La bibbia e i cristiani
Vorrei ripartire dall’affermazione di Gregorio Magno (la Scrittura cresce con chi legge) per fare un’istantanea sulla situazione delle diverse chiese cristiane riguardo alla bibbia, anche per un approccio ecumenico alla questione. Chi legge, in questo caso, non è il singolo credente, ma ciascuna chiesa che propone come testi sacri ai suoi membri un gruppo di libri antichi. Per prima cosa faccio notare una differenza sostanziale tra i cristiani e le altre due “religioni del libro” (secondo una definizione che viene dalla tradizione islamica): per gli ebrei sono sacri solo quei libri trasmessi in modo continuato in ebraico e aramaico, divisi in tre gruppi distinti: Legge, Profeti e Scritti, corredati da una mole enorme di commenti raccolti nella Mishna e nel Talmud. Esistono differenze nell’attualizzazione della tradizione (il mondo religioso ebraico si può dividere in ortodosso, ultraortodosso e liberale), ma la base è ormai codificata.
Nell’Islam, anche, abbiamo il fondamento della fede, costituito dal Corano, trasmesso in arabo classico e codificato già dalla prima generazione dei successori del Profeta Muhammad (Maometto). La differenza sta di nuovo nelle interpretazioni: i due gruppi principali sono i sunniti (la maggioranza) che interpreta il Corano alla luce della Sharia, costituita dalle tradizioni dei detti del Profeta stesso e da ciò che può essere definito la “giurisprudenza” codificata nei secoli; e gli sciiti che legano la lettura del Corano alla parola autorevole di alcuni Imam succedutisi nella storia; queste figure non sono gli imam della tradizione sunnita, simili al rabbinato ebraico, ma sono vere figure carismatiche che si sono succedute dopo il Profeta e il cui numero sarà completato alla fine dei tempi, quando si rivelerà l’ultimo Imam (una sorta di figura messianica). Tra questi due islam c’è una differenza più radicale di quella che c’è tra le confessioni cristiane o i tipi di ebraismo e questo spiega perché ci sono guerre continue tra Stati e gruppi sunniti (come l’Arabia) e sciiti (come l’Iran); eppure hanno lo stesso Corano, uguale nell’estensione e nel contenuto.
Tutto cambia nel cristianesimo: la bibbia non è la stessa per tutti i cristiani o, meglio, accanto ad un nucleo uguale per tutti, c’è una serie di varianti a seconda dei diversi rami della tradizione che possiamo dividere principalmente in tre gruppi: i cristiani latini, che si riconoscono nella tradizione rappresentata emblematicamente da Agostino di Ippona e dalla Chiesa Africana (l’attuale Maghreb) e Romana, a cui sono associati anche i cristiani delle tradizioni orientali uniti a Roma, la cui bibbia è quella sancita solennemente al Concilio di Trento; i cristiani ortodossi bizantini che si riconoscono nella bibbia dei LXX e il mondo protestante, che, per l’Antico Testamento, accetta solo i libri tramandati come sacri dagli ebrei, facendo propria la posizione del più grande studioso della Scrittura nella chiesa latina, cioè Girolamo, contemporaneo di Agostino. Accanto a questi gruppi principali, troviamo, soprattutto nel mondo Ortodosso (le- gato, cioè al riconoscimento dei grandi Concili del primo millennio cristiano, oppure solo ai primi tre Concili, nel caso della chiese monofisite) altri tipi di scelte, anche se oggi l’unica vera variante è costituita dalla chiesa etiope che accoglie nella sua bibbia molti più libri rispetto agli altri ortodossi e, tra essi, il Libro di Enoch e il Libro dei Giubilei, così importanti per ricostruire molte idee presenti nella teologia cristiana. Così abbiamo tre liste di libri quantitativamente diverse per le tre tradizioni principali del cristianesimo: i protestanti hanno una bibbia di 66 libri (39 per l’Antico, 27 per il Nuovo); i cattolici una bibbia di 73 libri (46 per l’Antico, 27 per il Nuovo); gli Ortodossi 78 (51 per l’Antico e sempre 27 per il Nuovo). Ai libri interi bisogna sommare alcune aggiunte ai Libri di Ester e Daniele per Cattolici e Ortodossi e il Salmo 151 solo per gli Ortodossi. Come si può notare, il Nuovo Testamento è identico per tutti i cristiani (tranne la chiesa etiopica che aggiunge altro materiale al Nuovo); ciò che cambia è la quantità dell’Antico ma, paradossalmente, mentre si legge in modo abbastanza unitario l’Antico, visto come prefigurazione e profezia di Gesù e della chiesa, le divergenze nascono dalla lettura del Nuovo Testamento o, meglio, dalle tradizioni ecclesiali che si sono sviluppate nei secoli, dovute alle separazioni territoriali, linguistiche e culturali.
Allo stato attuale, abbiamo tre atteggiamenti riguardo alla bibbia: i cattolici e i protestanti, entrambi appartenenti alla tradizione latina, dove la lettura della Scrittura è stata attuata in modo unitario e continuo non solo nella Liturgia ma anche nella riflessione teologica e spirituale, la bibbia è vista come un solo insieme il cui centro è Cristo annunciato dall’Antico e predicato dal Nuovo. La differenza è nella scelta di un Antico Testamento identico nella quantità alla bibbia ebraica, per il mondo protestante e nella scelta cattolica invece, di seguire la tradizione secolare di leggere anche alcuni libri tramandati solo nella lingua greca dei LXX (non tutti i libri però). Nel mondo Ortodosso la bibbia non ha mai avuto la stessa comprensione che in Occidente: più che un libro di libri, la bibbia è una raccolta di libri diversi per importanza; alla base ci sono i Vangeli e i Salmi e, nell’Antico Testamento, hanno un posto di maggior rilievo i libri scritti in ebraico, mentre quelli tramandati solo in greco sono ritenuti utili per la vita spirituale ma non sono utilizzabili per le discussioni teologiche.
Abbiamo così una chiara indicazione per l’ecumenismo: in comune i cristiani hanno il Nuovo Testamento e quella parte dell’Antico in comune con l’ebraismo; questa bibbia unitaria, paragonabile alla bibbia ebraica e al Corano, è sufficiente per il dialogo. Il resto dei libri, importanti in modo diverso nelle tradizioni cattolica e ortodossa, approfondiscono ciò che già è depositato nel nucleo principale. C’è una bibbia che riflette ecumenicamente questa divisione? Abbiamo un esempio lodevole nella bibbia TOB, ultima edizione francese che, a differenza della edizione precedente tradotta in italiano, contiene anche i libri accolti solo dagli ortodossi, a cui sarebbero secondo me da aggiungere (in una futura edizione) per la loro antichità e importanza nella storia del pensiero cristiano, i due libri in più accolti dalla chiesa etiope: Enoch e Giubilei, per dare a tutti i cristiani di oggi un testo in cui ci si possa accogliere nel rispetto delle differenze ma anche nella valorizzazione preziosa delle somiglianze, consapevoli, anche grazie alla bibbia, che ciò che ci unisce è molto più di ciò che ci divide.☺