La tela ad olio qui presentata, Mon village, “Il mio paese”, di Giuseppe Rea rappresenta, volutamente ed esclusivamente, solo la Terra Vecchia del suo luogo di nascita, Bonefro, in Molise. L’ambiente naturale ha un profilo dolce e ondulato, tipico del gradevole e verdeggiante paesaggio collinare. I colori del cielo e quelli della vegetazione sottostante sono quelli realmente ammirati nella stagione primaverile e trasmettono luminosità, serenità e vitalità. Al centro del quadro predomina la Chiesa Santa Maria delle Rose circondata dal primo nucleo abitativo con le arcate delle antiche porte.
L’immagine è un ritaglio di quello che è il paese oggi e offre uno spunto di riflessione: Bonefro, come tanti piccoli borghi del Molise, sopravvive come può, non solo allo spopolamento, ma anche all’ incuria e alle scelte scellerate che, nel tempo, ne hanno deturpato l’aspetto originario.
Una programmazione basata esclusivamente sulla conservazione e sulla cura dei beni architettonici e del paesaggio, come valori comuni da salvaguardare e custodire, avrebbe tutelato non solo il territorio e il centro abitato, ma anche le comunità che vi risiedono.
Ponti, muraglioni, fontane e fontanelle, strade, scalinate in pietra, opere e costruzioni realizzate a regola d’arte nell’antichità sono state, nel tempo, letteralmente smantellate e demolite dall’ incompetenza, dalla superficialità, dall’abusivismo e da selvagge speculazioni. Al loro posto oggi vi sono veri e propri scempi, disastri del tutto incomprensibili e insanabili. Non così nei piccoli borghi di altre realtà italiane, dove eredità del passato e nuove esigenze convivono armonicamente.
La creatività dell’artista, però, va oltre la nostalgia del bello e suggerisce anche nuove soluzioni e possibilità, come quella di invertire il senso di marcia.
