Il nuovo capomastro
21 Luglio 2023
laFonteTV (3191 articles)
Share

Il nuovo capomastro

Cinquantadue e quarantotto sono le percentuali dei votanti del 2018 e quelle di qualche giorno fa che spiegano la stravittoria del centrodestra nel Molise. La maggioranza dei molisani questa volta ha preferito non andare a votare, ha giudicato insufficiente l’offerta politica proposta dalla Destra ma soprattutto dalla Sinistra. Quelli che hanno scelto di andare a votare, con ogni evidenza, così come ha fatto notare lo stesso ex presidente, hanno giudicato positivo l’operato di Toma e della sua maggioranza, visto che a sedere sugli scranni di Palazzo D’Aimmo sono gli stessi di prima, tranne qualche sfigata lasciata fuori della festa nonostante il consistente consenso, così come hanno premiato il centrosinistra che ha ridistribuito all’ interno della coalizione gli stessi personaggi di prima, anche qui con qualche new entry dell’era Schlein. La scelta dei due candidati presidenti di presentare due liste col proprio nome si è rivelata ancora una volta la solita furbata per sottrarre voti ai partiti di appartenenza. Il sindaco Gravina con questa operazione ha drenato dal Movimento 5Stelle quasi il 5% dei consensi senza riuscire nel suo intento; il sindaco Roberti, invece, creditore privilegiato di esponenti di spicco di Fratelli d’Italia, ai quali aveva fornito un cospicuo aiuto in occasione delle elezioni politiche, è riuscito nel suo intento portando in consiglio due dei suoi e mandando praticamente a casa almeno uno dei consiglieri del partito della Meloni che pare non abbia gradito lo scherzo.
Il metodo Patriciello così minuziosamente spiegato dallo stesso sul Fatto Quotidiano, non si applica solo a Pozzilli ma in tutta la Regione. Il noto europarlamentare di Venafro non l’ha raccontata tutta come suo solito, ma a Termoli – dove conoscono le stesse tecniche – neanche stanno a pettinare le bambole e per pareggiare il conto ed essere, diciamo così, più liberi da impegni, hanno bilanciato il peso politico del noto imprenditore con due “robertiani” di fiducia. Secondo il Patriciello pensiero i molisani che vanno a votare sono degli insipidi ai quali puoi ammannire qualsiasi cucina, l’importante è farla apparire sapida così da soddisfare coloro i quali la gustano, una sorta di idioti per caso, ma non si ferma qui, la sua visione coinvolge tutti: “anche la sinistra fa le stesse cose ma con minore scienza e saggezza” ed è per questo che perde. In buona sostanza: “mai parlare di politica in campagna elettorale”. Antonello Caporale avrebbe dovuto chiedere all’intervistato cosa pensa del voto di opinione, avremmo scoperto che non è nei suoi pensieri perché tanto quelli che hanno opinioni, da tempo non vanno più a votare.
Nella lunga diretta di Telemolise, condotta con grande generosità da Manuela Petescia, solo dopo appena mille schede scrutinate su 150mila, alla domanda di un telespettatore che chiedeva opinioni sull’eventuale candidatura di Iannacone quale candidato presidente, con l’equilibrio che contraddistingue la direttrice ha dichiarato: “Ianna- cone avrebbe perso molto peggio di Gravina”. Le opinioni restano opinioni e fin qui tutto bene, ma ogni tanto la prudenza farebbe bene anche alla sig.ra Petescia che dirige una televisione orientata, e dire che un candidato ha già perso dopo solo mille schede scrutinate mi sembra eccessivo. Tuttavia la diretta elettorale di Telemolise ci ha fornito uno spaccato interessante delle ultime elezioni regionali. Quasi nessuno degli opinionisti intervistati ha dato una lettura plausibile della vittoria del centrodestra, qualcuno ha parlato di familismo e di cugini, come se ve ne fossero solo a destra, qualcun altro ha lodato la classe dirigente del PD che in questa elezione ha aumentato i seggi; senza tuttavia spiegare perché in Molise è fermo al 12%, un noto intellettuale della Sinistra radicale ha attribuito la sconfitta di Gravina alla mancanza del blocco sociale e alla globalizzazione; neanche gli stessi interessati sono riusciti a salvare l’esperienza del governo Toma tranne Pallante che per la verità ha fatto una campagna elettorale in sordina e per non confondersi con gli altri, invece della solita fotografia, sul manifesto elettorale ci ha stampato un ritratto a matita, poco somigliante con l’originale.
Per tutti gli altri Toma è stato un disastro ma nessuno di loro ha mai votato contro l’approvazione della legge di bilancio, eppure sono di nuovo tutti lì in Consiglio Regionale, non devono cambiare neanche le targhette sulle scrivanie, ma come dice Patriciello, mai parlare di politica in campagna elettorale. L’unica che ha voluto salvare capra e cavoli è stata appunto la direttrice Petescia che ha pensato a una metafora molto efficace: “Con gli stessi mattoni puoi realizzare case brutte e case belle, l’importante è il capomastro”. Chissà quanto saranno contenti i venti consiglieri regionali a fare da mattoni? Ce lo vedi Iorio a fare il mattonaccio e Facciolla fare il mattone faccia a vista e la Fanelli fare il mattoncino da decoro per non parlare di Romano, lui che ambisce costruire, fare il mattone. Che strana idea di concepire la democrazia: nel Molise si può.☺

laFonteTV

laFonteTV