nazismo e al fascismo e mi chiede con apprensione: “Perché voi che siete riusciti a ribellarvi allora ora non siete stati in grado di difendervi? Noi abbiamo agito per amore del nostro popolo e perché ci sentivamo oppresse. Voi non amate il vostro popolo? Non vi sentite oppressi? devi dirmelo. Quando non si è più oppressi si diventa oppressori? Oppure quando si è saziato totalmente l’appetito non resta altro da fare che digerire? Abbiamo bisogno di saperlo per noi stesse e per il nostro futuro”.

Ascoltate queste domande l’uomo seduto sulla sedia si desta improvvisamente dal suo torpore e non mi lascia il tempo di aprire la bocca che irrompe con vigore in mezzo a noi:  “Signore meravigliose” dice “ io sono Alfonso Gatto, poeta. Non siate preoccupate, i vostri volti sono puliti e onesti e voi non cambierete, perché farete della resistenza una categoria esistenziale. Contrasterete la forza che agisce contro di voi e che vi invita a cedere, durerete al limite della vostra tenacia e della vostra pazienza fisica. Insieme a voi i poeti resisteranno all’approssimazione della verità, gli uomini di religione all’approssimazione della loro fede, i rivoluzionari al logorio dei loro insuccessi, gli individui si formeranno in una coscienza comune!”. Finito di parlare, il poeta bacia tutte calorosamente, fa un grande inchino prima verso di noi, poi verso il nostro cameriere, e portandosi la sedia sotto il braccio se ne va verso l’orizzonte infinito.

Le donne si guardano sbalordite e sollevate bisbigliando qualcosa tra di loro. Mi decido a intervenire supplicandole: “Portatemi con voi, io vi aiuterò in qualsiasi cosa, qui non vedo nulla per cui valga la pena di lottare e di vivere”. A queste parole Ellen si scurisce in volto e il suo tono di voce diventa severo: “Quello che dici è sbagliato! Se tu senti la pena per la decadenza di un mondo, sai già come occorre agire. Bisogna cercare i fiori ancora vivi tra le macerie, prendersene cura, lavorare mossi dall’amore. Lo dice Sant’Agostino: dalla radice dell’amore non può che maturare il bene. Se ti rassegni in questo momento fai la cosa più semplice, ma tu hai il dovere di ambire al difficile!”. Continua a parlare animatamente, il suo copricapo di seta azzurra si agita nel vento, ma io non sento più nulla. Una musica sempre più forte si alza dalla terra. Le donne stanno per salutarmi, lo vedo dai loro gesti affettuosi. Prima di sparire anche loro nel fitto mare verde si chinano con devozione davanti al vecchio, che socchiude i suoi occhi dolci e mostra un sorriso capace di portare la pace all’intera umanità.

È l’umile servitore Nelson Mandela che adesso mi tiene tra le sue braccia, rassicurante e austero come un nonno, mi accarezza teneramente i capelli e la musica che sento sembra provenire dalla sua anima. “Possa tu crescere per essere giusta, possa tu crescere per essere sincera, possa tu conoscere sempre la verità, possa tu essere sempre coraggiosa, stare eretta e forte, possa tu avere delle forti fondamenta, quando i venti del cambiamento soffiano, possa il tuo cuore essere gioioso”.☺

micheladimemmo@email.it

 

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