la malva
17 Aprile 2010 Share

la malva

 

La malva, pianta officinale del Mediterraneo, cresce un po’ dappertutto, nei campi abbandonati, sui bordi delle strade e dei fossi; non disdegna prati e campi coltivati. Nasce spontanea in primavera ma anche in estate e in autunno, ed essendo perenne la si trova tutto l’anno. Questo giustifica la popolarità della pianta, ’a màule, soprattutto come rimedio farmaceutico, sempre disponibile allo stato fresco. Per le sue virtù terapeutiche, nel Medioevo, era stato assegnato alla malva l’appellativo di omnimorbia, “cura per tutti i mali”. E questa è una credenza ancora oggi tenacemente diffusa nella medicina popolare e dovuta al fatto che si tratta di una pianta ricca di mucillagine, una sostanza gelatinosa che calma gli stati infiammatori e protegge le mucose contro gli stimoli irritativi di qualunque natura. Del resto il suo nome scientifico, Malva sylvestris L., deriva dal greco malaché  ( = molle, morbido) per le proprietà emollienti della pianta e sylvestris ( = delle selve, dei boschi).

Cicerone era ghiotto di malva, tanto da fare indigestione dei suoi germogli. Secondo Plinio, una pozione a base di succo di malva evitava malesseri per tutta la giornata. I Pitagorici invece la consideravano una pianta sacra col potere di liberare gli uomini dalla schiavitù delle passioni.

Le parti che si raccolgono sono le foglie, i fusti per ricavarne il midollo, i fiori e i frutti non ancora maturi.

A maggio ha inizio la fioritura, che si protrae per tutta l’estate. I fiori, rosati con striature viola, vengono utilizzati per abbellire insalate miste crude o per valorizzare i piatti come semplice guarnizione, con un interessante effetto decorativo.

Le foglie si raccolgono quando sono ancora tenere (da maggio a luglio), avendo cura di non strappare tutta la pianta ma di staccarle con un pezzetto di picciolo. Esse forniscono una buona verdura selvatica, cruda; si usano per preparare insalate; si possono consumare cotte nei risotti e nelle minestre, in zuppe e ravioli, in frittate e pietanze varie. Quando le foglie e le cime più tenere si vogliono consumare come verdura cotta e si preferisce miscelarle con altre verdure (cicoria, tarassaco, chenopodio, ortica), si consiglia di cuocere la malva separatamente in maniera da non rendere queste ultime mucillaginose. La mucillagine della malva infatti costituisce il suo limite all’impiego come verdura, ma rappresenta anche la sua virtù essendo un ottimo addensante.

Contemporaneamente alle foglie si raccolgono anche i fusti, dai quali, dopo averli sbucciati, si ottiene un ottimo prodotto alimentare che trova largo impiego in cucina. Il midollo si consuma come le foglie, sia cotto che crudo. Per individuare la frazione più tenera basta piegare la parte apicale del fusto fino al punto in cui esso si spezza; quindi sbucciare la parte superiore per ricavarne il midollo e scartare la parte inferiore e la fibra esterna. Il midollo può essere consumato sia crudo, a tocchetti, nell’insalata, o intinto nella maionese, sia cotto, nella minestra, oppure fritto, o in tutti i modi descritti per il midollo della bardana (vedi la fonte  n. 1/2007 pag. 25).

Anche i frutti, che hanno forma di bottoni, dapprima di colore verde chiaro e poi sempre più scuri via via che maturano e si seccano, vanno raccolti quando sono ancora teneri e vengono utilizzati in cucina crudi e cotti; ma bisogna prestare attenzione che non siano troppo maturi perché divengono duri. Si possono triturare e cuocere in padella, con acqua, olio e un pizzico di sale, oppure, con l’aggiunta di qualche foglia, si possono frullare con il brodo per ottenere una purea vegetale simile alla zuppa di piselli. Infine con i frutti si possono fare caramelle gommose.

La malva è molto ricca di vitamine A, B1, B2 e C, di fosfato di calcio, amido, zuccheri, mucillagini e proteine. In genere la si consuma preparando un infuso con un cucchiaio abbondante per una tazza di acqua addolcita con miele. Serve contro le infiammazioni e il mal di gola e calma la tosse; allevia le uretriti, le irritazioni della pelle arrossata o punta da insetti; può essere impiegata come collutorio per sciacqui e gargarismi in gengiviti, nevralgie dentarie, ascessi e altre infiammazioni della bocca e dei denti (in passato, con una radice di malva schiacciata da un lato si facevano degli spazzolini da denti improvvisati che avevano, oltre all’effetto di spazzola, anche quello antinfiammatorio contro eventuali irritazioni della bocca). Svolge un’azione antiacida perché protegge le mucose dello stomaco dai succhi gastrici ed antinfiammatoria nell’intestino. È quindi un regolatore intestinale e un lassativo molto delicato, adatto sia ai bambini che agli anziani: “La malva scioglie il corpo” recita, infatti, un antico detto. Gli animali in genere al pascolo gradiscono poco la malva la quale, nel caso venisse consumata in grande quantità, potrebbe dar luogo a problemi intestinali.

Recentemente è sempre più utilizzata in preparati cosmetici soprattutto per la sua azione idratante. Rientra così in molti prodotti rinfrescanti per pelli sensibili o irritate o in saponi da toeletta. Per chi volesse preparare un semplice cosmetico a 

base di malva si consiglia di tritare finemente 4 o 5 foglie e mescolarle con 4 cucchiai di burro fresco fuso a fuoco lento; filtrare e lasciar solidificare in frigo. È una buona crema per viso e collo: restituisce elasticità alla pelle e previene le rughe.

             Dai fiori della malva si può ottenere infine una tintura colorata che, cambiando colore al variare del pH (reazione), può essere usata come misuratore di acidità, al pari di una cartina al tornasole.

Crema di malva

Ingredienti: un cipollotto (compresa la parte verde), un cucchiaio di olio di oliva, 250 g di foglie di malva, 100 g di germogli di ortiche, 100 g di spinaci, una patata, una carota, brodo vegetale q.b., sale e pepe, 100 g di panna da cucina, parmigiano reggiano grattugiato, crostini di pane abbrustoliti.

Preparazione: lavare accuratamente le verdure. Tritare il cipollotto e farlo stufare in poco olio di oliva; aggiungere le verdure tritate, coprire con brodo vegetale, salare e lasciare cuocere per 20-25 minuti. Passare il tutto al setaccio e rimettere sul fuoco. Prima di servire unire e amalgamare la panna, pepare e spolverare con il parmigiano grattugiato. Servire calda accompagnata dai crostini.

Midollo di malva fritto

Ingredienti: midollo di malva pelato a pezzi, un uovo, farina, sale e olio per friggere.

Preparazione: mettere della farina in una ciotola, porre l’uovo al centro con il sale e sbattere fino a ottenere una pastella non troppo liquida. Intingere i pezzi di midollo nella pastella e friggerli nell’olio bollente. Appena dorati, toglierli dall’olio e porli su carta da cucina. Salarli a piacere e servirli caldi da soli o sopra una densa minestra di malva.

Omelette alla malva

Cuocere le foglie di malva tritate con olio e burro, salare e aggiungere un pizzico di parmigiano. Preparare intanto le omelette (frittatine molto sottili), disporre con cura sopra ogni omelette una cucchiaiata ben colma di malva cotta e arrotolarle. Servire semplicemente in questo modo o dopo averle passate al forno con sugo al pomodoro.

giannotti.gildo@gmail.com

 

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