democrazia da perseguire
17 Aprile 2010 Share

democrazia da perseguire

 

“Tutti in piazza”.

Con questo titolo in prima pagina, il settimanale Vita, pubblicazione che offre molto spazio al terzo settore, apriva il numero di martedì 27 novembre.

Eravamo a Roma numerosissimi, giunti a Piazza Montecitorio da ogni parte d’Italia, e tra i presenti una discreta delegazione del Forum del Molise con un gruppo di soci dell’AUSER e il loro presidente Elide Fatica. In tanti per ricordare al governo alcuni temi che sarebbero dovuti rientrare all’interno della finanziaria 2008 e che poi sono risultati assenti. Eppure sul tavolo di intesa tra Forum del Terzo Settore e Governo, al quale prendono parte senatori e deputati di ogni schieramento, si erano fissati i punti cardine che sarebbero dovuti rientrare nel  programma. Ma così non è stato. Il Forum del Terzo Settore scende in piazza e lo farà ancora, a prescindere dalla parte politica che  governerà il paese o il territorio di appartenenza.

Andiamo a individuare le rivendicazioni esplicitate nello spazio romano antistante i palazzi della politica.

Innanzitutto, quanto al metodo adottato, si fa memoria al governo che il 12 febbraio 1999, con il primo governo Prodi, il Forum firma il “Protocollo d’Intesa aggiuntivo al Patto Sociale per lo Sviluppo e l’Occupazione” in cui viene riconosciuto come “parte sociale”. E si fa rilevare come invece oggi il governo si è “dimenticato” di consultare il partner sociale per la definizione del Protocollo sul Welfare e per la Finanziaria 2008.

Entrando quindi nel merito dei problemi da affrontare, sui quali lunghi e frequenti incontri si erano tenuti con la segreteria del ministro Ferrero e sul tavolo di intesa con Camera e Senato, le organizzazioni venute a Roma manifestano la volontà di perseverare nel rivendicare sul piano della legislazione e del finanziamento otto capitoli di grande rilievo nelle politiche sociali.

l Volendo enumerarli tutti non basterebbe un numero de “la fonte”. Forniamone almeno i titoli: accrescere il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali riguardanti i livelli essenziali di assistenza, l’autosufficienza, l’invecchiamento attivo;  armonizzare le politiche fiscali e i relativi regolamenti alle attività delle organizzazioni senza scopo di lucro; programmare politiche del lavoro e prevedere i relativi finanziamenti per l’inclusione lavorativa di persone prive di reddito da inserimento e soggetti con disabilità; mettere mano in maniera decisa a politiche che programmino e sostengano le attività in settori quali l’educazione, la formazione e la cultura, il tempo libero e lo sport per tutti, l’ambiente e l’energia e la cooperazione internazionale.

Un  rilievo particolare nell’evento di Roma viene assegnato alla vicenda del 5 per mille. Prendiamo spunto dal volantino apposito distribuito in piazza: “Nel 2006 circa 16.000.000 di cittadini, quasi il 70% dei contribuenti, hanno scelto di devolvere il 5 per mille delle proprie tasse a enti del Terzo Settore (Volontariato, Associazionismo, Cooperazione Sociale, ONG) e alla Ricerca. Si tratta di una norma che attua l’art. 118 della Costituzione che favorisce l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà. Avvicina i cittadini allo Stato e viceversa, promuovendo quella sana cultura civica che costituisce la base del Patto Fiscale e di Solidarietà tra Stato e Cittadini, di cui il Paese ha sempre bisogno”.

Già dallo scorso anno la questione del cinque per mille era stata al centro di accese controversie tra Governo e organizzazioni sociali. Sembrava che il 2007 fosse l’anno che avrebbe posto fine alla reiterata azione di “distrazione”, da parte del Governo, delle somme assegnate dai cittadini alla solidarietà, per inserirle come fondo di riserva per sanare il bilancio dello Stato.

A più riprese, riaffermiamolo, i rappresentanti del Governo avevano assicurato che la faccenda si sarebbe definitivamente chiusa con la nuova finanziaria. Lo stesso ministro Ferrero lo aveva ribadito in un pubblico incontro l’estate scorsa a Campobasso. Così come nella Convention nazionale del volontariato, svoltasi a Napoli in aprile,  i rappresentanti del Governo assicuravano che sul cinque per mille la faccenda si chiudeva  col rispettare la volontà espressa dai cittadini.

A conclusione di una vicenda che non può non segnare una nuova presa di distanza tra cittadini e politica, si viene a scoprire che nella finanziaria 2008 manca addirittura l’articolo che ripropone il cinque per mille…!  Salvo il fatto che, ancora una volta, si è parlato  di una “svista” (…) da parte degli estensori del documento. Ai cittadini tutti e alle organizzazioni di Terzo Settore non si può che confermare l’allerta che è contenuta nel messaggio iniziale: non finiremo mai di farci garanti della democrazia.

E, per applicare il discorso al contesto in cui viviamo, lo abbiamo replicato in sede di audizione alla presidenza della quarta commissione regionale del Molise: occorre porre fine a modelli di consultazione delle parti sociali che vengono convocate con intervalli di tempo sbrigativi e senza dotare gli interessati della dovuta documentazione. Cosa che era avvenuta anche in occasione dell’audizione sul bilancio regionale.

Cittadinanza attiva e non supina, perché la politica cambi stile nel metodo e nella sostanza e perché i cittadini, a loro volta, siano presenti  in campo e stimolino i governanti in questa direzione. ☺

le.leone@tiscali.it

 

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