Il dio inedito
15 Gennaio 2024
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Il dio inedito

Il Dio che sorprende viene annunciato e celebrato nelle feste cristiane del Natale e dell’Epifania. Papa Francesco nella predicazione e nei suoi scritti vari (catechesi, omelie, encicliche, messaggi) ci propone un Dio che crea novità, perché è il Dio delle sorprese. Non è certamente solo questo l’unico Dio in circolazione. C’è il Dio predicato per inerzia nelle chiese di diverse tradizioni e confessioni, tra cui anche il Dio predicato nel mondo cattolico. È il Dio che giace nei catechismi e nelle teologie, ma non è un Dio che sorprende. Da tempo non suscita meraviglia, non sveglia più le coscienze anche di coloro che si dichiarano credenti. C’è lo stereotipo del Dio demiurgo, “todopoderoso”, “onnipotente” depositato nella cultura comune condivisa sia da chi lo afferma, sia da chi lo nega, sia da chi lo ignora.
In un mondo piagato ed esposto alle peggiori sorprese, nessuno pensava che ci potesse essere una sorpresa da parte di Dio. O almeno non lo si pensava più, da quando era stato messo a tacere il Concilio. Il Dio che irrompe nella Chiesa di Francesco è un Dio che sorprende. Per il mondo è stato un bagliore improvviso, una straordinaria novità; per gli archeologi del sacro è stata invece una sorpresa ingrata, un incidente imprevisto, uno strappo ai regolamenti. Perciò i più papisti del papa sono diventati, proprio loro, antipapisti. Questo spiega la solitudine istituzionale di papa Francesco e l’astio con cui è combattuto. Non è la prima volta che Dio ci sorprende, che c’è l’impatto con un Dio quale prima non era stato pensato. Dobbiamo fare uno sforzo di memoria, per non dimenticare che c’è una storia dietro di noi.
In principio c’è Dio che sorprende l’Adam nell’atto stesso di crearlo, mettendogli accanto la donna, dopo che lui l’aveva sognata, come dice Francesco, e facendoli ambedue a sua immagine, ossia dando loro il dono della libertà, la responsabilità della scelta tra il bene ed il male.
C’è Dio che sorprende Noè, salvandolo coi figli e tutti gli animali, dal più piccolo al più grande, ma salvando anche la terra che mai più, in forza della sua alleanza, come promette, sarà devastata dal diluvio, cioè non sarà distrutta, ma sulla quale all’uomo sarà chiesto conto del sangue dell’uomo. 
Poi c’è Dio che sorprende Abramo promettendogli un figlio ed un popolo; ma poi salva la sua stessa promessa, facendo a pezzi l’ideologia sacrificale di Abramo e togliendogli dalle mani il figlio già preparato per essere offerto in olocausto sul monte Moira.
Poi c’è Dio che sorprende Mosè facendogli portare il popolo col piede asciutto fuori dall’Egitto e camminando con lui per quarant’anni nel deserto; certo la pasqua è stata una bella sorpresa, che non a caso si ricorda nei secoli.  
Poi c’è Dio che sorprende Giona pentendosi del male che gli aveva fatto annunziare a Ninive, e con un colpo di scena smentisce la sua profezia salvando la grande città straniera con i suoi 120.000 abitanti e una grande quantità di animali.
Poi c’è Gesù che sorprende tutti nella sinagoga di Nazaret, quando smonta la profezia di Isaia; infatti conferma la profezia della misericordia e della grazia, ma tace e abbandona la profezia del giorno di vendetta di Dio che sarebbe dovuto venire ad allietare gli afflitti di Sion. E gli ebrei nazareni ne sono talmente sorpresi e sdegnati che già allora volevano farlo morire. Ancora, Gesù che sorprende la Samaritana al pozzo di Giacobbe, facendosi riconoscere come Messia e dicendole che viene un tempo, ed è questo, in cui non si adorerà nei santuari o a Gerusalemme, ma adorerete il Padre in spirito e verità.
Poi c’è Dio che si rivela alla Chiesa primitiva, che nell’inno della lettera ai Filippesi canta la più incredibile delle sorprese, che Cristo Gesù pur essendo nella forma di Dio non ha tenuto per sé come una rapina l’essere come Dio, ma ha spogliato sé stesso prendendo la condizione di schiavo e facendosi riconoscere come uomo, fino alla morte e alla morte di croce. Questo è un Dio che ci fa passare di sorpresa in sorpresa; e a ben vedere a ognuna di queste sorprese corrisponde l’inizio di una fase nuova della storia della salvezza. Cambia Dio e cambia il mondo, Dio appare nella storia come mai era apparso o era stato compreso prima, e cambia la storia degli uomini.
Un Dio inedito? Come può accadere questo, se Dio è sempre lo stesso e in lui non c’è ombra di variazione (Giac. 1,17)? Accade perché è inesauribile la conoscenza di Dio, e c’è sempre un Dio inedito, che attende di essere pubblicato. Ci sono sempre nuove edizioni dell’unico Dio, e man mano che il Dio inedito diventa edito gli uomini progrediscono nel faccia a faccia con lui. Di generazione in generazione, non è Dio che cambia ma, come diceva papa Giovanni del Vangelo, siamo noi che cominciamo a comprenderlo meglio. Dio cresce al crescere della Parola che lo dice, ma in realtà quella che cresce, quella che muta, è la nostra percezione di Dio, la nostra capacità di accogliere la sua offerta di vita. Ed è per questo che, non solo come metafora, si può parlare di un Dio che sorprende, di un nuovo annuncio o di una nuova scoperta di Dio. Era proprio questo il compito assegnato da papa Giovanni al Concilio, che noi abbiamo interpretato invece come un Concilio di riforma della Chiesa; il compito era di investigare ed enunciare il tesoro della fede “in quel modo che i nostri tempi esigono”; e questa è la ragione stessa del pontificato di Francesco.
Si può però obiettare (e per questo i dottori della legge e gli scribi sono oggi sul piede di guerra), che il ciclo delle edizioni è finito, perché c’è ormai stata l’edizione definitiva di Dio che è quella pubblicata da Gesù. È verissimo, qui sta tutta la nostra fede; qui, dal prologo del vangelo di Giovanni in poi, sta tutto il cristianesimo, è il suo Figlio unico che ha fatto vedere il Padre, l’ha fatto conoscere, l’ha edito, ne ha “fatto l’esegesi”. Ma anche il Dio pubblicato da Gesù, ancora dopo duemila anni, è in gran parte inedito. Ed è proprio da questo tornare al testo originale trasmesso da Gesù che l’inedito emerge, e che di nuovo irrompe nel mondo il Dio della sorpresa, il Dio che stupisce. Però non si tratta solo di stare a guardare ma, come diceva padre Balducci, di “forzare l’aurora a nascere”, perché l’avvento di questo tempo nuovo è una questione di vita o di morte. Infatti il mondo così non può continuare. Basta vedere il cimitero del Mediterraneo, ormai guardato a vista da navi e uomini armati, per capire a che punto siamo. E ciò accade perché la profezia di padre Balducci non si è avverata, o non si è ancora avverata. La profezia – o la speranza – era che a prendere in mano questo passaggio d’epoca fosse un uomo nuovo, l’uomo planetario, un “uomo inedito”, come lo chiamava lo scolopio fiorentino.
Questa speranza non si è realizzata. Anzi l’uomo già edito, che ben conosciamo, sta riprecipitando nell’oscurantismo, nella guerra, nelle forme discriminatorie e sopraffattrici del passato. Le ideologie sono finite, la politica è morta e lo Spirito è in esilio. Perché non è apparso l’uomo inedito? Perché prima doveva manifestarsi il Dio inedito.
Ed è precisamente in questo buco nero esistenziale e politico che irrompe la sorpresa del Dio della misericordia. E ciò perché, come ha scritto papa Francesco nella bolla d’indizione dell’anno della misericordia, Misericordiae vultus, un Dio che si fermasse alla giustizia non sarebbe neanche un Dio. Ovvero, rispetto a questo Dio noi siamo atei.☺

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