il corpo delle donne
6 Marzo 2010 Share

il corpo delle donne

 

La polemica sulle veline e il ruolo delle donne ha due volti. Quello dello stereotipo allegro e quello dell'umiliazione. Le donne non si ribellano allo sfruttamento della propria immagine che governa tv e pubblicità dove il richiamo sessuale (unilaterale, non paritario) è l'unico segno di appetibilità. All'Infedele di Gad Lerner Lorella Zanardo ha presentato il suo documentario "Il corpo delle donne", una vivisezione dell'immagine femminile in tv. Non è solo finzione: è lo specchio della strada. Volti e corpi reali sostituiti da plastica, seni gonfiati e labbra mostruose.

Indispensabile porsi alcune domande:  

è passato relativamente poco tempo da quando si sono diffuse le voci sulle presunte candidate alle elezioni europee per il Pdl: una sfilza di soubrette, veline e attrici che sono poi state prontamente cancellate per dare il posto a persone più presentabili.

E forse, quando le prime voci si sono diffuse nessuno avrebbe pensato che l’epilogo sarebbe stato lo sfogo di una donna, Veronica Lario.  In pochi avrebbero creduto che si sarebbe arrivati a leggere sui giornali di tutto sul rapporto Veronica-Berlusconi, addirittura avrebbero pensato di vedere un Bruno Vespa quasi raggiante ad avere in esclusiva nel suo programma il Presidente del Consiglio che cerca di riconquistare la faccia.

Ma sull’argomento “abuso” dell’immagine femminile forse bisognerebbe fermarsi a ragionare. Perché in tanti lo hanno fatto in questi giorni e forse ancora di più l’avranno fatto oggi, dopo la puntata  di Gad Lerner, in cui appunto si discuteva sull’immagine delle donne.

Dagli anni ’80 non ci si scandalizza davanti ad una donna più o meno vestita. Erano gli anni di Drive In, di Colpo Grosso, delle ragazze coccodè e vedere una giovane donna in bikini succinti poteva essere considerato un modo per fare carriera nel mondo della televisione.

A distanza di venti anni e nonostante il processo di emancipazione che le donne dovrebbero aver compiuto, girare in bikini è ancora considerato in Italia un modo per fare carriera in tv.

Quello che è più grave è che può essere considerato anche un modo per fare carriera politica. E anche questa volta, da donna, mi viene il sospetto che si voglia sempre cadere nell’equivoco. Quasi a dire, non si può criticare una donna che decide di fare politica solo perché è bella, solo perché in curriculum ha qualche foto svestita, solo perché è agile sui tacchi a spillo o perché è anche giovane. Quello che si critica è che la donna in questione non ha competenza politica, non ne sa nulla di economia, non capisce magari la differenza tra prodotto interno lordo ed effetto serra e non sarà un corso di formazione di una settimana o di un mese a farle acquisire le competenze.

Sfrontatezza del potere

«In Italia la storia va da Nilde Jotti e prosegue con la Prestigiacomo. Le donne oggi sono e possono essere più belle; e che ci siano belle donne anche nella politica non è un merito né un demerito. Ma quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, e che è ancora più grave, è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte e questo va contro le donne in genere e soprattutto contro quelle che sono state sempre in prima linea e che ancora lo sono a tutela dei loro diritti» (Veronica Lario).

Eliminare le donne per sostituirle con altrettanti corpi, in una rappresentazione sempre più volgare e umiliante. Lorella Zanardo, autrice di Il corpo delle donne  lo dice bene nel suo blog: “la cancellazione dell’identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti ma senza che vi sia un’adeguata reazione, nemmeno da parte delle donne medesime”. Così ha girato un corto: 25 minuti che raccontano la nostra televisione attraverso le immagini che trasmette sulle donne. E non sono immagini della notte, ma programmi della mattina, del pomeriggio. Immagini che cercano di far vedere quello che accade anche ai tanti che ormai non si scandalizzano più.

Perché sopportare l'umiliazione della doccia di Sara Varone a Buona Domenica, Mammuccari che dileggia le vallette, Flavia Vento che a Libero sostituisce le gambe di un tavolo ed Elisabetta Gregoraci che dopo lo scandalo di Vallettopoli canta "La rumba del lecca lecca" su Canale 5?

“Sembra quasi che la carne non basti più” e a quel punto arrivano in soccorso le immagini. Ora verrebbe da chiedersi se dal dibattito che ne è nato, dalla discussione che si sta facendo negli ultimi giorni sul ruolo dei corpi in televisione, possa finalmente nascere una reazione. Eppure quello che sconforta è che ancora una volta tutto sarà messo a tacere. Veronica Lario resterà l’eccezione che ha reagito contro questa “immagine che ci offende”? Si avvicineranno le elezioni europee e ci saranno ben altri stanchi dibattiti da fare. Non si parlerà più di soubrette o aspiranti tali, ma queste continueranno ad agitare i loro corpi svestiti davanti alle telecamere. Torneremo tutti al torpore iniziale?

Sul ruolo delle donne in politica: «Per fortuna è da tempo che c'è un futuro al femminile sia nell'imprenditoria che nella politica e questa è una realtà globale. C'è stata la Thatcher e oggi abbiamo la Merkel, giusto per citare alcune donne, per potere dire che esiste una carriera politica al femminile».

«A sostegno del divertimento dell'imperatore». «Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell'imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere» (Veronica Lario). A meno che la voce non giri, proprio tra le donne, e non si decida di reagire, tutte insieme, come facevano le nostre madri quando cercavano di conquistarsi la vera emancipazione.   

Zanardo dimostra la vera paura, quella dell'autenticità. Il volto non è più espressivo, devono sparire quelle rughe che Anna Magnani sfoggiava con orgoglio. Oggi le donne sono disposte a rinunciare all'unicità e all'anima; si è vincenti solo se invulnerabili. Quindi modelliamoci con la chirurgia estetica e non avremo più la nostra espressione, il nostro carattere, con tutte le sue debolezze. Pasolini lo aveva predetto: la tv distruggerà la poetica espressa dal volto umano.

Il problema, ha detto sorridendo Margherita Hack, è che la libertà  si traduce nel trasformarsi in mostri. E la parola “mostro” non evoca solo la tristezza delle labbra a canotto e del capello piastrato a tutti i costi: evoca il conformarsi ad un modello estetico che non è solo calato dall’alto, ma che esclude un rapporto profondo con quello che c’è dentro la buccia. Con chi si è: ancor prima di essere maschio o femmina o altro.

"Onora la faccia del vecchio" del Levitico è un adagio dimenticato al tempo della dittatura dei corpi perfetti. Dove sono le donne? Perchè non reagiscono e combattono? ☺

ninive@aliceposta.it 

 

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