Il nord deruba il sud
15 Febbraio 2024
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Il nord deruba il sud

Dopo l’intelligente interrogazione del consigliere Greco sulle ambulanze senza gomme antineve e la dirompente proposta di legge per il dimezzamento degli stipendi ai consiglieri regionali presentata dalla consigliera Salvatore e condivisa da tutto il PD, in sostanza da Fanelli e Facciolla che si sono scordati di presentarla quando comandavano loro, è arrivata una mozione che, questa sì, ha fatto traballare l’intera maggioranza. Pare che il povero Roberti, reduce da un delicato intervento chirurgico – gli auguriamo lunga vita – sia dovuto ricorrere a parecchie gocce di valium oltre che a distribuirle all’intera Giunta. La mozione sembra voglia impegnare il governatore a farsi latore, presso la delegazione parlamentare non tutta molisana, ma sicuramente di Destra (Cesa e Lancellotta, deputati, e Lotito e Della Porta, senatori, uno dei quali è addirittura relatore del ddl sull’ autonomia differenziata), della richiesta di convincere il ministro Calderoli a ritirare la legge sopra indicata.
Ora è vero che quando il Ministro si misura con gli articoli di legge, commi e capoversi, vengono fuori solo porcate, giudizio, questo, espresso da sé medesimo, ma, con tutto il rispetto, pensare che Della Porta o Lancellotta possano prendere a pesci in faccia il senatore della Lega mi pare chiedere troppo, quanto agli altri due, migranti ormai senza fissa dimora, è difficile anche rintracciarli: Cesa e Lotito entrambi si occupano solo dei cazzi loro. I nostri amici del PD sperano con questa mozione di incastrare la Destra sulla domanda: “Siete contro o a favore dell’autonomia?”. La mozione è stata presentata il 17/01/24 e la legge è stata discussa in Senato il 23 gennaio: che tempismo! I nostri eroi dell’opposizione hanno alzato la palla sotto rete così, quando si voterà, se si voterà, i Fratelli d’Italia insieme a Leghisti e Forzisti non solo bocceranno la mozione, ma attiveranno anche una massiccia campagna “promo- zionale” insieme ai loro elettori, sì, perché loro ce l’hanno gli elettori, mentre PD e 5Stelle hanno solo colonnelli che per schiodare il culo dal consiglio regionale e battere i sentieri del Molise per spiegare alla gente che la Destra sta sfasciando il Paese, neanche a pensarci. Loro, fanno le conferenze stampa!
Ma veniamo ai fatti, a quelli che i promotori promettono di realizzare. Mentre stiamo scrivendo, in Senato si sta procedendo all’approvazione della legge che dovrebbe ri- durre le distanze – economiche, sociali e culturali – tra i cittadini del Nord e quelli del Sud, senza spendere neanche un euro. Questo è lo storytelling confezionato dalla Destra: peccato che alla narrazione non corrispondano i fatti e soprattutto le procedure. Perché nessuno comprenda come si arrivi alla secessione, nel testo si parla di autonomia differenziata a richiesta per una serie infinita di funzioni su 23 materie; un esproprio in danno dello Stato centrale. Di questo non si parla nella legge di secessione. Si cedono immensi poteri oltre che incommensurabili patrimoni ma non si sa il perché, non esiste una ragione e lo vedremo in seguito. La legge, fatto strano, non è corredata da studi conoscitivi e, se ci sono, sono secretati; indica solo una procedura che pare studiata per evitare il Parlamento. La ciccia di tutta questa vicenda verrà maneggiata nella Conferenza unificata Stato- Regioni, dove per Stato si intende Governo. Ancora una volta, del contenuto di questa infausta decisione, il Parlamento non potrà discutere; così solo dopo la stipula delle intese tra Governo e Regioni, la legge tornerà in Parlamento per una ratifica. Il concetto di “nazione”, di cui si è sempre riempita la bocca Giorgia Meloni, con questa decisione si dissolve in cambio del baratto offerto dalla Lega con il premierato e quello di Forza Italia con la Giustizia. Alla faccia della coerenza! Dopo l’addio alla Patria e ai valori della legalità forgiati, a suo dire, dalla morte del giudice Borsellino, i pilastri del suo pensiero politico sono svaniti.
Se poi guardiamo alla sceneggiata sul salario minimo e l’abolizione del reddito di cittadinanza possiamo dire, senza tema di essere smentiti, che l’attenzione per il sociale, anch’essa presente nel patrimonio genetico della Destra, è assolutamente dissolta. Oggi, con lo spacchettamento della “nazione”, assistiamo al trionfo dell’individualismo, della competizione a tutti i costi, della divisione come metodo politico: modelli certamente più vicini all’eredità berlusconiana che a quella di Almirante. Sul trasferimento dei poteri abbiamo già detto ma ad animare il dibattito sull’autonomia vi sono motivi ancora più concreti e pregnanti: ci sono i piccioli, gli “sghèi” direbbero al Nord. Se chiedi a un veneto di scegliere tra un’ amicizia e un “Marcuccio”, senza esitazione sceglierà il secondo, (Shakespeare che conosceva le miserie umane, fece un bel ritratto dei Veneziani!). Tornando alla secessione col trucco, per capire fino in fondo quali siano le vere intenzioni della Lega è bene chiarire che le ragioni dalle quali scaturisce l’esigenza dei nordici, insieme ad alcuni sudici, di dividere l’Italia, non nasce dalle sciocchezze su Alberto da Giussano, che tra l’altro non è mai esistito, ma da un particolare attaccamento al denaro.
La legge promossa dal Ministro delle porcate ha in sé una richiesta di perequazione fondata su informazioni non vere, vale a dire sull’assunto secondo il quale le regioni Lombardia, Veneto e in parte l’Emilia Romagna, riceverebbero minori trasferimenti rispetto a tutte le altre, la qual cosa se non fosse drammatica ci farebbe scompisciare dal ridere. I nostri eroi hanno studiato i report della Ragioneria Generale dello Stato senza aver mai letto il titolo del documento. Secondo questi geni, le informazioni contenute in questo rendiconto sarebbero la prova provata che quelle tre Regioni ricevono meno soldi di tutte le altre. Purtroppo non è così perché la rendicontazione di cui al documento della RGS si riferisce al 43% delle spese regionalizzate, il restante 47%, relativo alle spese contributive e a quelle sociali, sono rendicontate dagli Enti che le gestiscono e che messe insieme riportano le tre regioni in testa alla classifica così come per quanto riguarda anche le spese sanitarie.
A questo punto una domanda viene spontanea: ma le Regioni che faranno richiesta di autonomia porteranno con loro oltre al potere e al patrimonio, anche il debito? E in che misura? Si ripartirà dall’Unità d’Italia? Lo sanno, i secessionisti, che i titoli di Stato del Regno delle due Sicilie, nel 1859, valevano il 50% in più di quelli del Piemonte? L’impoverimento del Sud non fu la conseguenza dell’Unità d’Italia ma la ragione.☺

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