il pane dello spirito
31 Dicembre 2010 Share

il pane dello spirito

 

L'Associazione socio-culturale "Tito Barbieri" di Ripabottoni, che mi onoro di presiedere, ha aderito al Comitato sorto per salvare e rilanciare l'Iresmo ed a quello contro l’eolico selvaggio ritenendo che questi siano due aspetti dello stesso tema, la cultura, che insieme alla Scuola, alla Sanità ed ai Servizi Sociali, fanno la differenza, in positivo o in negativo, di una Regione o di una Nazione.

Relativamente alla nostra Regione, non possiamo certo dire che abbia in agenda questi temi, ma piuttosto che ci sia incuria e disattenzione verso tutto ciò che è patrimonio culturale quando si pensa di tagliare i viveri ad un Istituto come l'Iresmo che dovrebbe invece rappresentare il nostro fiore all'occhiello per le sue potenzialità di archivio e ricerca, per studiosi e storici che con la loro opera contribuiscono a rinsaldare piuttosto che a disperdere la nostra identità culturale, la nostra memoria storica, le nostre tradizioni.

Basti pensare a come è stata stravolta la L.R. 5/2000, già copia non integrale di quella abruzzese, che doveva servire a finanziare attività socioculturali di Comuni, Cooperative, Associazioni, ma che, con opportune modifiche, è sta fatta diventare "potere" nelle mani del politico di turno.

È stata istituita la Fondazione Molise Cultura, ma con quali funzioni? Tutti gli operatori culturali, grandi e piccoli, non dovevano essere informati e coinvolti in questo processo di cambiamento?

La maggior parte dei fondi della cultura vanno alla Fondazione, una buona parte va all'Imam di Larino, rimangono le briciole, quindi non si può finanziare l'Iresmo, si deve tagliare sulla Scuola e l'Università'.

Musei, Archivi Storici, Biblioteche Comunali, se privi di finanziamenti, sono costretti a chiudere con la conseguenza che tutto ciò che custodiscono viene disperso o comunque non utilizzato per lo studio e la ricerca. È di pochi giorni fa la "protesta" di queste Istituzioni (cui ha partecipato anche la Biblioteca Albino di Campobasso restando chiusa per un giorno) contro i tagli del Governo alla cultura (si è calcolato che la spesa per la cultura è di 21 centesimi ogni 100 euro) dimenticando che i finanziamenti verso questo settore non sono una spesa bensì un investimento.

Con questo tipo di gestione è chiara la volontà di relegare la cultura in un angolo… forse perché cittadini ignoranti e disinformati, grandi esperti di "Grande Fratello" e "Quiz di ogni genere" danno meno fastidio a lor Signori nell'espletamento dei loro affari.

Per non parlare del Territorio sempre più soggetto a devastazioni ambientali di ogni genere che si sta trasformando da Tratturo a Discarica di rifiuti ed ammasso di cemento: si pensi al problema della Centrale Nucleare a Termoli, al Depuratore del Nucleo Industriale di Termoli che sembra ospiti liquami pericolosi e nocivi provenienti anche da altre Regioni, all'ampliamento della discarica di Montagano, all'eolico selvaggio che andrebbe a deturpare le più belle e storicamente importanti aree della nostra Regione, (la città romana di Sepinum/Altilia, il Teatro Sannitico di Pietrabbondante, la montagna di Frosolone, ecc.) che personalmente ho sempre considerato isola felice, tranquilla, piena di risorse ambientali e paesaggistiche, in armonia con la natura, come un immensa opera d'arte.

Ho letto da qualche parte due frasi che mi sono rimaste impresse: l’arte è il pane dello spirito, chi trascura la cultura ne ignora il valore. Ho partecipato al Convegno promosso pochi mesi fa dalla Società Italiana Per la Protezione dei Beni Culturali dal quale è emerso in modo forte e chiaro il concetto che per organizzare meglio il futuro basterebbe semplicemente utilizzare i "beni" del passato.

È in forza di queste verità che non possiamo rimanere inermi e rassegnati di fronte a decisioni contrarie, intollerabili e pericolose, perché foriere solo di progetti speculativi a danno della Salute, della Bellezza da ammirare, della Conoscenza, delle Tradizioni, della Identità di un popolo.

Dobbiamo invece reagire con forza, tutti insieme, scambiandoci le idee e riflettendo sulle problematiche locali, facendoci carico reciprocamente dei problemi dell'altro, creando, così, una rete di connessione forte e coesa necessaria per proporre un'alternativa vera, non camuffata, alla fallimentare gestione attuale, una rete orientata verso un futuro di "ideali" e magari anche di "sogni" per cercare di ridare un senso alla vita nostra e sopratutto dei nostri figli. ☺

 

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