Finalmente una buona notizia. Nell’ultima seduta consiliare è stato approvato un mio emendamento alla legge finanziaria regionale che istituisce il Registro dei Tumori. L’articolato prevede di recuperare e valorizzare un progetto avviato presso l’Ospedale San Timoteo di Termoli fin dal 2004 che nel corso di questi anni ha visti impegnati i volontari della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, medici ed esperti. L’obiettivo è quello di recuperare i dati statistici raccolti, sistematizzarli e suddividerli per patologie, diagnosi, sesso, età e luoghi di residenza dei soggetti coinvolti. Il lavoro svolto è prezioso e va assolutamente salvaguardato ringraziando coloro che si sono prodigati per costituire una banca dati scientificamente attendibile, e quindi consultabile dagli studiosi, dagli oncologi e dagli amministratori locali.
Bisogna riprendere quel progetto e rilanciarlo per consolidarlo nella sua strutturazione. C’è necessità di completare la banca dati con un investimento in strumentazioni innovative, uomini e mezzi, così che da tutto il Molise possano affluire al S. Timoteo le informazioni connesse ai decessi per patologie tumorali. La mole delle informazioni raccolte con criteri scientifici e in almeno dieci anni di impegno, vanno utilizzate dagli esperti per indagare le ragioni scatenanti il tumore, l’ambiente in cui vivono o i prodotti alimentari che consumano. Il metodo, approntato da tempo nelle realtà più evolute, permette di capire quali siano le patologie più ricorrenti e da quali fattori esterni discendano, così che le Istituzioni possano adoperarsi a monte per limitare i rischi per la popolazione. È chiaro che conoscendo le cause che in un determinato territorio determinano un innalzamento del livello di esposizione dei cittadini, i pubblici amministratori vengono messi in condizione di ridurre quei fattori e, se possibile, rimuoverli totalmente. Per questo considero una conquista di civiltà l’istituzione per legge di un Registro Regionale dei Tumori in Molise con la saggia decisione di non disperdere il patrimonio di dati raccolti in sei anni in un ospedale pubblico da figure meritevoli di massimo apprezzamento. Ora bisogna rendere strutturale tale attività, mettere in pratica e attuare la legge definendo concretamente ciò che serve in termini di finanziamenti, personale, strumentazioni e raccordo con gli oncologi, i medici di base ed i centri sanitari che si occupano di tumori sul territorio regionale.
Per il momento salutiamo con favore questo primo risultato che incoraggia tutti coloro che da anni si prodigano per la salvaguardia della salute pubblica e contro il proliferare di impianti inquinanti che accentuano l’esposizione al rischio per la popolazione. A tal proposito segnalo la solitudine dei rari amministratori termolesi che hanno avuto il coraggio di protestare, insieme a pochi ambientalisti, contro l’illecito smaltimento di fanghi tossici in Basso Molise e per l’inquietante vicenda dell’acqua contaminata da trielometani.
Nonostante l’inchiesta della Procura di Larino e l’arresto del Presidente del Nucleo Industriale di Termoli su vicende inerenti l’avvelenamento dei terreni agricoli e dei corsi d’acqua, non si sono registrate proteste popolari, nessuna forza politica ha osato parlare e tutti i sindaci, di destra e di sinistra, che per anni sono stati al fianco di Del Torto nella gestione del Consorzio Industriale, sono rimasti tranquillamente al loro posto come se non fosse successo nulla. Eppure a Termoli e Montenero sono arrivate autobotti di percolato dalle discariche napoletane, sono giunti rifiuti tossici da diversi territori, sono stati trattati e smaltiti fanghi nocivi sia in mare che nelle campagne del Basso Molise, ed è come se ci si trovasse di fronte alla normalità. Nessun Sindaco ha chiesto la rimozione di decine di migliaia di carpe morte nella Diga del Liscione nonostante quell’acqua vada a finire nelle case di ottantamila cittadini. Nessuno ha chiesto la bonifica ambientale del Biferno dove scaricano decine di depuratori comunali e dove finisce parte del percolato della discarica di Montagano.
Ci troviamo a vivere nello squallore di una società piatta dove le istituzioni restano silenti e gli amministratori riveriscono il potere anziché contrastarlo nella tutela del bene comune. Non per questo bisogna rinunciare a lottare per i propri ideali. Al contrario, è nei periodi storici di massimo degrado etico che va salvaguardata la credibilità della politica e della democrazia per evitare derive populiste e autoritarie. ☺
petraroia.michele@virgilio.it
Finalmente una buona notizia. Nell’ultima seduta consiliare è stato approvato un mio emendamento alla legge finanziaria regionale che istituisce il Registro dei Tumori. L’articolato prevede di recuperare e valorizzare un progetto avviato presso l’Ospedale San Timoteo di Termoli fin dal 2004 che nel corso di questi anni ha visti impegnati i volontari della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, medici ed esperti. L’obiettivo è quello di recuperare i dati statistici raccolti, sistematizzarli e suddividerli per patologie, diagnosi, sesso, età e luoghi di residenza dei soggetti coinvolti. Il lavoro svolto è prezioso e va assolutamente salvaguardato ringraziando coloro che si sono prodigati per costituire una banca dati scientificamente attendibile, e quindi consultabile dagli studiosi, dagli oncologi e dagli amministratori locali.
Bisogna riprendere quel progetto e rilanciarlo per consolidarlo nella sua strutturazione. C’è necessità di completare la banca dati con un investimento in strumentazioni innovative, uomini e mezzi, così che da tutto il Molise possano affluire al S. Timoteo le informazioni connesse ai decessi per patologie tumorali. La mole delle informazioni raccolte con criteri scientifici e in almeno dieci anni di impegno, vanno utilizzate dagli esperti per indagare le ragioni scatenanti il tumore, l’ambiente in cui vivono o i prodotti alimentari che consumano. Il metodo, approntato da tempo nelle realtà più evolute, permette di capire quali siano le patologie più ricorrenti e da quali fattori esterni discendano, così che le Istituzioni possano adoperarsi a monte per limitare i rischi per la popolazione. È chiaro che conoscendo le cause che in un determinato territorio determinano un innalzamento del livello di esposizione dei cittadini, i pubblici amministratori vengono messi in condizione di ridurre quei fattori e, se possibile, rimuoverli totalmente. Per questo considero una conquista di civiltà l’istituzione per legge di un Registro Regionale dei Tumori in Molise con la saggia decisione di non disperdere il patrimonio di dati raccolti in sei anni in un ospedale pubblico da figure meritevoli di massimo apprezzamento. Ora bisogna rendere strutturale tale attività, mettere in pratica e attuare la legge definendo concretamente ciò che serve in termini di finanziamenti, personale, strumentazioni e raccordo con gli oncologi, i medici di base ed i centri sanitari che si occupano di tumori sul territorio regionale.
Per il momento salutiamo con favore questo primo risultato che incoraggia tutti coloro che da anni si prodigano per la salvaguardia della salute pubblica e contro il proliferare di impianti inquinanti che accentuano l’esposizione al rischio per la popolazione. A tal proposito segnalo la solitudine dei rari amministratori termolesi che hanno avuto il coraggio di protestare, insieme a pochi ambientalisti, contro l’illecito smaltimento di fanghi tossici in Basso Molise e per l’inquietante vicenda dell’acqua contaminata da trielometani.
Nonostante l’inchiesta della Procura di Larino e l’arresto del Presidente del Nucleo Industriale di Termoli su vicende inerenti l’avvelenamento dei terreni agricoli e dei corsi d’acqua, non si sono registrate proteste popolari, nessuna forza politica ha osato parlare e tutti i sindaci, di destra e di sinistra, che per anni sono stati al fianco di Del Torto nella gestione del Consorzio Industriale, sono rimasti tranquillamente al loro posto come se non fosse successo nulla. Eppure a Termoli e Montenero sono arrivate autobotti di percolato dalle discariche napoletane, sono giunti rifiuti tossici da diversi territori, sono stati trattati e smaltiti fanghi nocivi sia in mare che nelle campagne del Basso Molise, ed è come se ci si trovasse di fronte alla normalità. Nessun Sindaco ha chiesto la rimozione di decine di migliaia di carpe morte nella Diga del Liscione nonostante quell’acqua vada a finire nelle case di ottantamila cittadini. Nessuno ha chiesto la bonifica ambientale del Biferno dove scaricano decine di depuratori comunali e dove finisce parte del percolato della discarica di Montagano.
Ci troviamo a vivere nello squallore di una società piatta dove le istituzioni restano silenti e gli amministratori riveriscono il potere anziché contrastarlo nella tutela del bene comune. Non per questo bisogna rinunciare a lottare per i propri ideali. Al contrario, è nei periodi storici di massimo degrado etico che va salvaguardata la credibilità della politica e della democrazia per evitare derive populiste e autoritarie. ☺
Finalmente una buona notizia. Nell’ultima seduta consiliare è stato approvato un mio emendamento alla legge finanziaria regionale che istituisce il Registro dei Tumori. L’articolato prevede di recuperare e valorizzare un progetto avviato presso l’Ospedale San Timoteo di Termoli fin dal 2004 che nel corso di questi anni ha visti impegnati i volontari della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, medici ed esperti. L’obiettivo è quello di recuperare i dati statistici raccolti, sistematizzarli e suddividerli per patologie, diagnosi, sesso, età e luoghi di residenza dei soggetti coinvolti. Il lavoro svolto è prezioso e va assolutamente salvaguardato ringraziando coloro che si sono prodigati per costituire una banca dati scientificamente attendibile, e quindi consultabile dagli studiosi, dagli oncologi e dagli amministratori locali.
Bisogna riprendere quel progetto e rilanciarlo per consolidarlo nella sua strutturazione. C’è necessità di completare la banca dati con un investimento in strumentazioni innovative, uomini e mezzi, così che da tutto il Molise possano affluire al S. Timoteo le informazioni connesse ai decessi per patologie tumorali. La mole delle informazioni raccolte con criteri scientifici e in almeno dieci anni di impegno, vanno utilizzate dagli esperti per indagare le ragioni scatenanti il tumore, l’ambiente in cui vivono o i prodotti alimentari che consumano. Il metodo, approntato da tempo nelle realtà più evolute, permette di capire quali siano le patologie più ricorrenti e da quali fattori esterni discendano, così che le Istituzioni possano adoperarsi a monte per limitare i rischi per la popolazione. È chiaro che conoscendo le cause che in un determinato territorio determinano un innalzamento del livello di esposizione dei cittadini, i pubblici amministratori vengono messi in condizione di ridurre quei fattori e, se possibile, rimuoverli totalmente. Per questo considero una conquista di civiltà l’istituzione per legge di un Registro Regionale dei Tumori in Molise con la saggia decisione di non disperdere il patrimonio di dati raccolti in sei anni in un ospedale pubblico da figure meritevoli di massimo apprezzamento. Ora bisogna rendere strutturale tale attività, mettere in pratica e attuare la legge definendo concretamente ciò che serve in termini di finanziamenti, personale, strumentazioni e raccordo con gli oncologi, i medici di base ed i centri sanitari che si occupano di tumori sul territorio regionale.
Per il momento salutiamo con favore questo primo risultato che incoraggia tutti coloro che da anni si prodigano per la salvaguardia della salute pubblica e contro il proliferare di impianti inquinanti che accentuano l’esposizione al rischio per la popolazione. A tal proposito segnalo la solitudine dei rari amministratori termolesi che hanno avuto il coraggio di protestare, insieme a pochi ambientalisti, contro l’illecito smaltimento di fanghi tossici in Basso Molise e per l’inquietante vicenda dell’acqua contaminata da trielometani.
Nonostante l’inchiesta della Procura di Larino e l’arresto del Presidente del Nucleo Industriale di Termoli su vicende inerenti l’avvelenamento dei terreni agricoli e dei corsi d’acqua, non si sono registrate proteste popolari, nessuna forza politica ha osato parlare e tutti i sindaci, di destra e di sinistra, che per anni sono stati al fianco di Del Torto nella gestione del Consorzio Industriale, sono rimasti tranquillamente al loro posto come se non fosse successo nulla. Eppure a Termoli e Montenero sono arrivate autobotti di percolato dalle discariche napoletane, sono giunti rifiuti tossici da diversi territori, sono stati trattati e smaltiti fanghi nocivi sia in mare che nelle campagne del Basso Molise, ed è come se ci si trovasse di fronte alla normalità. Nessun Sindaco ha chiesto la rimozione di decine di migliaia di carpe morte nella Diga del Liscione nonostante quell’acqua vada a finire nelle case di ottantamila cittadini. Nessuno ha chiesto la bonifica ambientale del Biferno dove scaricano decine di depuratori comunali e dove finisce parte del percolato della discarica di Montagano.
Ci troviamo a vivere nello squallore di una società piatta dove le istituzioni restano silenti e gli amministratori riveriscono il potere anziché contrastarlo nella tutela del bene comune. Non per questo bisogna rinunciare a lottare per i propri ideali. Al contrario, è nei periodi storici di massimo degrado etico che va salvaguardata la credibilità della politica e della democrazia per evitare derive populiste e autoritarie. ☺
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