Il cambiamento è possibile?
22 Marzo 2023
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Il cambiamento è possibile?

Il presidente della Regione Molise Donato Toma ha finalmente annunciato la data delle elezioni: naturalmente fissandola il più tardi possibile (non sia mai che si perda qualche indennità!), e in un periodo che provocherà grossi disagi a studenti e insegnanti, trattandosi dei giorni in cui gli esami di stato e di terza media saranno in pieno svolgimento.

Dopo le desolanti elezioni in Lazio e Lombardia, che hanno visto la vittoria della destra ma soprattutto la sconfitta della democrazia rappresentativa per la dilagante astensione, viene naturale chiedersi cosa succederà ora in Molise.

La consapevolezza che la sinistra debba tornare ad essere una forza di evoluzione sociale e una garanzia di diritti per tutti sembra latitare anche da noi; così come la volontà di porre la crisi ambientale e il rovesciamento  del paradigmi dominanti del profitto prima delle persone  al centro di qualsiasi programmazione e azione amministrativa.

Ciò che poi rende impossibile ragionare nei termini di un vero cambio di passo è la sciagurata legge elettorale regionale, che in modo probabilmente non costituzionale pone una soglia di sbarramento insormontabile alle liste che si presentassero da sole alla tornata amministrativa. Con la scusa della “governabilità”, che poi significa solo “non disturbate il manovratore”, si impedisce l’esercizio della scelta reale dei propri rappresentanti, costringendo partiti, gruppi e movimenti a mettersi insieme comunque, spesso senza aver condiviso alcun serio percorso di elaborazione e costruzione di programmi.

Ci troviamo quindi ad assistere al solito teatrino di una destra compatta (solo apparentemente) e pronta a prendere il potere senza alcuno sforzo di ragionamento politico e senza alcuna visione accettabile del futuro della regione, per giunta con lo sconcertante annuncio che nomi e cariche saranno decisi dai vertici romani. Mentre sul fronte opposto non si vedono ancora i contorni di una vera unione e si cerca disperatamente di mettere insieme istanze e programmi partendo da distanze notevoli.

È vero, sono nati raggruppamenti che potrebbero portare la promessa di un Molise diverso, specie dove si stanno impegnando volti giovani e carichi di entusiasmo per questa sfida; ma si può intravedere possibilità di azione seria e concreta se questi gruppi dovranno entrare a far parte di una coalizione dove pesano come macigni differenze marcate di vedute politiche e presenze di persone troppo connotate dal fatto di aver già governato (male) il Molise?

I giorni scorrono e personalmente non vedo segni del percorso che solo potrebbe permettere a forze diverse di agire insieme garantendo a tutti i gruppi l’espressione delle proprie istanze: un percorso di discussione sugli obiettivi irrinunciabili di ciascuna forza, con una mediazione leale che non costringa nessuno a sacrificare i propri obiettivi per garantirsi un posto in consiglio, e dia poi possibilità di portare avanti questi obiettivi nel governo della regione.

Voglio sperare che si stia lavorando in questo senso: sarebbe l’unica opportunità di far intravedere uno squarcio di sereno nel cielo tempestoso che ci sovrasta, tra autonomia differenziata, mancanza di lavoro, spopolamento ai massimi storici, sanità distrutta, divario crescente nella distribuzione della ricchezza e assalto sistematico al territorio (vedi fotovoltaico su terreni agricoli ed eolico offshore).

Se è naturale che le forze politiche di maggior peso pensino di poter contare di più, è altrettanto vero che solo una coalizione solida che dia spazio a nuove energie potrebbe convincere il variegato popolo della sinistra a superare la rassegnazione e a votare in massa, con qualche speranza di arginare la collaudata macchina di potere della destra.

Ma è plausibile che un PD locale schierato con Bonaccini (fan entusiasta dell’autonomia differenziata, critico molto soft del jobs act e deciso a recuperare i voti andati alla destra) sia disponibile a lasciar spazio alle istanze sociali radicali di una sinistra vera? E saranno disposti i 5 Stelle ad accogliere e portare avanti le rivendicazioni di chi pone in primo piano il diritto ad una sanità pubblica di livello alto e la necessità di abbandonare il modello produttivo mortifero del capitalismo liberista?

Nel risultato di questa partita risiedono le ultime speranze di cambiamento vero per il Molise; nella consapevolezza dei partiti che non esiste solo il diritto dei numeri e nella capacità dei nuovi raggruppamenti di mantenere fermi i punti qualificanti della loro novità di visione è basata la possibilità di cominciare a voltare pagina. Un equilibrio difficilissimo, ma è quello che bisogna trovare.

Perché se è vero che bisogna fermare questa destra becera e affarista, sedere al tavolo dei vincitori avendo abdicato alla propria alterità e senza pari dignità non aiuterebbe certo la nostra regione a trovare la forza di risollevarsi.☺

C’è un’azione peggiore di quella di togliere il diritto di voto al cittadino, e consiste nel togliergli la voglia di votare (Robert Sabatier).

 

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