Croma disegnatrice e ciclista
10 Febbraio 2022
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Croma disegnatrice e ciclista

Croma, nome d’arte di Claudia Romagnoli, è un’illustratrice e una street artist di Campobasso, che come nella migliore delle tradizioni molisane, è emigrata a Roma per studio e lavoro, dove è rimasta per 27 anni; da quasi due anni è di nuovo in Molise. In collaborazione con l’Associazione Malatesta di Campobasso, promotrice e organizzatrice del Draw The Line – Festival di street art arrivato ai suoi primi 10 anni – Croma ha lasciato finora sue tracce in varie città e in vari luoghi. Oggi è autrice di un graphic novel Jepi Jora uscito per la casa editrice Il Galeone, di Roma. Ambientato tra l’Italia e l’Albania a trent’anni dallo sbarco albanese a Bari della nave Vlora, Jepi Jora è la storia di un viaggio fisico e mentale, con la testa e a pedali, un percorso di autodeterminazione, fatiche e sorrisi, parliamone con Claudia.

Come ti hanno accolta in Molise e come hai trovato la cultura di queste cose?

In generale il Molise mi ha ri-accolto con affetto, e le persone che ho incontrato e reincontrato mi hanno fatto sentire vicinanza e sostegno. Per il resto, Campobasso oggi è estremamente viva e fertile dal punto di vista della produzione artistica urbuta, che, tra le tante cose, organizza il Draw the Line, festival dedicato alla street art che ha appena compiuto 10 anni: quartieri come San Giovanni hanno visto le proprie facciate acquisire forme, colori e contenuto; grazie all’intervento di decine di bravissimi e bravissime street artist, il terminal, l’ex romagnoli, via Novelli, solo per citarne alcuni, si sono trasformati in laboratori a cielo aperto, consentendo alla città tutta di avere una galleria pubblica e accessibile, tutti i giorni, tutto l’anno. Dove è possibile ammirare delle tue opere?

Miei muri sono presenti principalmente a Roma e nel Lazio, a Campobasso e in Molise, in Val Susa… Poi tanti altri sono presenti all’interno di appartamenti privati.

Parliamo del tuo ultimo lavoro: perché ogni capitolo comincia con riferimenti a pezzi meccanici della bici?

Ogni inizio capitolo è il disegno e il nome di un pezzo della bicicletta, accompagnato da due definizioni: una tecnica, che spiega la meccanica e la funzionalità del pezzo preso in esame, e una metaforica, divertita, giocosa, che parte dal pezzo per allargarsi ad altro, a un sentimento, a un modo di dire, a un’emozione, a un pensiero, a un incitamento, così da creare anche un equilibrio percettivo, composto prima da una parte specialistica/tecnologica, fredda, e poi da una invece emotiva, sensibile, ironica. Ogni pezzo vuole riferirsi al capitolo che apre, creando suggestioni, possibili anticipazioni, legami e empatie con quello che si svolgerà nelle pagine successive. E, visto che in questo graphic, la bicicletta la fa da padrona, vuole e pretende spazio fisico e mentale, mi è sembrato giusto regalarle anche l’apertura dei capitoli, così come essa ostinatamente reclamava.

E gli animali presenti nel graphic novel?

La mia protagonista, Jora, incontra una serie di animali lungo i suoi percorsi. Anch’essi sono descritti con una definizione, che è biologica, comportamentale, della specie animale non umana che di volta in volta e silentemente incrocia Jora. Sono animali di passaggio, così come Jora lo è per loro; ognuno percorre la sua strada, che però a volte si incontra con quella dell’altro. Racconto così di un momento di sospensione, suggellato in un riconoscimento reciproco, un’occasione, per entrambe le specie, di fiutarsi, ascoltarsi, guardarsi, prima che ognuna prenda nuovamente la sua strada. Anche queste definizioni, appositamente scelte, tendono a trovare un riscontro empatico, caratteriale o contingente al momento vissuto da Jora; ma è lei stessa che dimostra attenzione, che li vede e li riconosce, che trova e cerca una relazione con essi. Volevo ridare dignità e far sentire profondamente la presenza di altre specie non umane che vivono questo pianeta insieme a noi, specie non umane che svolazzano, strisciano, nuotano, camminano con noi, e con le quali, nel migliore dei casi, ci relazioniamo attraverso una visione antropocentrica di fredda indifferenza. Nel peggiore dei casi li sfruttiamo, li mangiamo, li sezioniamo, li vendiamo, li indossiamo. Ma questo mondo non è solo nostro. E i miei 18 animali che incontrano Jora lo vogliono dimostrare.

 

(per ordinare il graphic novel:

https://www.cromaart.com/gallery/jepijora/?fbclid=IwAR2wvx0Cs_1UAXwJfjWOQa7RUiOCN8fy2p6Y1HQoN_W3sd9tVj2hb6jzipY

 

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