
Emergenza acqua
Diciamo la verità: le questioni in Molise si affrontano quando scatta l’emergenza. Eh sì, è in quel momento particolare, dettato da una crisi, da un problema, da un timore, dalla poca chiarezza e trasparenza, che parte quella maratona politica per “mettere una toppa”, raccogliere la rabbia dei cittadini e correre nell’ufficio di presidenza del consiglio – ovviamente è simbolico, in realtà vince chi prende per primo il protocollo digitale – per presentare l’atto cercando di anticipare l’altro partito o l’altro consigliere regionale. Segue una bella nota stampa per ergersi a salvatori del Molise dimostrando ai cittadini che si è solidali con loro.
Dopo, il nulla!
Che non esisteva un Danilo Dolci in Molise lo scrissi già mesi fa, ma che ci si dimentichi dei problemi perché è passata l’emergenza è umiliante. Purtroppo, causa il marketing politico o la rincorsa dei like equiparati al consenso (erroneamente), il politico ha abbandonato il coraggio di raccontare la verità, proporre una programmazione per un bene comune, fare informazione e contribuire allo sviluppo di una coscienza di cittadinanza attiva e consapevole. Non ha altra scelta, altra strada, altra possibilità se non quella di strumentalizzare una crisi o, peggio, costruirne una alimentando timori e immaginando nemici.
Così in Molise, mentre durante l’ennesima crisi idrica si urlava la necessità di interrompere l’erogazione dell’acqua a Benevento (forse qualcuno voleva assetare quel territorio), leggevo di un emendamento di Fitto in aiuto alla Puglia che dichiarava l’Acquedotto Pugliese opera di interesse strategico del Paese. Non ho seguito l’iter dell’emendamento ma la cosa mi ha suscitato molto interesse per diverse ragioni. Una fra tutte è legata al fatto che la situazione gestionale del servizio idrico in Puglia è sovrapponibile a quella del Molise ma con delle differenze sostanziali: la maggior parte del totale dell’acqua scambiata all’interno dell’autorità del distretto meridionale è molisana; il Molise ha inseguito la necessità di una gestione unitaria del servizio idrico integrato attraverso una società interamente pubblica e partecipata dai Comuni (la GRIM), la Puglia ha blindato la società Acquedotto Pugliese (simile a Molise Acque per intenderci) evitando una gara d’appalto e impegnandosi a conferire le azioni della società ai Comuni.
Resta in sospeso in Molise la questione Molise Acque che a sua volta partecipa in GRIM ma che continua a comportarsi coe il grande grossista della risorsa molisana ostacolando la gestione unitaria di tutto il ciclo dell’acqua. Insomma, Molise Acque si sente un po’ come la Società Acque del Sud S.p.A. – nata dalle ceneri dell’Ente pubblico non economico per lo Sviluppo dell’Irrigazione, la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia – società attualmente partecipata dal Ministero delle Economie e delle Finanze, e che assolve principalmente i compiti della gestione, esercizio e manutenzione delle grandi opere idrauliche ed agisce quale fornitore all’ingrosso di acqua non trattata per usi potabili agli acquedotti Pugliese, Lucano ed al Consorzio Jonico Cosentino in Calabria; per usi irrigui a nove consorzi di bonifica nelle regioni Basilicata, Campania e Puglia e per usi industriali all’ILVA di Taranto.
Mentre noi guardavamo al nostro orticello, ormai secco, chiedendo di chiudere l’acqua ai cittadini non molisani, ACEA e Acquedotto Pugliese a novembre 2024 si preparavano per diventare partner industriali della Società Acque del Sud con l’obiettivo di contribuire a rilanciare la gestione degli invasi e delle infrastrutture idrauliche del Mezzogiorno.
Aspettando la prossima crisi, chissà se la Puglia realizzerà in futuro il sogno di diventare il gestore unico delle acque del meridione!?☺