E MANGERETE COSE BUONE di Rosalba Manes | La Fonte TV
Forse in pochi sanno che il cibo non è solo un argomento oggi in voga per via dell’Expo di Milano o per via del diffondersi di numerose malattie alimentari tra gli adolescenti (e non solo), ma anche un tema caro alla Bibbia. Nel nuovo libro di Rosalba Manes «E mangerete cose buone». Il cibo nella Bibbia, edito dalle Edizioni Messaggero Padova, vengono sviscerati vari aspetti del tema alimentazione all’interno dell’ universo biblico.
Per la Bibbia il cibo non è solo questione di calorie da ingerire per assicurarsi la sopravvivenza, ma una realtà assai più complessa che tocca la sfera delle relazioni e degli affetti. Marcel Proust nella sua opera Alla ricerca del tempo perduto associa il sapore di una petite madeleine a una carezza d’infanzia, descrivendo a partire dal cibo un ritorno a emozioni passate e attribuendo a questo dolce da tè un potere altamente evocativo. Il gusto è un senso importante anche nella Bibbia: si può gustare un ottimo piatto (cf. Gen 27,14), ma anche la bontà di Dio (cf. Sal 34,9) e la bontà della comunione fraterna (cf. Sal 133,1).
Il cibo è esperienza che ricorda all’uomo che egli non basta a se stesso, ma riceve dall’esterno il necessario per vivere; è dono che viene da Dio che dispone sempre del necessario per il nutrimento dell’uomo, anche nelle situazioni di maggiore indigenza; è responsabilità dell’uomo coltivare la terra mediante un impegno costante; il cibo inoltre è esperienza di comunione tra persone che sperimentano particolare vicinanza e affinità; è il diritto inviolabile di ogni lavoratore; è la concretezza della consegna d’amore del Dio fatto uomo ai suoi discepoli e a ogni credente mediante il pane eucaristico.
Dono e responsabilità sono le coordinate lungo cui corre la storia del cibo nella Bibbia. Il cibo è per l’uomo, non l’uomo per il cibo, ricorda Paolo. Il cibo nasce come esperienza di costruzione di sé, dell’umano: diventa realtà nauseabonda se accaparrato in modo egoistico, è invece godimento e gioia se preparato con sobrietà e condiviso gioiosamente con gli altri, specie con quelli che non possono ricambiare.☺
E MANGERETE COSE BUONE
Forse in pochi sanno che il cibo non è solo un argomento oggi in voga per via dell’Expo di Milano o per via del diffondersi di numerose malattie alimentari tra gli adolescenti (e non solo), ma anche un tema caro alla Bibbia. Nel nuovo libro di Rosalba Manes «E mangerete cose buone». Il cibo nella Bibbia, edito dalle Edizioni Messaggero Padova, vengono sviscerati vari aspetti del tema alimentazione all’interno dell’ universo biblico.
Per la Bibbia il cibo non è solo questione di calorie da ingerire per assicurarsi la sopravvivenza, ma una realtà assai più complessa che tocca la sfera delle relazioni e degli affetti. Marcel Proust nella sua opera Alla ricerca del tempo perduto associa il sapore di una petite madeleine a una carezza d’infanzia, descrivendo a partire dal cibo un ritorno a emozioni passate e attribuendo a questo dolce da tè un potere altamente evocativo. Il gusto è un senso importante anche nella Bibbia: si può gustare un ottimo piatto (cf. Gen 27,14), ma anche la bontà di Dio (cf. Sal 34,9) e la bontà della comunione fraterna (cf. Sal 133,1).
Il cibo è esperienza che ricorda all’uomo che egli non basta a se stesso, ma riceve dall’esterno il necessario per vivere; è dono che viene da Dio che dispone sempre del necessario per il nutrimento dell’uomo, anche nelle situazioni di maggiore indigenza; è responsabilità dell’uomo coltivare la terra mediante un impegno costante; il cibo inoltre è esperienza di comunione tra persone che sperimentano particolare vicinanza e affinità; è il diritto inviolabile di ogni lavoratore; è la concretezza della consegna d’amore del Dio fatto uomo ai suoi discepoli e a ogni credente mediante il pane eucaristico.
Dono e responsabilità sono le coordinate lungo cui corre la storia del cibo nella Bibbia. Il cibo è per l’uomo, non l’uomo per il cibo, ricorda Paolo. Il cibo nasce come esperienza di costruzione di sé, dell’umano: diventa realtà nauseabonda se accaparrato in modo egoistico, è invece godimento e gioia se preparato con sobrietà e condiviso gioiosamente con gli altri, specie con quelli che non possono ricambiare.☺
Forse in pochi sanno che il cibo non è solo un argomento oggi in voga per via dell’Expo di Milano o per via del diffondersi di numerose malattie alimentari tra gli adolescenti (e non solo), ma anche un tema caro alla Bibbia. Nel nuovo libro di Rosalba Manes «E mangerete cose buone». Il cibo nella Bibbia, edito dalle Edizioni Messaggero Padova, vengono sviscerati vari aspetti del tema alimentazione all’interno dell’ universo biblico.
Per la Bibbia il cibo non è solo questione di calorie da ingerire per assicurarsi la sopravvivenza, ma una realtà assai più complessa che tocca la sfera delle relazioni e degli affetti. Marcel Proust nella sua opera Alla ricerca del tempo perduto associa il sapore di una petite madeleine a una carezza d’infanzia, descrivendo a partire dal cibo un ritorno a emozioni passate e attribuendo a questo dolce da tè un potere altamente evocativo. Il gusto è un senso importante anche nella Bibbia: si può gustare un ottimo piatto (cf. Gen 27,14), ma anche la bontà di Dio (cf. Sal 34,9) e la bontà della comunione fraterna (cf. Sal 133,1).
Il cibo è esperienza che ricorda all’uomo che egli non basta a se stesso, ma riceve dall’esterno il necessario per vivere; è dono che viene da Dio che dispone sempre del necessario per il nutrimento dell’uomo, anche nelle situazioni di maggiore indigenza; è responsabilità dell’uomo coltivare la terra mediante un impegno costante; il cibo inoltre è esperienza di comunione tra persone che sperimentano particolare vicinanza e affinità; è il diritto inviolabile di ogni lavoratore; è la concretezza della consegna d’amore del Dio fatto uomo ai suoi discepoli e a ogni credente mediante il pane eucaristico.
Dono e responsabilità sono le coordinate lungo cui corre la storia del cibo nella Bibbia. Il cibo è per l’uomo, non l’uomo per il cibo, ricorda Paolo. Il cibo nasce come esperienza di costruzione di sé, dell’umano: diventa realtà nauseabonda se accaparrato in modo egoistico, è invece godimento e gioia se preparato con sobrietà e condiviso gioiosamente con gli altri, specie con quelli che non possono ricambiare.☺
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