educazione fisica
30 Giugno 2010 Share

educazione fisica

 

Oltre sessant’anni fa nacque la Repubblica, si scrisse la Costituzione…; sull’Educazione Fisica nazionale e lo sport “cooptati” dal regime fascista, che precedette la costituzione della Repubblica, pochi avevano le idee chiare, molti pensavano in termini ideologici. Tra i pochi, nessuno contava politicamente, cosa diversa tra i molti, ma ci si orientò comunque e con chiarezza a definire competenze e ruoli, cosa non da poco: al CONI, lo sport “Olimpico” e, specificatamente, quello “competitivo”, difatti l’acronimo significa: Comitato Olimpico Nazionale Italiano; alla SCUOLA l’Educazione Fisica e sportiva, ovvero l’aspetto “Educativo”; agli EPS la “promozione sportiva”, difatti l’acronimo significa: Enti di Promozione Sportiva.

Forse non c’erano le condizioni nella nuova Repubblica, considerato il precedente regime, per pensare ad un Ministero dell’Educazione Fisica e dello Sport. Ma bastava che ci fosse qualcuno, e c’era, che conoscesse un po’ di storia che non fosse solo quella ideologica, per avere le coordinate giuste per fare ciò che nessun paese dell’area europea aveva ancora fatto. Sarebbe bastato un buon funzionario, coerente e rigoroso, che non fosse sul libro paga dei politici nostrani e che non avesse “trascorsi” con il precedente regime, per garantire un buon CONI, una SCUOLA rigorosa e degli EPS coerenti. Questi “intrecciati e correlati” tra di loro avrebbero dovuto garantire una formazione educativa e sportiva… ma così non è stato ed ancora non è.

Si sono tagliati progressivamente non solo i soldi alla scuola, ma anche “la funzione dell’Educazione fisica e sportiva nella scuola” e sia la didattica che i Giochi Sportivi ed i Campionati Studenteschi sono diventati e sono rimasti una brutta e maldestra copia di quanto fanno le Federazioni Sportive e gli EPS, sicuramente “una” Educazione Fisica di parte” sottratta al confronto tecnico e scientifico, dove centrale doveva e dovrebbe rimanere la scuola; si sono tagliati i soldi agli EPS includendoli, in nome di una democrazia realizzata, nel CONI per allargare la famiglia ed inventare un marito e due mogli; i Giochi Olimpici, insieme a tutte le manifestazioni competitive federali, soprattutto di calcio, sono rimasti la “prima moglie”, privilegiata e molto  “escort”, di rango nobile, ereditiera di patrimoni immensi ed utile ad alimentare i sogni gheisha di uomini e donne dello sport italiani e non. Certo hanno consentito e consentono un bilancio economico e di cassa funzionale a qualsiasi potere economico e politico.

Trovo offensivo, dal mio punto di vista ed in qualità di Docente di Educazione Fisica nella scuola statale, che si celebri una giornata nazionale dello sport dove si dica, nell’assenso tacito ed irriverente degli addetti ai lavori, che questa rappresenti: “l’appuntamento istituzionale destinato allo Sport per Tutti; il progetto articolato sull’intero territorio nazionale dedicato ai giovani, alle loro famiglie, agli insegnanti, agli operatori sportivi, ai cittadini tutti, per vivere lo sport in spazi aperti, nelle palestre; il miglior allenamento per la vita (… difatti! basta osservare ogni giorno cosa avviene sui campi di gioco, mondiali di calcio compresi!); la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’utilità e sui benefici che la pratica sportiva apporta in termini di benessere e forma fisica offrendo ai cittadini l’opportunità di un primo approccio pratico; l’occasione per comprendere che la pratica sportiva contribuisce in modo determinante alla costruzione dell’autostima, dell’autonomia personale e del senso di sé, oltre alla presa di coscienza di una serie di valori etici fondamentali come l’amicizia, la tolleranza, la solidarietà, l’autodisciplina, la responsabilità; il messaggio: Sport = Palestra di vita….”, cioè: progetti, obiettivi, appuntamenti istituzionali, funzioni che appartengono “tutti” alla scuola statale dove libero, gratuito, garantito a tutti ne è l’insegnamento  o dovrebbe essere.

Ma dov’è la scuola, dove sono le scuole, dove sono le verifiche perché il dettame costituzionale trovi attuazione? La regione Molise, per fare un esempio, in regime di autonomia regionale, quanti soldi destina all’Educazione Fisica e allo sport scolastico?

Oggi, dal mio punto di vista di docente di Educazione Fisica e sport, vedo, ma non vorrei vedere, una manifestazione di rassegnati precari e servi inconsapevoli dell’Educazione Fisica e Sport, manovrati da maldestri promotori di una promozione dello sport, disattenti alle garanzie istituzionali e preoccupati di far tornare conti ed immagine ad uno sport che quando è Olimpico non può salire in cattedra e parlare di “educativo e promozione dello sport”. Per farlo, e lo potrebbe fare, deve dialogare tra pari e con conti alla pari. E, per non apparire sempre e solo “critico”, una proposta ai Signori della seconda Repubblica e al coro degli entusiasti di questo sport, non certo di Educazione Fisica e Sportiva: destinare (meglio: restituire) il 2%, solo il 2%, di tutte le retribuzioni e gli ingaggi annuali che superano i centomila euro di quanti fanno e vivono di C.O.N.I., alla Scuola Pubblica e alla Promozione sportiva e controllare con rigore democratico ed economico il loro utilizzo!

“Io vagabondo”, continuo a sognare che sia possibile un’Educazione Fisica e Sportiva nel suo luogo privilegiato che è e rimane la scuola statale. Ma perché il sogno sia possibile, le istituzioni della Repubblica ed i loro “satrapi e satrapini” non possono continuare a proporre “escort” ed immagini “gheishe”; basterebbe che, intanto, nella scuola dove lavoro e dove lavorano migliaia di Docenti, venga garantito quanto previsto dalle leggi, che loro hanno scritto, perché il docente di Educazione Fisica possa svolgere la propria funzione! Per cominciare basterebbe realizzare delle scuole sicure e corrispondenti ai dettami della Legge, ovvero in regola con i regolamenti e le disposizioni: una scuola = almeno una palestra ed un campo da gioco!

Intanto, alla soglia dei quarant’anni di servizio, interrotti da questa iniqua manovra economica nazionale, per rivendicare il mio ruolo “docente”, “con orgoglio” mi continuo a tenere, cucito saldamente nella mia storia personale, questo lurido ed inverecondo vestito di “prof. incline al turpiloquio e sobillatore”, solo perché non rinuncio a rivendicare un diritto costituzionale, di funzione e, soprattutto, non sopporto l’idea di diventare terza moglie del CONI, cosa che troppi già assolvono nella scuola.☺

polsmile@tin.it

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