il mio ’68
14 Aprile 2010 Share

il mio ’68

 

testimone n. 2

 

Io ero solo quella del ghiaccio

– cosa vuol dire?

Quella che la sera camminava

oltre la ringhiera della risacca

e oltre ancora

per poi tornare indietro

– cosa vuol dire?

Non tardava nessuno a riconoscermi

mi indicavano con la stessa sapienza

della mattina.

Non avevo mutato alcun alibi

la sorpresa non era

nella mia tattica

– cosa vuol dire?

Scendevamo tranquille inascoltate

nessuno avrebbe osato.

 

Quanto era triste eppure il giorno

e come avevamo racchiuso

rappreso i labbri

di ogni ferita

spilli amarissimi

infilati

nella mia

carne!

 

Indietro c’era il vento

– solo il vento udivo mormorare –

null’altro.

Per questo ne sono uscita indenne.

     

 testimone n. 8

 

È andata proprio così

ogni tanto dalla memoria

riaffiorano pezzi

li ingoiamo avidamente

per vomitarli subito dopo

tanto ci fanno male.

Non rimangono che tre

o quattro segni per ogni

conferma di

I m m u t a b i l i t à.

 

Cadono  i tramonti  dalle case – non piangere!-.

Ci sentiamo vincitori

perché riusciamo ancora

a vivere.

Sorgono soli alla marina tremolante – non piangere!-.

 

Siamo molto bravi

riusciamo anche ad

essere melanconici

o ironici.

Ma

non fare nessun movimento brusco

perché qualcuno

forse chi più ti è vicino

chi più t’ama

 

AVVERTE LA POLIZIA.

 

Da “outsider”

 

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