la piuma
30 Giugno 2010 Share

la piuma

 

Questo è un dolore che conosco bene, è il dolore di quando te ne vai, di quando ti allontanano ma tu rimani egualmente, caparbiamente, perché non puoi fare in maniera diversa. L'amore non si sceglie, si ha, e non recede e non scompare solo perché sai di avere ragione, rimane lì e fa male. E se analizzo con distacco vedo tutto come attraverso un cannocchiale a rovescio, le persone mi appaiono per quello che sono, piccole, con tutti i loro limiti, ed è peggio, la pena che provo è troppo grande.

Il dolore è un grosso contenitore pieno di materia eterogenea, variegata, una lista della spesa, una ricetta di cucina, dentro c'è un po' di tutto. Il lutto dell'abbandono, il rancore, l'amore, i sensi di colpa, la paura per ciò che può accadere.

Il dolore mi stanca e ogni volta che si ripresenta mi chiedo perché debba affrontarlo così spesso, eppure non mi piace, né mi gratifica. In una casa in cui ho abitato a lungo c'era un quadro in cui mi piaceva ritrovare la mia immagine: una grossa figura arcaica, una sorta di dea dell'abbondanza, piena, solare, dispensatrice. Se dovessi identificarmi in qualcuno, oggi, penserei ad una vecchia maitresse, sdentata, che fuma la pipa e attende gli avventori del suo banchetto di bibite in un luogo di frontiera polveroso e ventoso. Qualcuno mi ha spiegato che non si deve fuggire dal dolore, che bisogna accoglierlo poiché questo ci parla; io speravo che non avesse più nulla di così urgente da dirmi.

Pensavo di appartenere almeno ad un luogo, ad una casa e credevo che da determinati affetti non si potesse prescindere: su questo punto mi sono sbagliata già diverse volte. Vorrei essere io, qualche volta, quella che decide di andar via, vorrei non essere costretta a traslochi involontari, vorrei scegliere per costruire e non subire i fallimenti altrui, vorrei essere una donna che si accoglie con gioia, vorrei che la mia presenza fosse pretesa, vorrei un approdo calmo, un abbraccio caldo e prolungato.

Un giorno alla radio ho sentito una frase che mi ha tolto il fiato: chi è felice ha sempre ragione. Grande il filosofo che ha elaborato questo concetto! Vuol dire che se non agiamo in conformità con la nostra natura, se dimentichiamo noi stessi, se diamo troppo spazio a ciò che non attiene strettamente alla nostra “convenienza” saremo irrimediabilmente infelici. E vuol dire che chi persevera in reiterati errori, assecondando la propria follia è nel giusto. Chi fugge per proteggersi dalla paura, ignorando la passione, è nel giusto. Chi ignora l'altro, chi usa l'altro, chi dimentica l'altro per raggiungere ciò che desidera è nel giusto. Io sono inequivocabilmente nel torto.

Mi torna in mente un quadro di Mario Serra: una piuma, trasparente, eterea, che vola su uno sfondo colorato , “… l'amore è lieve come una piuma, tu fai un respiro e quella vola in alto”, lo spiegò così.☺

cristina.muccilli@gmail.com

 

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