fiat mazziata
29 Aprile 2013 Share

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Si sono chiuse in data 17 aprile 2013 le cause individuali intentate dai 25 iscritti alla FIOM discriminati nella retribuzione a partire dal mese di maggio 2012 con decurtazione dello stipendio di circa 300 euro al mese, motivata pretestuosamente dalla FIAT dall'applicazione del CCNL 2008 – prevedente tariffe retributive inferiori – dichiarato ultrattivo dal giudice nel processo per condotta antisindacale vinto dalla FIOM sul riconoscimento della sua rappresentanza in azienda.

A seguito della predetta decurtazione la FIOM intentava un nuovo processo per condotta antisindacale, atteso che l'iniqua e arbitraria iniziativa della FIAT aveva fatto perdere all'O.S. 185 iscritti. Anche in questo caso il Giudice dichiarava l'antisindacalità della condotta dell'azienda torinese e ordinava alla medesima di desistere per il futuro dal ridurre la retribuzione degli iscritti FIOM e di ripristinare il trattamento economico goduto in precedenza, provvedimento che veniva confermato il 20 marzo 2013 con sentenza del Presidente del Tribunale di Larino all'esito dell'opposizione promossa da FIAT.

Ebbene, il Giudice del Lavoro del Tribunale di Larino, Dr. Aldo Aceto, nella giornata del 17 aprile 2013, ha accolto totalmente le domande dei 25 lavoratori, accertando la natura discriminatoria delle decurtazioni retributive, ordinando all'azienda di astenersi per il futuro dall'effettuare ulteriori decurtazioni dalle retribuzioni dei lavoratori iscritti alla FIOM – CGIL, condannando la medesima al risarcimento del danno patrimoniale mediante il pagamento delle differenze retributive non percette in virtù della condotta di FIAT con interessi e rivalutazione monetaria nonché al risarcimento del danno non patrimoniale. Il magistrato ha, altresì, ordinato la pubblicazione del provvedimento  sul quotidiano Il Corriere della Sera ed il pagamento delle spese legali.

Con particolare riferimento al riconosciuto diritto al danno non patrimoniale, il Giudice afferma trattarsi di “ristoro adeguato alle privazioni ed alle sofferenze che i ricorrenti hanno dovuto subire per la loro adesione ad un sindacato e l'ossequio ad un credo politico/sindacale che li ha posti in una situazione di vera e propria stigma. Tutto ciò in plateale e aperto contrasto con i valori difesi e perseguiti dall'art. 2 Cost. ed in spregio al diritto di ogni singola persona di esprimere liberamente la propria personalità anche e soprattutto negli ambienti di lavoro ed in ogni formazione sociale in cui essa si esprime”.

È evidente la portata dirompente non solo del riconoscimento del danno non patrimoniale, di non immediata tangibilità e, per questo, raramente concesso dalla giurisprudenza, ma anche della motivazione resa dal giudice, che trae forza ed incisività dal respiro “poetico” della nostra Costituzione.

Hanno espresso grande soddisfazione il Segretario nazionale della FIOM CGIL Maurizio Landini, il Segretario Regionale della Fiom Cgil Giuseppe Tarantino, il Responsabile Industria CGIL Molise Giovanni D'Aguanno, gli scriventi avvocati della FIOM, che hanno condotto e vinto sinora tutte le battaglie di questo aspro conflitto, nonché i rappresentanti della Fiom nell'unità produttiva di Termoli, rimasti a valoroso presidio dei diritti dei lavoratori anche in questo difficile momento economico, nel quale ancor più odiosa è stata l'aggressione ai diritti del sindacato e dei lavoratori da parte della più importante azienda italiana.

Tale ennesima vittoria deve restituire coraggio a chi ha revocato la tessera alla FIOM dopo la riduzione del salario arbitrariamente operata dalla FIAT, ma anche insegnare a tutti i lavoratori, anche a quelli iscritti ai sindacati che hanno stipulato l'accordo con la FIAT, che la lotta paga!☺

 

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