A partire dal Rapporto ISPRA 128 del 2010 Multifunzionalità dell’azienda agricola e sostenibilità ambientale e, a seguire, dal Manuale 85 del 2013, dello stesso Istituto, Linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione attraverso misure e interventi in campo agricolo e forestale, che hanno preceduto il Rapporto conclusivo dei lavori relativi alla “Conferenza nazionale del rischio idrogeologico, Prevenzione e mitigazione del rischio: le priorità per il governo del Paese, si può dare (finalmente!) per acquisito il concetto che i piccoli comuni, in modo particolare quelli delle aree interne del nostro Appennino, costituiscono un rilevante patrimonio ambientale, sociale ed economico per il nostro Paese.
Si tratta della qualità della vita che offrono, del senso d’identità e di appartenenza dei cittadini alla propria terra, dei valori comunitari e umani, del sentimento di fiducia nelle istituzioni locali, nonché della ricchezza naturalistico-ambientale e storico-culturale, sia di quanto presente al loro interno, che del contesto in cui risultano inserite. Un inestimabile patrimonio che corre il rischio, senza giustificazione alcuna, di essere abbandonato per le quotidiane difficoltà che i cittadini che vi risiedono si trovano ad affrontare, sia per l’inadeguatezza di servizi essenziali, quali quelli sociosanitari e scolastici, che per la carenza di risorse economiche e/o di offerta di lavoro e di servizi di trasporto pubblico, in situazioni spesso di difficile accessibilità.
Le ricchezze che i piccoli comuni possiedono (patrimonio agroforestale, spesso in fase di abbandono, produzione agricola di qualità, abilità manifatturiere e artigianali, tradizioni enogastronomiche, peculiarità culturali, artistiche, ambientali, naturalistiche, propensione all’utilizzo delle fonti rinnovabili ed al risparmio energetico) possono e debbono essere potenziate e valorizzate, nel rispetto della salvaguardia ambientale e nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse.
Nel contesto delle strategie di sviluppo locale è fondamentale, se non prioritario, perseguire, in tali contesti socio-economici, finalità ambientali ed ecologiche, quali la manutenzione del territorio, in relazione soprattutto alla regimazione idrogeologica per la protezione del suolo.
Potrebbero configurarsi utili approcci applicativi sperimentali, prendendo in considerazione, quali laboratori spaziali, luoghi circoscritti come i bacini idrografici minori, per sperimentare interventi di salvaguardia e valorizzazione del territorio, attraverso interventi in scala ridotta tali da mostrare, in tempi relativamente ristretti, tangibili risultati, replicabili in equivalenti contesti geologico-ambientali. ☺
A partire dal Rapporto ISPRA 128 del 2010 Multifunzionalità dell’azienda agricola e sostenibilità ambientale e, a seguire, dal Manuale 85 del 2013, dello stesso Istituto, Linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione attraverso misure e interventi in campo agricolo e forestale, che hanno preceduto il Rapporto conclusivo dei lavori relativi alla “Conferenza nazionale del rischio idrogeologico, Prevenzione e mitigazione del rischio: le priorità per il governo del Paese, si può dare (finalmente!) per acquisito il concetto che i piccoli comuni, in modo particolare quelli delle aree interne del nostro Appennino, costituiscono un rilevante patrimonio ambientale, sociale ed economico per il nostro Paese.
Si tratta della qualità della vita che offrono, del senso d’identità e di appartenenza dei cittadini alla propria terra, dei valori comunitari e umani, del sentimento di fiducia nelle istituzioni locali, nonché della ricchezza naturalistico-ambientale e storico-culturale, sia di quanto presente al loro interno, che del contesto in cui risultano inserite. Un inestimabile patrimonio che corre il rischio, senza giustificazione alcuna, di essere abbandonato per le quotidiane difficoltà che i cittadini che vi risiedono si trovano ad affrontare, sia per l’inadeguatezza di servizi essenziali, quali quelli sociosanitari e scolastici, che per la carenza di risorse economiche e/o di offerta di lavoro e di servizi di trasporto pubblico, in situazioni spesso di difficile accessibilità.
Le ricchezze che i piccoli comuni possiedono (patrimonio agroforestale, spesso in fase di abbandono, produzione agricola di qualità, abilità manifatturiere e artigianali, tradizioni enogastronomiche, peculiarità culturali, artistiche, ambientali, naturalistiche, propensione all’utilizzo delle fonti rinnovabili ed al risparmio energetico) possono e debbono essere potenziate e valorizzate, nel rispetto della salvaguardia ambientale e nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse.
Nel contesto delle strategie di sviluppo locale è fondamentale, se non prioritario, perseguire, in tali contesti socio-economici, finalità ambientali ed ecologiche, quali la manutenzione del territorio, in relazione soprattutto alla regimazione idrogeologica per la protezione del suolo.
Potrebbero configurarsi utili approcci applicativi sperimentali, prendendo in considerazione, quali laboratori spaziali, luoghi circoscritti come i bacini idrografici minori, per sperimentare interventi di salvaguardia e valorizzazione del territorio, attraverso interventi in scala ridotta tali da mostrare, in tempi relativamente ristretti, tangibili risultati, replicabili in equivalenti contesti geologico-ambientali. ☺
I piccoli comuni, in modo particolare quelli delle aree interne del nostro Appennino, costituiscono un rilevante patrimonio ambientale, sociale ed economico per il nostro Paese. Nel contesto delle strategie di sviluppo locale è fondamentale perseguire, in tali contesti socio-economici, finalità ambientali ed ecologiche, quali la manutenzione del territorio, in relazione soprattutto alla regimazione idrogeologica per la protezione del suolo.
A partire dal Rapporto ISPRA 128 del 2010 Multifunzionalità dell’azienda agricola e sostenibilità ambientale e, a seguire, dal Manuale 85 del 2013, dello stesso Istituto, Linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione attraverso misure e interventi in campo agricolo e forestale, che hanno preceduto il Rapporto conclusivo dei lavori relativi alla “Conferenza nazionale del rischio idrogeologico, Prevenzione e mitigazione del rischio: le priorità per il governo del Paese, si può dare (finalmente!) per acquisito il concetto che i piccoli comuni, in modo particolare quelli delle aree interne del nostro Appennino, costituiscono un rilevante patrimonio ambientale, sociale ed economico per il nostro Paese.
Si tratta della qualità della vita che offrono, del senso d’identità e di appartenenza dei cittadini alla propria terra, dei valori comunitari e umani, del sentimento di fiducia nelle istituzioni locali, nonché della ricchezza naturalistico-ambientale e storico-culturale, sia di quanto presente al loro interno, che del contesto in cui risultano inserite. Un inestimabile patrimonio che corre il rischio, senza giustificazione alcuna, di essere abbandonato per le quotidiane difficoltà che i cittadini che vi risiedono si trovano ad affrontare, sia per l’inadeguatezza di servizi essenziali, quali quelli sociosanitari e scolastici, che per la carenza di risorse economiche e/o di offerta di lavoro e di servizi di trasporto pubblico, in situazioni spesso di difficile accessibilità.
Le ricchezze che i piccoli comuni possiedono (patrimonio agroforestale, spesso in fase di abbandono, produzione agricola di qualità, abilità manifatturiere e artigianali, tradizioni enogastronomiche, peculiarità culturali, artistiche, ambientali, naturalistiche, propensione all’utilizzo delle fonti rinnovabili ed al risparmio energetico) possono e debbono essere potenziate e valorizzate, nel rispetto della salvaguardia ambientale e nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse.
Nel contesto delle strategie di sviluppo locale è fondamentale, se non prioritario, perseguire, in tali contesti socio-economici, finalità ambientali ed ecologiche, quali la manutenzione del territorio, in relazione soprattutto alla regimazione idrogeologica per la protezione del suolo.
Potrebbero configurarsi utili approcci applicativi sperimentali, prendendo in considerazione, quali laboratori spaziali, luoghi circoscritti come i bacini idrografici minori, per sperimentare interventi di salvaguardia e valorizzazione del territorio, attraverso interventi in scala ridotta tali da mostrare, in tempi relativamente ristretti, tangibili risultati, replicabili in equivalenti contesti geologico-ambientali. ☺
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