Dal dolore la vita
30 Giugno 2024
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Dal dolore la vita

Poiché queste pagine accompagnano il mio cammino da tanti anni vorrei condividere con chi qui scrive e con chi ci legge il ricordo e l’amore per mio marito Eduardo Sassi, che molti nella comunità de la fonte hanno conosciuto e stimato.
Ho sempre creduto fermamente nella potenza del ricordo come sprone per migliorare sé stessi e gli altri, e da questo atroce vuoto che ora mi inghiotte spero di trarre un aiuto per continuare a camminare senza di lui.
L’affetto e la vicinanza che hanno circondato Eduardo in questi giorni mi dicono che non è vissuto invano; e la sua mano non ha mai abbandonato la mia lungo tutte le esperienze di lotta e di impegno degli ultimi trent’anni, che sono state anche le sue, prima in modo diretto, poi con l’appoggio spirituale e la comunione di ideali che ha fatto della nostra vita insieme una lunga e felice esperienza di amore e unione familiare, spirituale e ideale.
Voler testardamente vedere all’orizzonte un futuro più giusto che era dovere cercare di avvicinare anche ora che un governo fascista e volgare lo sta chiudendo sopra le nostre teste, è stato per noi due la base della vita quotidiana e familiare: e i nostri figli sono cresciuti nella nostra utopia, capaci di vivere non solo per sé stessi.
Eduardo ha capito e accettato che io dedicassi molto del mio tempo al servizio e all’impegno, e da questo non scontato appoggio ho tratto conforto nelle tante sconfitte e spinta a continuare, come ha fatto lui nel suo essere sempre disponibile per chiunque cercasse vicinanza, nel lavoro come nella sua esperienza istituzionale, come in famiglia.
Ora è tempo di camminare per valle oscura, come dice la Bibbia, e non vedo luce.
Non si è mai preparati a lasciar andare la mano che per tanti anni prima felici e poi difficili ha trascinato e poi cercato sostegno. Vederlo indebolirsi e soffrire è stato difficilissimo da accettare, e vederlo morire un dolore inaccettabile, solo in parte addolcito dagli innumerevoli, sinceri tributi di stima e di affetto che sono arrivati in questi giorni.
Quante marce, manifestazioni, convegni lo hanno visto con me; lui, pur abituato al silenzio del suo studio, ad un lavoro di concentrazione e ragionamento, ha con naturalezza vestito i panni di chi porta cartelli e grida nelle piazze il suo bisogno di giustizia sociale. Per amore ha accettato i riflettori e i toni veementi che non gli appartenevano, dandoci l’aiuto incommensurabile della sua cultura giuridica e del suo profondo senso etico.
Piango oggi l’uomo giusto e buono che ha saputo dare senso alla nostra vita insieme e lasciarmi libera di non essere solo moglie, madre e insegnante, comprendendo e sostenendo la mia ansia di giustizia e di lotta. Piango l’amore individuale, familiare e sociale che ha riempito di luce anche i momenti difficili; il padre amatissimo e venerato che è stato capace di accettare ogni scelta dei figli, compresa quella di una lontananza fisica che lo immalinconiva.
Piango il giurista insigne in cui la dottrina non ha mai perso di vista il rispetto e l’umanità, da cui sentiva di non dover mai deflettere anche davanti ai crimini più gravi. Dove io non riuscivo a giustificare lui si piegava amorevolmente per risollevare chi sbagliava e cadeva.
Se in tanti anni di impegno e di resistenza ho dato qualcosa a questa terra di Molise che lui amava senza accettarne la poca reattività e l’indifferenza, è stato perché lui era accanto a me, pronto a smussare le mie furie e ad addolcire le mie parole, che passavano sempre per la sua serena analisi, a suggerire vie che io non vedevo.
Ora è il buio ad ogni passo; è il tempo delle lacrime e del vuoto. Ci vorrà tempo per attraversare questo dolore, e trovare la spinta per riprendere il cammino dell’ impegno e la forza per levare la voce contro questo mondo ingiusto.
Solo di una cosa sono certa: Eduardo Sassi ha costruito con ogni giorno della sua vita un disegno che non muore, che sta a chi resta portare avanti e completare.
Specie oggi che l’orizzonte sembra chiudersi su di noi e imprigionarci nel sopruso e nell’intimidazione fascista: raccolgo il suo lascito e continuerò a camminare, con la pena nel cuore ma sapendo che lui è solo andato nell’altra stanza, e come ha fatto per tutta la vita mi tiene la mano.☺

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