Don ulisse e san giuliano
30 Aprile 2017
La Fonte (351 articles)
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Don ulisse e san giuliano

Alcuni giorni prima del 31 ottobre 2002 la comunità di San Giuliano diede il benvenuto ad un nuovo parroco: don Ulisse Marinucci, proveniente da Termoli. Entusiasmati, ed anche incuriositi, molti si preparavano ad accoglierlo nel migliore dei modi. Qualche giorno dopo, però, questo paese fu colpito da una tragedia inimmaginabile: la perdita di ventisette bambini, una maestra e due residenti. Madre di altre tragedie, che ha causato permanenti ferite nella comunità.
Questo giovane e dinamico parroco riuscì, senza nessuna difficoltà, a stabilire relazioni e dialogo con tutti gli abitanti, cercando sempre di dare un aiuto concreto sul piano spirituale ma anche materiale. Sempre disponibile ad aiutare, a chi gli chiedeva soccorso lui dava con abbondanza. Alcuni devono a lui anche la possibilità di aver trovato una sistemazione lavorativa, tanti altri invece ricorderanno l’immensa fortuna avuta per averlo conosciuto e per aver apprezzato le sue doti di generosità e umanità. Il suo ricordo rimarrà sempre vivo in tutti gli abitanti di San Giuliano.
Mi chiedo cosa penserebbe oggi don Ulisse in merito all’accoglienza di mamme e fanciulli, proprio lui che da sempre aveva a che fare con gli ultimi!
Noi invece siamo sempre più convinti che fare accoglienza dà anche il pane e questa forse è stata la convinzione radicata nella mente del nostro caro conoscente Luca Odevaine che smistava esseri umani come se fossero pagnotte: “Facciamo un euro a profugo” questo è ciò che diceva ai suoi mentre il Ros lo ascoltava.
Il Centro accoglienza richiedenti asilo (C.A.R.A.) di Mineo, definito dai procuratori Bisogni e Vinciguerra mercimonio delle assunzioni attraverso il quale si è sviluppata una spregiudicata gestione dei posti di lavoro per l’illecita acquisizione del consenso elettorale mette in luce un altro aspetto, molto più drammatico delle stesse accuse rivolte agli indagati che, comunque andrà, se la caveranno egregiamente.
Le ipotesi di reato più significative sulla gestione del mercimonio delle assunzioni mette in risalto appunto aspetti più dolorosi da un punto di vista umano. Persone bisognose, quelle che con ogni probabilità non hanno conosciuto tempi peggiori se non questi, si sono rivolte ai padroncelli di turno per un posto di lavoro anche solo per pochi giorni.
Sindaci forse incapaci o inadeguati al ruolo che rivestono, o convinti di esser scesi giù in terra, unti dal Signore detentori a loro modo del destino di povera gente affamata di un lavoro, hanno dato vita appunto ad un vero e proprio mercimonio fregandosene del fatto che stavano gestendo allegramente la vita di esseri umani, sindaci che non hanno fatto altro che spartirsi le assunzioni a vario titolo e livello. Ora si ritrovano tutti felicemente indagati.
Questo potrebbe succedere anche per il non ancora definito centro di smistamento di carne umana e le premesse ci sarebbero tutte. Il silenzio assordante dei sindaci dei comuni limitrofi, l’assenza scandalosa del sindaco Barbieri che invece di aggiornare la popolazione sugli sviluppi dell’imminente istituzione del carnaio sembra invece svanito forse nel viluppo degli impegni provinciali.
Ecco perché tra i tanti chiediamo anche al signor Mignogna se i massoni che sono seduti comodamente su tutte le poltrone di comando di questa regione a qualsiasi livello di potere, non abbiano per caso messo già le mani sul secondo grande affare dopo quello della ricostruzione post terremoto. Non si fermi pure lui solo a delle iniziali illazioni e poi svanire nel nulla. Qui c’è gente ancora viva, per nulla vogliosa di aver a che fare con questo porcaio.
Chiediamo anche a lui se per caso potrebbero esserci pericoli di tale portata, cioè l’eventualità che sindaci incapaci e inadeguati possano dividersi le “fette” di esseri umani da assumere. Ci farebbe piacere sapere anche l’opinione di coloro che nell’immediato post 31 ottobre 2002 si sono prodigati con affanno a sbandierare le loro prolusioni sul corretto modo di gestire la res publica a cominciare dal dottor Magrone, mittente di svariate richieste di rinvio a giudizio inerenti appunto il modo allegro di gestire il post terremoto degli allora amministratori così, oltre ad onorarci di esser nostro concittadino, ci onori anche di un suo pensiero.
Ci farebbe piacere sapere cosa ne pensa l’ex senatore Astore, l’ex vice sindaco Di Stefano, autore della famosa lettera di dimissioni nella quale prevedeva periodi forieri di eventi nefasti, queste persone, che anni or sono erano culo e camicia con l’inafferrabile sindaco, oggi a fatica ne ricordiamo il volto. Cosa ne pensa l’intero Comitato Vittime visto che si parla appunto di esseri umani, tra cui bambini tanto richiesti dal nostro sindaco?
Ma dove sono andate a finire?
Noi comunque continuiamo a bussare all’uscio del signor Luca Odevaine per chiedergli se è vero o no che ha dato una mazzetta al nostro sindaco, se non altro per sapere se l’uno deve querelare l’altro per calunnia, perché solerte com’è stato il signor Barbieri a querelarci per i nostri articoli, non possiamo credere che di fronte ad una così infamante accusa, non abbia fatto nulla, data l’assoluta sicurezza del suo corretto operato di questi anni.
Ecco perché continueremo a gridare a chi di dovere di non abbassare mai la guardia.
Non vorremmo ancora motivi aggiuntivi perché il modello Molise venga accuratamente evitato.

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