Emilio notte
30 Ottobre 2014 Share

Emilio notte

Emilio Notte è nato il 30 gennaio 1891 da genitori veneti – il padre era di Marostica, la madre era vicentina. Giovanni Notte, ricevitore del Registro, giunse a Ceglie Messapica perché era stato inviato a reggere il locale ufficio. Da Ceglie, i Notte si trasferirono a Lagonegro, Serino e Bovino, dove Emilio frequentò le ginnasiali, a Sant’Angelo dei Lombardi dove, invece, frequentò il locale liceo. Risale a questo periodo il suo interessamento alla pittura: dipinge tutto quello che vede, da portoni a stemmi gentilizi, da ritratti a paesaggi, dimostrando una abilità innata.

Precoce maestria

Il padre, colpito dalla maestria del proprio figliolo, lo accompagna a Napoli presso lo studio di Vincenzo Volpe, direttore dell’Accademia di Belle Arti, succeduto al Morelli alla direzione della prestigiosa Accademia. I lavori presentati a Volpe ebbero un’ accoglienza straordinaria, tanto che, Notte lasciò gli studi liceali e si trasferì a Napoli, accompagnato da una sorella della madre e prese in affitto un paio di stanzette ai Guantai, alle spalle di Toledo. È il 1906, e Notte ha appena 15 anni. Restò a Napoli poco più di un anno, perché un nuovo trasferimento portò il genitore a Prato nel 1908. È in questa città che si sviluppa veramente l’arte pittorica del promettente artista. Prato vuole dire il contatto con l’ambiente fiorentino, ma, soprattutto, l’incontro con la pittura di Filippo Lippi e il ciclo degli affreschi absidali nel duomo. Si iscrisse, quindi, all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1906. Durante il primo anno frequentò il corso normale, mentre negli anni successivi passò ai corsi speciali di Disegno Ornato. Nel 1907 suo padre fece domanda per ottenere per il figlio Emilio un sussidio che gli viene negato. Nel 1908 fu il miglior allievo nella prova di Ornato con voto di ventisette e menzione di 2° grado. Nel 1911, sempre nella prova di ornato ottenne il voto di ventiquattro e la menzione di 2° grado. Si diplomò il 20 giugno 1912.

Il futurista

Durante la stagione fiorentina ebbe fra i maestri Aristide Sartorio, frequentò lo studio di Fattori che, per primo, lo avviò alla conoscenza dei nuovi movimenti pittorici europei. Dal 1912, partecipò al gruppo futurista. A Firenze, con Lucio Venna, firmò il manifesto sul Fondamento Lineare Geometrico, documento non di enunciazioni generiche o velleitarie, ma di contenuti chiari e concreti che, in avvenire, saranno alla base dell’impianto di tutte le sue pitture. A causa del primo conflitto mondiale il suo percorso artistico subì dolorose interruzioni. Dipinse opere di capitale importanza per lo sviluppo e l’affermazione della sua personalità già vicina alla piena maturazione. Il soggiorno a Venezia, nel dopoguerra, fu un intermezzo di nuove esperienze a contatto con capolavori presenti nella Serenissima. Subito dopo riprese il cammino assieme ai compagni futuristi.

Impatto napoletano

Durante il periodo romano vinse, nel 1922, il Pensionato Nazionale, che segnò, comunque, una sosta nel suo lavoro. Al suo arrivo a Napoli nel 1929, la città non gli apparve più come il centro che aveva visto al suo primo incontro. L’impatto di Notte con l’ambiente culturale napoletano fu molto violento. Era stato designato alla cattedra di pittura ma incontrò tante difficoltà che fu costretto a ripiegare su quella di decorazione. Notte diede subito battaglia, assunse per assistente un architetto e indirizzò gli alunni a nuove esperienze, anche le più audaci e temerarie. Era abituato a combattere vecchie concezioni artistiche, ma anche sociali, perché aveva alle spalle un bagaglio di conoscenze che gli permettevano di gareggiare con i maggiori esponenti della cultura dell’epoca.

Disavventure

Lo aveva già dimostrato nei salotti della Sarfatti, ma anche con Malaparte, Settimelli, Binazzi ed altri, nella Milano di inizio secolo (dove si era trasferito e sposato), prendendo in affitto uno studio in via Arena fuori Porta Ticinese. Nel suo studio passarono Ada Negri e la Sarfatti, ma anche Carrà e Severini, Marinetti e Mazza. In contrasto con questo mondo, Notte inizia anche la sua militanza politica nel PCI. Le disavventure napoletane, l’amarezza di tanti anni di lotta non lo fanno recedere, ed infatti, rimane a Napoli sino alla morte, insegnando all’Accademia, di cui è stato anche direttore, sino al 1963, anno di collocamento in pensione.

Emilio Notte, professore all’ Accademia, maestro di varie generazioni di pittori, da quella di Mario Colucci ai giovani del gruppo ’58, annovera anche fra i suoi allievi Persico, Del Pezzo, Fergola, Biasi Alfano, De Ruggiero, Antonio Pettinicchi ed altri. Sempre legato alla sua città natale, le volle testimoniare il suo affetto, donando al Comune di Ceglie, per costruire una Galleria d’Arte Moderna che porta il suo nome, alcuni dei suoi dipinti più famosi. Suoi quadri si trovano in Musei e Gallerie nazionali ed internazionali. È  morto a Napoli il 7 luglio 1982. ☺

 

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