La proposta di legge n.250 da parte del Partito Democratico (primo firmatario Antonio D’Alete) in tre brevi articoli intende modificare la legge regionale 37 del 1° dicembre 1999 (Istituzione dell’Azienda Speciale Regionale, denominata: “Molise Acque”); al di là del rumore mediatico da cui è accompagnata, rimane un’operazione totalmente inutile, farisaicamente di facciata, che non modifica in nulla il precipitare veloce verso la privatizzazione delle acque del Molise e dell’Italia.
Che l’azienda speciale «Molise Acque» «ente pubblico economico, dotato di personalità giuridica, di autonomia imprenditoriale e di autonomia statutaria (LR 37/99 Art. 1, comma 2) condivida la visione dell’acqua come bene pubblico, potrà essere lodevole, ma non sarà la Molise Acque ad indire la gara di appalto fra imprese private, o a poter riconfermare per sé “l’affido” della gestione delle acque, perché ciò spetta alla Regione Molise. Perché rimanga acqua pubblica gestita secondo il diritto pubblico dovrebbe essere codificato o nello statuto della Regione Molise o in una sua legge specifica. Finora conosciamo solo passi ambigui. Tutti i regionali, all’unanimità, hanno approvato la sciagurata legge n.8 del 3 marzo 2009 (Nuova disciplina in materia di organizzazione dei servizi idrico integrato) in cui si è cancellata l’ATO Molise (anticipando illegalmente, di un anno, la legge dello Stato), ma soprattutto sono stati espropriati i comuni della competenza a governare e controllare la gestione dei servizi idrici: da organo di governo e di controllo sono stati ridotti a semplici “consultori” con potere di pareri non vincolanti. Infine è stato redatto, o in corso d’opera, il nuovo Statuto della Regione Molise; si era chiesto ripetutamente, da parte dei forum dell’acqua, di inscrivere nello statuto il valore pubblico, di interesse generale e non economico dei servizi idrici integrati (SII). Chiediamo: è stato fatto? Chi si è battuto per questo?
L’IDV: sorpasso in curva e salto nel vuoto!
Il referendum dell’Italia dei Valori sull’acqua risulta un’altra operazione di facciata ed un imbroglio voluto, pur di essere in piazza a raccogliere consenso per sé e non sulla vera soluzione dei problemi. Il loro quesito referendario sull’acqua modifica solo “limitatamente ad alcune parole” – il famoso art. 123bis, della legge 133/2008 come modificato dall’art.15 del decreto Rochi (2009) [va eliminato del tutto sia secondo il Forum dei Movimenti e, fino alla metà del marzo scorso, sia secondo l’IdV], ma non blocca i processi di privatizzazione. L’IdV dopo essere stata accanto ai movimenti e comitati popolari di ogni regione d’Italia, all’ultimo, ha deciso di far largo a se stessa non alla soluzione (almeno sui servizi idrici) dei problemi. Nonostante l’amarezza per la scorrettezza palese e la confusione generata occorre sostenere la loro campagna contro il nucleare e il lodo Alfano. Don Milani usava ripetere “fa’ strada ai poveri senza farti strada”.
La Regione Molise dorme in attesa delle scadenze!
Il governo regionale continua a volere la quadratura del cerchio: in ogni luogo e in ogni tempo assicura che la gestione dell’acqua sarà pubblica, ma non si muove e non batte ciglio. Ricordiamo le date: entro il 31 dicembre 2010 la gestione del Servizio Idrico Integrato deve essere «affidata», dice l’Europa; a chi, come, per quanto tempo dovrà dirlo la Regione Molise. Ancora sette mesi, di questo passo e a carte, allora necessariamente scoperte, ci troveremo consegnati in mano ad una multinazionale. ☺
Il PD batte un colpo…. a vuoto!
La proposta di legge n.250 da parte del Partito Democratico (primo firmatario Antonio D’Alete) in tre brevi articoli intende modificare la legge regionale 37 del 1° dicembre 1999 (Istituzione dell’Azienda Speciale Regionale, denominata: “Molise Acque”); al di là del rumore mediatico da cui è accompagnata, rimane un’operazione totalmente inutile, farisaicamente di facciata, che non modifica in nulla il precipitare veloce verso la privatizzazione delle acque del Molise e dell’Italia.
Che l’azienda speciale «Molise Acque» «ente pubblico economico, dotato di personalità giuridica, di autonomia imprenditoriale e di autonomia statutaria (LR 37/99 Art. 1, comma 2) condivida la visione dell’acqua come bene pubblico, potrà essere lodevole, ma non sarà la Molise Acque ad indire la gara di appalto fra imprese private, o a poter riconfermare per sé “l’affido” della gestione delle acque, perché ciò spetta alla Regione Molise. Perché rimanga acqua pubblica gestita secondo il diritto pubblico dovrebbe essere codificato o nello statuto della Regione Molise o in una sua legge specifica. Finora conosciamo solo passi ambigui. Tutti i regionali, all’unanimità, hanno approvato la sciagurata legge n.8 del 3 marzo 2009 (Nuova disciplina in materia di organizzazione dei servizi idrico integrato) in cui si è cancellata l’ATO Molise (anticipando illegalmente, di un anno, la legge dello Stato), ma soprattutto sono stati espropriati i comuni della competenza a governare e controllare la gestione dei servizi idrici: da organo di governo e di controllo sono stati ridotti a semplici “consultori” con potere di pareri non vincolanti. Infine è stato redatto, o in corso d’opera, il nuovo Statuto della Regione Molise; si era chiesto ripetutamente, da parte dei forum dell’acqua, di inscrivere nello statuto il valore pubblico, di interesse generale e non economico dei servizi idrici integrati (SII). Chiediamo: è stato fatto? Chi si è battuto per questo?
L’IDV: sorpasso in curva e salto nel vuoto!
Il referendum dell’Italia dei Valori sull’acqua risulta un’altra operazione di facciata ed un imbroglio voluto, pur di essere in piazza a raccogliere consenso per sé e non sulla vera soluzione dei problemi. Il loro quesito referendario sull’acqua modifica solo “limitatamente ad alcune parole” – il famoso art. 123bis, della legge 133/2008 come modificato dall’art.15 del decreto Rochi (2009) [va eliminato del tutto sia secondo il Forum dei Movimenti e, fino alla metà del marzo scorso, sia secondo l’IdV], ma non blocca i processi di privatizzazione. L’IdV dopo essere stata accanto ai movimenti e comitati popolari di ogni regione d’Italia, all’ultimo, ha deciso di far largo a se stessa non alla soluzione (almeno sui servizi idrici) dei problemi. Nonostante l’amarezza per la scorrettezza palese e la confusione generata occorre sostenere la loro campagna contro il nucleare e il lodo Alfano. Don Milani usava ripetere “fa’ strada ai poveri senza farti strada”.
La Regione Molise dorme in attesa delle scadenze!
Il governo regionale continua a volere la quadratura del cerchio: in ogni luogo e in ogni tempo assicura che la gestione dell’acqua sarà pubblica, ma non si muove e non batte ciglio. Ricordiamo le date: entro il 31 dicembre 2010 la gestione del Servizio Idrico Integrato deve essere «affidata», dice l’Europa; a chi, come, per quanto tempo dovrà dirlo la Regione Molise. Ancora sette mesi, di questo passo e a carte, allora necessariamente scoperte, ci troveremo consegnati in mano ad una multinazionale. ☺
La proposta di legge n.250 da parte del Partito Democratico (primo firmatario Antonio D’Alete) in tre brevi articoli intende modificare la legge regionale 37 del 1° dicembre 1999 (Istituzione dell’Azienda Speciale Regionale, denominata: “Molise Acque”); al di là del rumore mediatico da cui è accompagnata, rimane un’operazione totalmente inutile, farisaicamente di facciata, che non modifica in nulla il precipitare veloce verso la privatizzazione delle acque del Molise e dell’Italia.
Che l’azienda speciale «Molise Acque» «ente pubblico economico, dotato di personalità giuridica, di autonomia imprenditoriale e di autonomia statutaria (LR 37/99 Art. 1, comma 2) condivida la visione dell’acqua come bene pubblico, potrà essere lodevole, ma non sarà la Molise Acque ad indire la gara di appalto fra imprese private, o a poter riconfermare per sé “l’affido” della gestione delle acque, perché ciò spetta alla Regione Molise. Perché rimanga acqua pubblica gestita secondo il diritto pubblico dovrebbe essere codificato o nello statuto della Regione Molise o in una sua legge specifica. Finora conosciamo solo passi ambigui. Tutti i regionali, all’unanimità, hanno approvato la sciagurata legge n.8 del 3 marzo 2009 (Nuova disciplina in materia di organizzazione dei servizi idrico integrato) in cui si è cancellata l’ATO Molise (anticipando illegalmente, di un anno, la legge dello Stato), ma soprattutto sono stati espropriati i comuni della competenza a governare e controllare la gestione dei servizi idrici: da organo di governo e di controllo sono stati ridotti a semplici “consultori” con potere di pareri non vincolanti. Infine è stato redatto, o in corso d’opera, il nuovo Statuto della Regione Molise; si era chiesto ripetutamente, da parte dei forum dell’acqua, di inscrivere nello statuto il valore pubblico, di interesse generale e non economico dei servizi idrici integrati (SII). Chiediamo: è stato fatto? Chi si è battuto per questo?
L’IDV: sorpasso in curva e salto nel vuoto!
Il referendum dell’Italia dei Valori sull’acqua risulta un’altra operazione di facciata ed un imbroglio voluto, pur di essere in piazza a raccogliere consenso per sé e non sulla vera soluzione dei problemi. Il loro quesito referendario sull’acqua modifica solo “limitatamente ad alcune parole” – il famoso art. 123bis, della legge 133/2008 come modificato dall’art.15 del decreto Rochi (2009) [va eliminato del tutto sia secondo il Forum dei Movimenti e, fino alla metà del marzo scorso, sia secondo l’IdV], ma non blocca i processi di privatizzazione. L’IdV dopo essere stata accanto ai movimenti e comitati popolari di ogni regione d’Italia, all’ultimo, ha deciso di far largo a se stessa non alla soluzione (almeno sui servizi idrici) dei problemi. Nonostante l’amarezza per la scorrettezza palese e la confusione generata occorre sostenere la loro campagna contro il nucleare e il lodo Alfano. Don Milani usava ripetere “fa’ strada ai poveri senza farti strada”.
La Regione Molise dorme in attesa delle scadenze!
Il governo regionale continua a volere la quadratura del cerchio: in ogni luogo e in ogni tempo assicura che la gestione dell’acqua sarà pubblica, ma non si muove e non batte ciglio. Ricordiamo le date: entro il 31 dicembre 2010 la gestione del Servizio Idrico Integrato deve essere «affidata», dice l’Europa; a chi, come, per quanto tempo dovrà dirlo la Regione Molise. Ancora sette mesi, di questo passo e a carte, allora necessariamente scoperte, ci troveremo consegnati in mano ad una multinazionale. ☺
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