il benessere del gregge
14 Aprile 2010 Share

il benessere del gregge

 

Quando i profeti rimproveravano i capi di Israele, le loro parole non riguardavano quasi mai argomenti di carattere religioso, come invece ci si aspetterebbe nella nostra mentalità bigotta e clericale. Semplicemente si guardavano attorno e vedevano il disagio sociale, gli effetti devastanti di una politica egoistica e dissennata, espressione di interessi di parte. Tra le diverse denunce di cui è costellata la bibbia, ve ne è una in particolare che, riletta oggi, risulta di un’attualità sconcertante: è quella di Ezechiele, che denuncia i pastori (cioè i capi politici) di Israele, in un tempo di crisi del sistema e delle istituzioni. La denuncia è fatta sotto forma di metafora ma il significato è chiaro: “Guai ai pastori di Israele che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? Vi nutrite di latte, vi vestite di lana, ammazzate le pecore più grasse, ma non pascolate il gregge. Non avete reso forza alle pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete curato quelle ferite, non avete riportato le disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltà e violenza” (Ez. 34,2-4).

L’immagine usata dal profeta descrive in modo plastico la condizione del popolo, che si trova in una situazione di tale precarietà che è paragonabile alla malattia. Certo, a quei tempi la salute non rientrava tra le preoccupazioni dello Stato, in quanto non c’era una struttura e una capacità di gestire in modo efficace il problema delle malattie. Tuttavia i testi biblici, riletti nella storia, acquistano proprio nel nostro tempo un significato nuovo e interessante: tra i doveri di chi governa un popolo, soprattutto nelle nostre democrazie europee, vi è proprio quello della tutela della salute e della gestione delle risorse destinate al benessere di tutta la popolazione. Ed è proprio questo capitolo, nella maggior parte delle amministrazioni pubbliche, che diventa occasione di sperpero e oggetto di interessi privati spregiudicati. Non è necessario ricordare Poggiolini che, con i soldi delle industrie farmaceutiche che pagavano la scelta di quali farmaci dichiarare rimborsabili dal sistema sanitario nazionale, imbottiva i materassi di casa. Il vizio di sfruttare la salute della gente e le ingenti risorse ad essa destinate è purtroppo duro a morire e nella sanità, soprattutto ora che le regioni hanno molta voce in capitolo, vi è la corsa ad accaparrare il più possibile, in termini di soldi, di posti dirigenziali ben pagati e centri ospedalieri costruiti a beneficio di famiglia.

Di fronte al bene primario della salute non si può tacere con un atteggiamento fatalista, ma è necessario reagire proprio in nome dei cosiddetti valori cristiani, tanto osannati apparentemente da certe parti politiche e così sfacciatamente calpestati, visto che i cosiddetti valori cristiani, qualora hanno una consistenza propria, sono fondati proprio su quella Scrittura che nasce come contestazione del potere di turno che prega Dio e uccide l’uomo. La sottolineatura delle ingiustizie perpetrate dai pastori nella bibbia, a maggior ragione oggi chiedono al credente di non chiudere gli occhi di fronte a quanto accade nelle stanze del potere e soprattutto nel campo della malattia che, in diversi modi, riguarda la maggior parte dei cittadini molisani, vista anche l’età media avanzata.

Che cosa ci chiede Dio e cosa quindi dobbiamo fare se veramente vogliamo difendere i valori cristiani, cioè stare dalla parte di coloro che stanno a cuore del Dio dei profeti? Innanzitutto avere il coraggio della denuncia, come quegli uomini di Dio (compreso Gesù) che in ogni periodo della storia di Israele  non hanno chiuso gli occhi e la bocca di fronte al male commesso. Quindi individuare la strategia per uscire dalla situazione di degrado e ciò significa prendere in mano la situazione, diventare, proprio in nome di Dio, artefici del cambiamento: “Dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori; chiederò loro conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così i pastori non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto. Poiché così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura” (Ez. 34,10-11).

Se in tutti questi anni le diverse amministrazioni hanno potuto fare ciò che volevano su ciò che riguarda il bene dei cittadini, compreso l’ambito sanitario, è perché molti di noi, compresi i rappresentanti della chiesa, hanno preferito guardare dall’altra parte o magari dividere i bocconi delle prede dilaniate. Una volta presa consapevolezza del male non basta dirlo, ma è necessario allargare il più possibile la base della presa di coscienza perché l’azione politica non sia ridotta a un rito vuoto per scegliere alle tornate elettorali quale mano ci deve spennare, bensì consista nel riappropriarci della capacità di gestire in modo onesto ciò che riguarda il bene di tutti. Un’ultima raccomandazione: quando i vari politici e amministratori sbandierano la difesa dei valori cristiani, ricordatevi di Ezechiele e chiedete loro conto di come si preoccupano del benessere del gregge, senza farvi ingannare dalle affettate genuflessioni delle loro pingui ginocchia.☺

mike.tartaglia@virgilio.it

 

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