
Indice del numero 143 – Ottobre 2017
In questo numero:
– se la sapienza è donna…
di Rosalba Manes
– la qualità più bella(Lettera aperta a quanti vogliono lottare per una politica altra)
di Antonio Di Lalla
– il gesù di giovanni
di Michele Tartaglia
– il sogno americano
di Dario Carlone
– scatto d’autore: (molise: dissodiamo le coscienze per salvare il salvabile in primavera)
di Guerino Trivisonno
– legge elettorale in molise
di Domenico Di Lisa
– spezzare la spirale perversa
di Famiano Crucianelli
– tela:wormhole
– democrazia dal basso
di Marcella Stumpo
– pedalare
di Giulia Di Paola
-Tela: “ninfee” (giovane artista italiana)
di Viviana De Rosa
– mi sorpassano tutti
di Franco Pollutri
– resto
di Augusto Salvatore Altavilla
– una nuova politica
di Tina De Michele
– il casone di casacalenda: molise: residenzialità psico-sociali
di Alessandro Prezioso
– nazionalismo è barbarie
di Annamaria Mastropietro
– tutto invano?
di Christiane Barckhausen-Canale
– stupri
di Loredana Alberti
– Borghi molisani:pietrabbondante e larino
di Davide Vitiello
– la scuola alla rovescio
di Gabriella de Lisio
– cos’è quella striscia davanti agli occhi
di Enzo Bacca
– l’italia che vorrei
di Antonio De Lellis
– infiltrazioni malavitose
di Franco Novelli
– inverno dello spirito
di Maria Antonietta Crapsi
– generazione smartphone
di Remo Stefanelli
– l’ultima lettera
di Maurizio Di Pietro
– passeggiata d’autunno
di Carolina Mastrangelo
– la fine
di Mara Mancini
– ipse dixit
di WWF OA MOLISE
– la falsa coscienza dell’occidente
di Cristina Quintavalla
– incendi e dissesti
di Angelo Sanzò
– epigenetica e misericordia
di Mario Travaglini
– il più antico anestetico
di Gildo Giannotti
– ricordo d’estate
di Lina D’Incecco
– vulnerabili
di Carolina Mastrangelo
– armonia
di Silvio Malic
– un pugno nello stomaco
di Filomena Giannotti
– odissea molisana
di Domenico D’Adamo
la qualità più bella(Lettera aperta a quanti vogliono lottare per una politica altra)
di Antonio Di Lalla a pag. 3
“Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso” (Che Guevara). Se ci impegniamo per una politica altra è perché non solo è possibile, ma addirittura necessaria.