“Un immigrato è un essere umano, differente per provenienza, cultura e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare nell’ambito del lavoro dove è più facile lo sfruttamento, ma anche nell’ambito delle condizioni concrete di vita”. Così si è pronunciato il Papa, Benedetto XVI, in merito alla situazione degli immigrati, ribadendo la necessità dell’accoglienza pur nel rispetto della legalità.
La società moderna è caratterizzata dalla mobilità delle persone: non è più l’emigrazione di una volta. Il mercato del lavoro, scambi culturali e, ahimè, guerre e violenze portano milioni di persone a lasciare il proprio paese.
In Italia negli ultimi 30 anni sono arrivati oltre 4 milioni di persone provenienti da circa 200 paesi diversi. Il dato più preoccupante è quello dei minori non accompagnati: ogni anno arrivano nel nostro territorio circa 8.000 minori che vengono accolti in famiglie o istituti. Un buon 10% è irreperibile.
Gli stati d’animo e gli atteggiamenti sono molto contrastanti: da una parte vi è la consapevolezza di azioni a protezione dei minori e degli immigrati che sono in palese, evidente difficoltà, dall’altra si hanno ronde, caccia all’immigrato, violenze di ogni genere. La divisione nella popolazione è determinata anche dalla Politica che ritiene di risolvere una problematica di vaste dimensioni con i proclami o con i respingimenti.
Alla ormai atavica assenza di politiche familiari, aggiungiamo quella di politiche sociali e di integrazione. Necessita, in questo campo, un sostanziale cambio di passo impegnandosi tutti per rendere concreti ed esigibili i diritti umani, spesso declamati ma altrettanto spesso disattesi: i fatti di Rosarno sono figli di questa politica della contraddizione e della miopia.
Solidarietà, accoglienza, rispetto dei diritti umani, assistenza ai più deboli caratterizzano una società che si definisce civile ed evoluta. La globalizzazione ha portato anche il fenomeno delle grandi migrazioni che aprono nuovi orizzonti, nuove relazioni. L’alzata di scudi è la testimonianza di mancanza di coraggio, la paura di aprirsi agli altri. Di fronte al dramma di tante persone in difficoltà, tutti siamo chiamati ad avere la schiena dritta per vincere egoismo, cinismo e indifferenza.
Ogni vita umana ha dignità, ha diritti inalienabili che nessuno può ledere. “Io sono una persona e non un animale” ha affermato un giovane di pelle nera colpito alle gambe con un colpo di fucile nella vergognosa caccia all’uomo di Rosarno.
Siamo tutti sopra una miscela esplosiva fatta di illegalità diffusa e tollerata, di sfruttamento del lavoro nero e di mancanza di controllo del territorio. Sono molto gravi le parole del Presidente del Consiglio a margine della riunione del Consiglio dei Ministri tenutosi a Reggio Calabria che ha affermato che sono solo gli extracomunitari a ingrossare le fila delle organizzazioni criminali.
È una delle tante falsità della Politica. Sarebbe il caso invece di dire chiaramente che senza tanti immigrati molte aziende avrebbero chiuso, senza tante signore dell’Est molti nostri anziani sarebbero soli.
Certo il flusso va regolato, ma nessuno deve pensare di poter sfruttare chi è in uno stato di maggiore bisogno. Abbandonare tante persone in situazioni disumane è il peccato più grave che si possa commettere. Chi si professa cristiano non può pensare di starsene seduto tranquillo a casa sua e far finta che non è successo niente, tanto non tocca la sua persona.
Chiesa, comunità, associazioni devono intervenire per denunciare l’illegalità, bloccare lo sfruttamento, dare forza ai più deboli per il riconoscimento di quanto dovuto, di retribuzioni giuste.
L’ipotizzato disegno di legge sul permesso di soggiorno a punti è un ulteriore schiaffo alla Democrazia e alla Costituzione. Se accettiamo supinamente anche questo provvedimento, se restiamo in silenzio, dobbiamo avere contezza che stiamo favorendo nuove forme di schiavitù. ☺
riformista 85@libero.it
“Un immigrato è un essere umano, differente per provenienza, cultura e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare nell’ambito del lavoro dove è più facile lo sfruttamento, ma anche nell’ambito delle condizioni concrete di vita”. Così si è pronunciato il Papa, Benedetto XVI, in merito alla situazione degli immigrati, ribadendo la necessità dell’accoglienza pur nel rispetto della legalità.
La società moderna è caratterizzata dalla mobilità delle persone: non è più l’emigrazione di una volta. Il mercato del lavoro, scambi culturali e, ahimè, guerre e violenze portano milioni di persone a lasciare il proprio paese.
In Italia negli ultimi 30 anni sono arrivati oltre 4 milioni di persone provenienti da circa 200 paesi diversi. Il dato più preoccupante è quello dei minori non accompagnati: ogni anno arrivano nel nostro territorio circa 8.000 minori che vengono accolti in famiglie o istituti. Un buon 10% è irreperibile.
Gli stati d’animo e gli atteggiamenti sono molto contrastanti: da una parte vi è la consapevolezza di azioni a protezione dei minori e degli immigrati che sono in palese, evidente difficoltà, dall’altra si hanno ronde, caccia all’immigrato, violenze di ogni genere. La divisione nella popolazione è determinata anche dalla Politica che ritiene di risolvere una problematica di vaste dimensioni con i proclami o con i respingimenti.
Alla ormai atavica assenza di politiche familiari, aggiungiamo quella di politiche sociali e di integrazione. Necessita, in questo campo, un sostanziale cambio di passo impegnandosi tutti per rendere concreti ed esigibili i diritti umani, spesso declamati ma altrettanto spesso disattesi: i fatti di Rosarno sono figli di questa politica della contraddizione e della miopia.
Solidarietà, accoglienza, rispetto dei diritti umani, assistenza ai più deboli caratterizzano una società che si definisce civile ed evoluta. La globalizzazione ha portato anche il fenomeno delle grandi migrazioni che aprono nuovi orizzonti, nuove relazioni. L’alzata di scudi è la testimonianza di mancanza di coraggio, la paura di aprirsi agli altri. Di fronte al dramma di tante persone in difficoltà, tutti siamo chiamati ad avere la schiena dritta per vincere egoismo, cinismo e indifferenza.
Ogni vita umana ha dignità, ha diritti inalienabili che nessuno può ledere. “Io sono una persona e non un animale” ha affermato un giovane di pelle nera colpito alle gambe con un colpo di fucile nella vergognosa caccia all’uomo di Rosarno.
Siamo tutti sopra una miscela esplosiva fatta di illegalità diffusa e tollerata, di sfruttamento del lavoro nero e di mancanza di controllo del territorio. Sono molto gravi le parole del Presidente del Consiglio a margine della riunione del Consiglio dei Ministri tenutosi a Reggio Calabria che ha affermato che sono solo gli extracomunitari a ingrossare le fila delle organizzazioni criminali.
È una delle tante falsità della Politica. Sarebbe il caso invece di dire chiaramente che senza tanti immigrati molte aziende avrebbero chiuso, senza tante signore dell’Est molti nostri anziani sarebbero soli.
Certo il flusso va regolato, ma nessuno deve pensare di poter sfruttare chi è in uno stato di maggiore bisogno. Abbandonare tante persone in situazioni disumane è il peccato più grave che si possa commettere. Chi si professa cristiano non può pensare di starsene seduto tranquillo a casa sua e far finta che non è successo niente, tanto non tocca la sua persona.
Chiesa, comunità, associazioni devono intervenire per denunciare l’illegalità, bloccare lo sfruttamento, dare forza ai più deboli per il riconoscimento di quanto dovuto, di retribuzioni giuste.
L’ipotizzato disegno di legge sul permesso di soggiorno a punti è un ulteriore schiaffo alla Democrazia e alla Costituzione. Se accettiamo supinamente anche questo provvedimento, se restiamo in silenzio, dobbiamo avere contezza che stiamo favorendo nuove forme di schiavitù. ☺
“Un immigrato è un essere umano, differente per provenienza, cultura e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare nell’ambito del lavoro dove è più facile lo sfruttamento, ma anche nell’ambito delle condizioni concrete di vita”. Così si è pronunciato il Papa, Benedetto XVI, in merito alla situazione degli immigrati, ribadendo la necessità dell’accoglienza pur nel rispetto della legalità.
La società moderna è caratterizzata dalla mobilità delle persone: non è più l’emigrazione di una volta. Il mercato del lavoro, scambi culturali e, ahimè, guerre e violenze portano milioni di persone a lasciare il proprio paese.
In Italia negli ultimi 30 anni sono arrivati oltre 4 milioni di persone provenienti da circa 200 paesi diversi. Il dato più preoccupante è quello dei minori non accompagnati: ogni anno arrivano nel nostro territorio circa 8.000 minori che vengono accolti in famiglie o istituti. Un buon 10% è irreperibile.
Gli stati d’animo e gli atteggiamenti sono molto contrastanti: da una parte vi è la consapevolezza di azioni a protezione dei minori e degli immigrati che sono in palese, evidente difficoltà, dall’altra si hanno ronde, caccia all’immigrato, violenze di ogni genere. La divisione nella popolazione è determinata anche dalla Politica che ritiene di risolvere una problematica di vaste dimensioni con i proclami o con i respingimenti.
Alla ormai atavica assenza di politiche familiari, aggiungiamo quella di politiche sociali e di integrazione. Necessita, in questo campo, un sostanziale cambio di passo impegnandosi tutti per rendere concreti ed esigibili i diritti umani, spesso declamati ma altrettanto spesso disattesi: i fatti di Rosarno sono figli di questa politica della contraddizione e della miopia.
Solidarietà, accoglienza, rispetto dei diritti umani, assistenza ai più deboli caratterizzano una società che si definisce civile ed evoluta. La globalizzazione ha portato anche il fenomeno delle grandi migrazioni che aprono nuovi orizzonti, nuove relazioni. L’alzata di scudi è la testimonianza di mancanza di coraggio, la paura di aprirsi agli altri. Di fronte al dramma di tante persone in difficoltà, tutti siamo chiamati ad avere la schiena dritta per vincere egoismo, cinismo e indifferenza.
Ogni vita umana ha dignità, ha diritti inalienabili che nessuno può ledere. “Io sono una persona e non un animale” ha affermato un giovane di pelle nera colpito alle gambe con un colpo di fucile nella vergognosa caccia all’uomo di Rosarno.
Siamo tutti sopra una miscela esplosiva fatta di illegalità diffusa e tollerata, di sfruttamento del lavoro nero e di mancanza di controllo del territorio. Sono molto gravi le parole del Presidente del Consiglio a margine della riunione del Consiglio dei Ministri tenutosi a Reggio Calabria che ha affermato che sono solo gli extracomunitari a ingrossare le fila delle organizzazioni criminali.
È una delle tante falsità della Politica. Sarebbe il caso invece di dire chiaramente che senza tanti immigrati molte aziende avrebbero chiuso, senza tante signore dell’Est molti nostri anziani sarebbero soli.
Certo il flusso va regolato, ma nessuno deve pensare di poter sfruttare chi è in uno stato di maggiore bisogno. Abbandonare tante persone in situazioni disumane è il peccato più grave che si possa commettere. Chi si professa cristiano non può pensare di starsene seduto tranquillo a casa sua e far finta che non è successo niente, tanto non tocca la sua persona.
Chiesa, comunità, associazioni devono intervenire per denunciare l’illegalità, bloccare lo sfruttamento, dare forza ai più deboli per il riconoscimento di quanto dovuto, di retribuzioni giuste.
L’ipotizzato disegno di legge sul permesso di soggiorno a punti è un ulteriore schiaffo alla Democrazia e alla Costituzione. Se accettiamo supinamente anche questo provvedimento, se restiamo in silenzio, dobbiamo avere contezza che stiamo favorendo nuove forme di schiavitù. ☺
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.