Due voltagabbana dell’Italia dei Valori e due deputali eletti nel PD e poi trasmigrati in altri lidi, hanno salvato Berlusconi dal tonfo in Parlamento. Senza impallidire, tale Polidori del CEPU ha rispolverato l’attaccamento al Cavaliere in zona Cesarini, insieme alla Siliquini, e al molisano Moffa che ha girato i tacchi a Fini e si è inchinato al deputato eletto in Molise che governa l’Italia. Bontà loro! Togliamoci il cappello davanti alla potenza del dio denaro che restituisce la vista ai ciechi e la parola ai muti. Sta di fatto che Berlusconi non ha i numeri per governare e, pur se raccatta qualche ulteriore questuante, non farà molta strada. Con la fiducia avrà la possibilità di guidare il paese alle elezioni da Presidente del Consiglio, accontentando Bossi che si prepara a far man bassa di voti nel Centro-Nord, e schiacciando Fini in un asfittico Terzo Polo che non andrà oltre un ruolo di testimonianza nella prossima competizione elettorale.
Ciò che colpisce è l’ostentazione del potere di un abile commerciante, semi-ottuagenario, che è riuscito a costruire il proprio successo sommando la potenza mediatica con la forza dei soldi. Le sue pratiche di vita passano in cavalleria. La Chiesa tace. Il suo Popolo gli perdona tutto per paura di comunisti, diventati più rari di un quadrifoglio. Società Off-Shore, decine di ville faraoniche che costano centinaia di milioni l’anno solo di manutenzione, stuoli di avvocati, giornali, televisioni, frequentazioni dubbie di ogni tipo. Tutto ciò che è inimmaginabile in ogni democrazia occidentale in Italia è realtà quotidiana che non fa più notizia. E chi prova a dire che il Re è nudo viene preso per pazzo. Un simile degrado lambisce ogni strato sociale e inaridisce la politica. Le persone sono spinte a fare da sé e a utilizzare ogni mezzo per avanzare nella società. Sono state scientemente minate, demolite e divise, le rappresentanze sindacali e i corpi sociali intermedi. L’individualizzazione viene esaltata con le lotterie. I trucchi sleali presi a modello per lasciare al palo gli onesti e i competenti. Lo studio viene svilito in favore di veline idolatrate da una televisione diseducativa da bancarella. Se in Italia, la legge non è più uguale per tutti, il Capo del Governo fugge dai processi, il co-fondatore di Forza Italia è stato condannato per contiguità con la mafia, il potere si amministra assicurando prebende per gli amici e negando i diritti agli avversari, in Molise non si può che replicare in miniatura un’emulazione posticcia di siffatte pratiche politiche.
Da qui nasce l’acquiescenza di un popolo silente che non osa alzare la testa per timore di urtare l’umore di chi comanda. Dov’è l’indignazione di fronte a decine di avvisi di garanzia, rinvii a giudizio e arresti, perpetrati in questi anni nei confronti di parlamentari, amministratori regionali e vertici di consorzi o enti ? Perché nessuno parla della richiesta di rinvio a giudizio del Commissario IACP, Lepore, dell’arresto di Del Torto, degli avvisi di garanzia legati alla Turbogas, a “Black Hole”, a Piedi d’Argilla, all’IMAM di Larino, allo smaltimento rifiuti e alle tante inchieste giudiziarie in corso? Cosa nasconde questa palude melmosa che ammucchia in un centro politico indistinto tutte le appartenenze possibili? Perché i valori, gli ideali, i programmi contrapposti sono immiseriti in Molise dall’esclusiva ricerca del potere per il potere? I principali quotidiani nazionali hanno portato alla ribalta le vicende legate al familismo del Governatore, alla ricostruzione post-sisma, ai fallimenti gestionali della sanità e alle spese istituzionali legate a fitti, auto blu, consulenze e viaggi all’estero. L’inchiesta sul Consorzio Industriale di Termoli, al di là dei risvolti di carattere penale che spetta alla Magistratura esaminare, ha evidenziato una disinvoltura impressionante nella gestione della cosa pubblica. Del Torto, innocente fino a sentenza definitiva emessa al terzo grado di giudizio, com’è arrivato a fare il Presidente del COSIB? Chi l’ha proposto, chi l’ha votato, chi ha amministrato il Consorzio Industriale insieme a lui, con chi ha condiviso le scelte amministrative, con chi si raccordava in Giunta Regionale, con chi ha deciso un maxi incentivo all’esodo di 276 mila euro in favore dell’Assessore Vitagliano? Perché venne fatta una legge regionale ad hoc su quel Nucleo Industriale dopo la vittoria del Centro-Sinistra alle elezioni comunali di Termoli per precludere a quello schieramento di assumere la guida del COSIB? Cosa significa, in termini di potere gestionale, dirigere il Consorzio e perché i controlli amministrativi della Regione, le verifiche istituzionali e il ruolo dell’Assemblea e del Direttivo dell’Ente non hanno funzionato? Mi riferisco evidentemente agli aspetti meramente politici della vicenda che vanno indagati e approfonditi, perché mostrano i segni di una società nuova e di una modernizzazione dell’agire politico che poco avrebbe a che fare con gli insegnamenti di Aldo Moro e men che meno con la questione morale posta da Enrico Berlinguer nel millennio scorso. ☺
petraroia.michele@virgilio.it
Due voltagabbana dell’Italia dei Valori e due deputali eletti nel PD e poi trasmigrati in altri lidi, hanno salvato Berlusconi dal tonfo in Parlamento. Senza impallidire, tale Polidori del CEPU ha rispolverato l’attaccamento al Cavaliere in zona Cesarini, insieme alla Siliquini, e al molisano Moffa che ha girato i tacchi a Fini e si è inchinato al deputato eletto in Molise che governa l’Italia. Bontà loro! Togliamoci il cappello davanti alla potenza del dio denaro che restituisce la vista ai ciechi e la parola ai muti. Sta di fatto che Berlusconi non ha i numeri per governare e, pur se raccatta qualche ulteriore questuante, non farà molta strada. Con la fiducia avrà la possibilità di guidare il paese alle elezioni da Presidente del Consiglio, accontentando Bossi che si prepara a far man bassa di voti nel Centro-Nord, e schiacciando Fini in un asfittico Terzo Polo che non andrà oltre un ruolo di testimonianza nella prossima competizione elettorale.
Ciò che colpisce è l’ostentazione del potere di un abile commerciante, semi-ottuagenario, che è riuscito a costruire il proprio successo sommando la potenza mediatica con la forza dei soldi. Le sue pratiche di vita passano in cavalleria. La Chiesa tace. Il suo Popolo gli perdona tutto per paura di comunisti, diventati più rari di un quadrifoglio. Società Off-Shore, decine di ville faraoniche che costano centinaia di milioni l’anno solo di manutenzione, stuoli di avvocati, giornali, televisioni, frequentazioni dubbie di ogni tipo. Tutto ciò che è inimmaginabile in ogni democrazia occidentale in Italia è realtà quotidiana che non fa più notizia. E chi prova a dire che il Re è nudo viene preso per pazzo. Un simile degrado lambisce ogni strato sociale e inaridisce la politica. Le persone sono spinte a fare da sé e a utilizzare ogni mezzo per avanzare nella società. Sono state scientemente minate, demolite e divise, le rappresentanze sindacali e i corpi sociali intermedi. L’individualizzazione viene esaltata con le lotterie. I trucchi sleali presi a modello per lasciare al palo gli onesti e i competenti. Lo studio viene svilito in favore di veline idolatrate da una televisione diseducativa da bancarella. Se in Italia, la legge non è più uguale per tutti, il Capo del Governo fugge dai processi, il co-fondatore di Forza Italia è stato condannato per contiguità con la mafia, il potere si amministra assicurando prebende per gli amici e negando i diritti agli avversari, in Molise non si può che replicare in miniatura un’emulazione posticcia di siffatte pratiche politiche.
Da qui nasce l’acquiescenza di un popolo silente che non osa alzare la testa per timore di urtare l’umore di chi comanda. Dov’è l’indignazione di fronte a decine di avvisi di garanzia, rinvii a giudizio e arresti, perpetrati in questi anni nei confronti di parlamentari, amministratori regionali e vertici di consorzi o enti ? Perché nessuno parla della richiesta di rinvio a giudizio del Commissario IACP, Lepore, dell’arresto di Del Torto, degli avvisi di garanzia legati alla Turbogas, a “Black Hole”, a Piedi d’Argilla, all’IMAM di Larino, allo smaltimento rifiuti e alle tante inchieste giudiziarie in corso? Cosa nasconde questa palude melmosa che ammucchia in un centro politico indistinto tutte le appartenenze possibili? Perché i valori, gli ideali, i programmi contrapposti sono immiseriti in Molise dall’esclusiva ricerca del potere per il potere? I principali quotidiani nazionali hanno portato alla ribalta le vicende legate al familismo del Governatore, alla ricostruzione post-sisma, ai fallimenti gestionali della sanità e alle spese istituzionali legate a fitti, auto blu, consulenze e viaggi all’estero. L’inchiesta sul Consorzio Industriale di Termoli, al di là dei risvolti di carattere penale che spetta alla Magistratura esaminare, ha evidenziato una disinvoltura impressionante nella gestione della cosa pubblica. Del Torto, innocente fino a sentenza definitiva emessa al terzo grado di giudizio, com’è arrivato a fare il Presidente del COSIB? Chi l’ha proposto, chi l’ha votato, chi ha amministrato il Consorzio Industriale insieme a lui, con chi ha condiviso le scelte amministrative, con chi si raccordava in Giunta Regionale, con chi ha deciso un maxi incentivo all’esodo di 276 mila euro in favore dell’Assessore Vitagliano? Perché venne fatta una legge regionale ad hoc su quel Nucleo Industriale dopo la vittoria del Centro-Sinistra alle elezioni comunali di Termoli per precludere a quello schieramento di assumere la guida del COSIB? Cosa significa, in termini di potere gestionale, dirigere il Consorzio e perché i controlli amministrativi della Regione, le verifiche istituzionali e il ruolo dell’Assemblea e del Direttivo dell’Ente non hanno funzionato? Mi riferisco evidentemente agli aspetti meramente politici della vicenda che vanno indagati e approfonditi, perché mostrano i segni di una società nuova e di una modernizzazione dell’agire politico che poco avrebbe a che fare con gli insegnamenti di Aldo Moro e men che meno con la questione morale posta da Enrico Berlinguer nel millennio scorso. ☺
Due voltagabbana dell’Italia dei Valori e due deputali eletti nel PD e poi trasmigrati in altri lidi, hanno salvato Berlusconi dal tonfo in Parlamento. Senza impallidire, tale Polidori del CEPU ha rispolverato l’attaccamento al Cavaliere in zona Cesarini, insieme alla Siliquini, e al molisano Moffa che ha girato i tacchi a Fini e si è inchinato al deputato eletto in Molise che governa l’Italia. Bontà loro! Togliamoci il cappello davanti alla potenza del dio denaro che restituisce la vista ai ciechi e la parola ai muti. Sta di fatto che Berlusconi non ha i numeri per governare e, pur se raccatta qualche ulteriore questuante, non farà molta strada. Con la fiducia avrà la possibilità di guidare il paese alle elezioni da Presidente del Consiglio, accontentando Bossi che si prepara a far man bassa di voti nel Centro-Nord, e schiacciando Fini in un asfittico Terzo Polo che non andrà oltre un ruolo di testimonianza nella prossima competizione elettorale.
Ciò che colpisce è l’ostentazione del potere di un abile commerciante, semi-ottuagenario, che è riuscito a costruire il proprio successo sommando la potenza mediatica con la forza dei soldi. Le sue pratiche di vita passano in cavalleria. La Chiesa tace. Il suo Popolo gli perdona tutto per paura di comunisti, diventati più rari di un quadrifoglio. Società Off-Shore, decine di ville faraoniche che costano centinaia di milioni l’anno solo di manutenzione, stuoli di avvocati, giornali, televisioni, frequentazioni dubbie di ogni tipo. Tutto ciò che è inimmaginabile in ogni democrazia occidentale in Italia è realtà quotidiana che non fa più notizia. E chi prova a dire che il Re è nudo viene preso per pazzo. Un simile degrado lambisce ogni strato sociale e inaridisce la politica. Le persone sono spinte a fare da sé e a utilizzare ogni mezzo per avanzare nella società. Sono state scientemente minate, demolite e divise, le rappresentanze sindacali e i corpi sociali intermedi. L’individualizzazione viene esaltata con le lotterie. I trucchi sleali presi a modello per lasciare al palo gli onesti e i competenti. Lo studio viene svilito in favore di veline idolatrate da una televisione diseducativa da bancarella. Se in Italia, la legge non è più uguale per tutti, il Capo del Governo fugge dai processi, il co-fondatore di Forza Italia è stato condannato per contiguità con la mafia, il potere si amministra assicurando prebende per gli amici e negando i diritti agli avversari, in Molise non si può che replicare in miniatura un’emulazione posticcia di siffatte pratiche politiche.
Da qui nasce l’acquiescenza di un popolo silente che non osa alzare la testa per timore di urtare l’umore di chi comanda. Dov’è l’indignazione di fronte a decine di avvisi di garanzia, rinvii a giudizio e arresti, perpetrati in questi anni nei confronti di parlamentari, amministratori regionali e vertici di consorzi o enti ? Perché nessuno parla della richiesta di rinvio a giudizio del Commissario IACP, Lepore, dell’arresto di Del Torto, degli avvisi di garanzia legati alla Turbogas, a “Black Hole”, a Piedi d’Argilla, all’IMAM di Larino, allo smaltimento rifiuti e alle tante inchieste giudiziarie in corso? Cosa nasconde questa palude melmosa che ammucchia in un centro politico indistinto tutte le appartenenze possibili? Perché i valori, gli ideali, i programmi contrapposti sono immiseriti in Molise dall’esclusiva ricerca del potere per il potere? I principali quotidiani nazionali hanno portato alla ribalta le vicende legate al familismo del Governatore, alla ricostruzione post-sisma, ai fallimenti gestionali della sanità e alle spese istituzionali legate a fitti, auto blu, consulenze e viaggi all’estero. L’inchiesta sul Consorzio Industriale di Termoli, al di là dei risvolti di carattere penale che spetta alla Magistratura esaminare, ha evidenziato una disinvoltura impressionante nella gestione della cosa pubblica. Del Torto, innocente fino a sentenza definitiva emessa al terzo grado di giudizio, com’è arrivato a fare il Presidente del COSIB? Chi l’ha proposto, chi l’ha votato, chi ha amministrato il Consorzio Industriale insieme a lui, con chi ha condiviso le scelte amministrative, con chi si raccordava in Giunta Regionale, con chi ha deciso un maxi incentivo all’esodo di 276 mila euro in favore dell’Assessore Vitagliano? Perché venne fatta una legge regionale ad hoc su quel Nucleo Industriale dopo la vittoria del Centro-Sinistra alle elezioni comunali di Termoli per precludere a quello schieramento di assumere la guida del COSIB? Cosa significa, in termini di potere gestionale, dirigere il Consorzio e perché i controlli amministrativi della Regione, le verifiche istituzionali e il ruolo dell’Assemblea e del Direttivo dell’Ente non hanno funzionato? Mi riferisco evidentemente agli aspetti meramente politici della vicenda che vanno indagati e approfonditi, perché mostrano i segni di una società nuova e di una modernizzazione dell’agire politico che poco avrebbe a che fare con gli insegnamenti di Aldo Moro e men che meno con la questione morale posta da Enrico Berlinguer nel millennio scorso. ☺
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