Il neoclassicismo
3 Luglio 2015 Share

Il neoclassicismo

L’esaltazione dei valori della ragione condurrà gli artisti verso un atteggiamento più analitico nei confronti dell’arte e si perverrà, in alcuni casi, ad una rivalutazione della purezza dei canoni classici, visti come il risultato di una limpida razionalità di rigore ed insieme di armonia. È la conseguenza dell’illuminismo che ha contagiato tutte le espressioni culturali e che avvicinerà anche l’arte al metodo di analisi razionale. Il Neoclassicismo nasce in opposizione alle tematiche del Barocco e del Rococò. Della produzione artistica rococò si rifiutano gli eccessi che vengono ora accostati allo stile di vita delle monarchie assolute insieme alla voluta enfasi e teatralità.

Esibizione di virtuosismi

Al modo tutto barocco di esibire virtuosismi tecnici, subentra l’ideale neoclassico del rigore nella tecnica e all’immaginazione si sostituisce ora il valore della “idea- zione”, che pur avendo affinità con l’immaginazione, si assimila all’azione del progettare, utilizzando i procedimenti della ragione. Il barocco, che per suscitare meraviglia aveva utilizzato effetti scenografici ed esibito il dramma, i sentimenti, le passioni, cede il passo ad un modo di rappresentare che non vuole più turbare, che non vuole più coinvolgere emotivamente lo spettatore. Invece di toccare le corde del cuore si desidera adesso stimolare il senso della ragione in sintonia con le tematiche dell’illuminismo.

Le scoperte archeologiche

Il Neoclassicismo ebbe una poderosa spinta dalla scoperta di Ercolano e Pompei. Due personalità furono considerate determinanti per la diffusione del Neoclassicismo: Winckelmann e Mengs. A loro si devono i principi teorici del Neoclassicismo, visto come “imitazione” dell’arte classica. Sarà l’affresco del “Parnaso” del 1761, eseguito da Mengs nella volta della Galleria di Villa Albani a Roma, a costituire il manifesto ideale della pittura del Neoclassicismo.

Winckelmann e Mengs tuttavia non saranno i soli a sollecitare il dibattito sulle antichità. Nel 1740, si trasferisce a Roma Giovan Battista Piranesi. Incisore e architetto, Piranesi, divenne famoso per le sue incisioni dove esalta il valore delle antichità romane e diffonde l’idea del fascino delle rovine. Piranesi, pur essendo ancora interprete del gusto barocco, contribuì con queste sue opere alla formazione stessa del gusto neoclassico. Si configura quindi come un personaggio chiave per la comprensione del passaggio dal barocco al neoclassicismo. Le note vedute di Roma, realizzate tra il 1748 ed il 1775, formano un complesso di incisioni che costituiscono le sue opere più famose. La sua opera tuttavia non rinuncia ad una evasione nella fantasia. La sua unica opera architettonica, Santa Maria del Priorato a Roma, è un piccolo capolavoro dove l’invenzione si fonde col gusto della ricerca. Pur ispirandosi liberamente alle antichità romane, tuttavia le reinventa essendo il suo scopo evocarle e non imitarle.

Assoluta perfezione e bello ideale

Molti artisti tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento tendono a definire le proprie opere, in pittura come in scultura, ispirandosi ai modelli antichi, per pervenire attraverso il loro studio ad una “assoluta perfezione formale” al “bello ideale”. In Italia, in scultura, spicca la figura di Canova. Con Canova, alle forme mosse, ricche di decorazione, impostate sui forti contrasti, si sostituiscono opere rigorose, per alcuni addirittura dotate di fredda immobilità. La freddezza, intesa come mancanza di espressività e calore, delle opere canoviane in realtà è conseguenza dell’adesione dell’artista alle teorie del Winckelmann, che dettava di non raffigurare mai le passioni, di suggerire quella quieta grandezza e quella semplicità proprie dell’arte classica. Canova voleva pervenire alla sublimazione della figura, fino al suo identificarsi con una idea trascendente di bello, il “bello ideale”.

Dallo studio, condotto a Roma, sui capolavori classici lo scultore definisce il suo linguaggio basato essenzialmente su di una assoluta perfezione delle forme. Conteso dalle maggiori corti d’Europa, la produzione di Canova è imponente. Egli faceva eseguire quasi completamente da dei tecnici, le sue opere scultoree, forse proprio perché, come afferma Argan, “voleva che le sue sculture diventassero fredde e quasi impersonali passando attraverso una esecuzione non emozionata”. Questo a dimostrazione che l’arte neoclassica si serviva dei mezzi che la tecnica offriva, sia in architettura che in arte.☺