iniziazione cristiana
6 Marzo 2010 Share

iniziazione cristiana

 

“Una risposta della nostra chiesa locale all’impegno di mettere in atto un servizio di primo annuncio, su cui innescare un vero e proprio itinerario d’Inizia- zione Cristiana a partire dai fanciulli operando un cambiamento di mentalità”. È il modo in cui Mons. GianCarlo Bregantini descrive le nuove indicazioni della diocesi di Campobasso-Boiano per la riorganizzazione di tutti e tre i sacramenti dell’Inizia- zione così come maturate in un anno di lavoro con la collaborazione dei catechisti e delle pastorali, coordinati dall’Ufficio Catechistico Diocesano.

Un cammino completamente nuovo che sarà operativo e vincolante dal prossimo autunno e che è stato presentato il mese scorso a Campobasso, nella sala Celestino V, con l’intento di raccogliere ed intercettare l’urgenza di “ridare dignità” al cammino che accompagna Battesimo, Cresima ed Eucaristia sottraendo i tre sacramenti alla prassi ormai diffusa di farne dei diritti civili (!) da pretendere senza corrispondere nulla, delle pure “feste sociali”, dei riti di passaggio mondaneggianti, sganciati e isolati dalla vita di tutti i giorni. Il nuovo percorso dovrebbe innanzitutto accompagnare le famiglie ad una presa di coscienza consapevole della ricchezza dei sacramenti chiesti per i figli, e poi rinnovare il cammino dei fanciulli e dei ragazzi affinché la preparazione ad essi sia un vero e proprio itinerario diffuso nel tempo, articolato in modo efficace e capace di portare i ragazzi all’incontro con Dio come frutto di una ricerca sincera, di una scelta matura, coraggiosa, che è costata qualcosa in termini di coerenza e di impegno esigente ma arricchente.

Finalmente, avrà pensato qualunque catechista nell’ascoltare padre GianCarlo: oggi non si può far finta che il mondo non sia cambiato, che l’evangelizza- zione e la catechesi possano ancora restare ingessate nei vestiti che portano da 50 anni o più, che il linguaggio possa essere immutabile e che la metodologia non vada aggiornata. Soprattutto, non si può far finta che le famiglie ci siano ancora dietro a tanti bambini, perché le famiglie non ci sono più e quasi sempre delegano l’educazione cristiana dei figli (senza darle neanche un valore significativo) ad un’oretta settimanale in cui, tra un tuffo, una lezione d’inglese o di chitarra e un palleggio a tennis, i bambini si affidano ad una catechista “tuttofare” che per i miracoli però, generalmente, ancora non è attrezzata.

Le famiglie, parte tutto da lì: perciò ottima ci sembra la proposta di seguirle, accompagnarle sin dal Battesimo, per il quale è previsto un percorso prebattesimale (costituito da tre incontri formativi, in parrocchia e in casa), tre momenti celebrativi in cui la Liturgia è rinnovata e meglio scandita, e un percorso postbattesimale che, fino ai 5 anni del battezzato, accompagni i genitori ad una riflessione su alcuni temi biblici ad hoc. Terminato il momento battesimale, inizia  in continuità fluida con esso il percorso di preparazione all’Eucari- stia, che coinvolgerà i bambini dai 6 ai 10 anni: cinque anni di cammino suddivisi in due grandi fasi, l’Accoglienza (6-8) e la Ricerca (9-10). Ecco che la Cresima, così preparata, quando giunge ha il sapore di una tappa diversa, gustosa, matura, non più quello di un adempimento necessario ad un imminente matrimonio, né quello della conclusione della propria vita da “cristiano praticante”. Anzi, a voler fare le cose davvero per bene, è l’Eucaristia che dovrebbe concludere l’Iniziazione, perché dovrebbe esserne il culmine.

Una serie di proposte e stimoli, insomma, in questo “Percorso di catechesi permanente” diocesano (qui sommariamente accennato), da studiare attentamente per tirarne fuori un nuovo cammino per i bambini e i ragazzi delle nostre parrocchie. E qualche idea estemporanea che butto sul tavolo:

1. perché non inserire a pieno titolo, nei temi da trattare con i bambini e i ragazzi, anche i nuovi stili di vita? I piccoli di oggi saranno i papà e mamme di domani, e quanto sarebbe utile educarli ad una coscienza ecologica, sostenibile, che ha sperimentato fin dall’infanzia la sobrietà e il rispetto per il creato!

2. perché non realizzare nuovi sussidi catechistici? Quelli attuali coprono un itinerario formativo assai più ristretto (cronologica- mente) e sono articolati in modo diverso rispetto alle nuove esigenze: sarebbe utile la costituzione di un gruppo di lavoro stabile che, gradualmente, nel tempo, anno dopo anno, costruisca degli strumenti nuovi per la catechesi diocesana, con il supporto magari di figure specifiche (l’esperto di didattica, lo psicologo, il maestro, il sacerdote, l’animatore…) che, ciascuna col proprio bagaglio di competenze, aiutino e guidino il lavoro dei catechisti veri e propri;

3. formiamoci! Noi catechisti abbiamo bisogno di aggiornarci, la nostra buona volontà – che fa già tanto – non basta, dobbiamo studiare, imparare, incontrarci, confrontarci.

Il prossimo anno pastorale si aprirà con questa sfida: raccogliamola. ☺

gadelis@libero.it

 

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