il panace  di Gildo Giannotti
4 Luglio 2013 Share

il panace di Gildo Giannotti

 

Una pianta molto diffusa nel nostro territorio è l'Heracleum sphondylium, ovvero il panace. Il nome volgare di panace fa riferimento alle sue molteplici virtù terapeutiche, che lo rendono appunto una panacea. Quanto al nome scientifico, Heracleum deriva dal greco herákleion ed è stato dato alla pianta in onore di Eracle (l'Ercole latino), per via delle grandi dimensioni delle numerose specie che appartengono a questo genere. Il nome sphondylium, invece, in greco significa vertebra e si spiega con il fatto che il fusto presenta nodi ingrossati, simili a vertebre.

Il panace è conosciuto più comunemente col nome di “sedano dei prati” per una certa somiglianza che ha con questa pianta (appartengono infatti tutte e due alla famiglia delle Ombrellifere). Sempre per le sue foglie di grandi dimensioni, è chiamato anche “piede d’orso” o “zampa d’orso”.

Signore dei monti, è presente in tutte le regioni italiane, con l’eccezione della Sardegna. È  molto comune nei prati di montagna, nelle macchie, nei boschi e in particolare negli incolti e sui bordi delle strade. È una pianta robusta, perenne, rizomatosa, di aspetto erbaceo, con fusti cavi, scanalati e rivestiti di setole dure. Può raggiungere anche i due metri di altezza. Le foglie, lobate, ispide, sono grandi fino a 60 cm. Fiorisce dall’estate agli inizi dell’autunno e i fiori, bianchi, raramente rosati o talora giallastri, sono riuniti in grandi infiorescenze ad ombrello. Tutta la pianta emana un intenso odore aromatico, che alcuni associano a quello di una formica schiacciata e che può non essere gradito a tutti. Inoltre contiene oli volatili che, anche al solo contatto durante la raccolta, possono provocare fotosensibilità della pelle alla luce solare e causare vesciche e arrossamenti. Per questo si richiede una particolare attenzione nel riconoscimento e nell’utilizzazione di questa pianta, al fine di non confonderla con altre ombrellifere a fiori bianchi, molto simili ma velenose.

Il panace può dare un foraggio verde molto nutriente. Le foglie vengono anche raccolte come cibo per i conigli che ne sono assai ghiotti.

È anche un ottimo mellifero assai ricercato dalle api.

Le radici, le giovani foglie e i germogli si possono consumare bolliti oppure vengono fatti fermentare per produrre birra, mentre dai piccioli delle foglie, distillati da soli o con i mirtilli, si ricava una specie di grappa. Inoltre i giovani germogli si utilizzano crudi in insalata, oppure cotti come gli asparagi.

Utilizzato da secoli nella medicina popolare, è noto come pianta ipotensiva, emolliente, antispasmodica, ad azione tonica sulla digestione e sedativa; è considerato anche uno stimolante e viene paragonato al ginseng.

 

eoc

eoc