Per questa erba degli orti, elegante nella sua semplicità e intensamente profumata, ma anche salutare per via delle sue numerose proprietà, non si sarebbe potuto trovare un nome migliore: Ocymum basilicum. Il nome del genere Ocymum significa “profumo”, mentre basilicum deriva dal greco basilikós, “regale”. Dunque “pianta del re”, o quantomeno “piantina regale”, che appartiene alla famiglia delle Labiate, come altre importanti erbe aromatiche, precedentemente trattate in questa rubrica, quali la salvia, l’origano, il rosmarino e la menta.
Aldo Fabrizi, in un sonetto in romanesco, riassume efficacemente le proprietà del basilico:
A parte che er basilico c’incanta
perché profuma mejo de le rose,
c’ha certe doti medicamentose
che in tanti mali so’ ’na mano santa.
Abbasta ’na tisana de ’sta pianta
che mar de testa, coliche ventose,
gastriti, digestioni faticose
e malattie de petto le strapianta.
Pe’ via de ’sti miracoli che ho detto,
io c’ho ’na farmacia sur terrazzino,
aperta giorno e notte in un vasetto.
Dentro c’è ’no speziale sempre all’o- pera,
che nun pretenne modulo e bollino
e nun c’è mai pericolo che sciopera.
Il basilico è una delle piante aromatiche presenti in quasi tutti gli orti delle zone in cui il clima ne consente la coltivazione. Altrettanto diffusa – come ricorda il Fabrizi nel suo stile popolaresco – è la coltura in vasi, che trovano la loro collocazione su terrazzi o balconi, visto il valore ornamentale che questa pianta possiede. Si adatta a qualsiasi terreno, purché privo di ristagni d’acqua.
Molte sono le varietà di basilico che si possono coltivare e tutte possiedono non solo le virtù gastronomiche che conosciamo, ma hanno anche interessanti proprietà terapeutiche. Per la sua azione leggermente antisettica, il basilico viene usato come collutorio per sciacqui del cavo orale, per gargarismi, per impacchi sull’epidermide arrossata e per la medicazione di ferite. È inoltre un leggero sedativo, utile nei casi di insonnia (specialmente se provocata da stress) e di mal di testa (soprattutto se associato a cattiva digestione). È ottimo infatti per rimediare agli spasmi dello stomaco e dell’intestino e per migliorare le digestioni difficili. La semplice aggiunta di basilico a piatti cotti e crudi ne migliora l’appetibilità e la digeribilità. Ma con il basilico è possibile preparare un vero e proprio infuso digestivo: basta mettere cinque foglie fresche in una tazza di acqua bollente, filtrare dopo dieci minuti e bere senza dolcificare.
Attenzione però ad usare piantine giovani, perché in esse sono presenti notevoli quantità di metileugenolo, una sostanza aromatica in grado di far aumentare il rischio di patologie tumorali. Occorre a questo proposito fare delle precisazioni: il metileugenolo si riduce fortemente quando le piante di basilico sono cresciute oltre i 10-12 cm. Per questo motivo, si consiglia di utilizzare con cautela anche l’olio essenziale di basilico, nel quale la concentrazione di questa molecola aromatica può arrivare all’85%, e di consumarlo solo in caso di effettiva necessità e sempre su indicazione del medico, sebbene sia da evitare anche un eccessivo allarmismo, in quanto gli studi sono stati finora condotti unicamente su modelli animali e non è stata ancora ottenuta nessuna dimostrazione di tossicità/cancerogenicità per l’uomo.
In cosmesi, si possono preparare delle lozioni stimolanti e rivitalizzanti o una lozione antiacne. Ma la nostra “pianta del re” trova impiego anche nella liquoreria ed è uno degli ingredienti della Chartreuse, un liquore prodotto con 130 erbe nel monastero della Grande Chartreuse nella Francia meridionale, la cui composizione è tuttora un mistero, nonostante i moderni mezzi di indagine. In cucina, il basilico ha dato origine a ricette da considerarsi successi di fama mondiale, come il pesto alla genovese o la caprese. Per celebrare con spirito conviviale e fraterno i 150 anni dell’unità d’Italia, si può servire un piatto tricolore: gli spaghetti all’amicizia. Per prepararli, lessare gli spaghettini, condirli con panna e parmigiano grattugiato, e aggiungere peperoncini dolci fritti in padella, un abbondantissimo trito di basilico fresco all’ultimo minuto e, a piacere, una spolverata di peperoncino piccante. ☺
giannotti.gildo@gmail.com
Per questa erba degli orti, elegante nella sua semplicità e intensamente profumata, ma anche salutare per via delle sue numerose proprietà, non si sarebbe potuto trovare un nome migliore: Ocymum basilicum. Il nome del genere Ocymum significa “profumo”, mentre basilicum deriva dal greco basilikós, “regale”. Dunque “pianta del re”, o quantomeno “piantina regale”, che appartiene alla famiglia delle Labiate, come altre importanti erbe aromatiche, precedentemente trattate in questa rubrica, quali la salvia, l’origano, il rosmarino e la menta.
Aldo Fabrizi, in un sonetto in romanesco, riassume efficacemente le proprietà del basilico:
A parte che er basilico c’incanta
perché profuma mejo de le rose,
c’ha certe doti medicamentose
che in tanti mali so’ ’na mano santa.
Abbasta ’na tisana de ’sta pianta
che mar de testa, coliche ventose,
gastriti, digestioni faticose
e malattie de petto le strapianta.
Pe’ via de ’sti miracoli che ho detto,
io c’ho ’na farmacia sur terrazzino,
aperta giorno e notte in un vasetto.
Dentro c’è ’no speziale sempre all’o- pera,
che nun pretenne modulo e bollino
e nun c’è mai pericolo che sciopera.
Il basilico è una delle piante aromatiche presenti in quasi tutti gli orti delle zone in cui il clima ne consente la coltivazione. Altrettanto diffusa – come ricorda il Fabrizi nel suo stile popolaresco – è la coltura in vasi, che trovano la loro collocazione su terrazzi o balconi, visto il valore ornamentale che questa pianta possiede. Si adatta a qualsiasi terreno, purché privo di ristagni d’acqua.
Molte sono le varietà di basilico che si possono coltivare e tutte possiedono non solo le virtù gastronomiche che conosciamo, ma hanno anche interessanti proprietà terapeutiche. Per la sua azione leggermente antisettica, il basilico viene usato come collutorio per sciacqui del cavo orale, per gargarismi, per impacchi sull’epidermide arrossata e per la medicazione di ferite. È inoltre un leggero sedativo, utile nei casi di insonnia (specialmente se provocata da stress) e di mal di testa (soprattutto se associato a cattiva digestione). È ottimo infatti per rimediare agli spasmi dello stomaco e dell’intestino e per migliorare le digestioni difficili. La semplice aggiunta di basilico a piatti cotti e crudi ne migliora l’appetibilità e la digeribilità. Ma con il basilico è possibile preparare un vero e proprio infuso digestivo: basta mettere cinque foglie fresche in una tazza di acqua bollente, filtrare dopo dieci minuti e bere senza dolcificare.
Attenzione però ad usare piantine giovani, perché in esse sono presenti notevoli quantità di metileugenolo, una sostanza aromatica in grado di far aumentare il rischio di patologie tumorali. Occorre a questo proposito fare delle precisazioni: il metileugenolo si riduce fortemente quando le piante di basilico sono cresciute oltre i 10-12 cm. Per questo motivo, si consiglia di utilizzare con cautela anche l’olio essenziale di basilico, nel quale la concentrazione di questa molecola aromatica può arrivare all’85%, e di consumarlo solo in caso di effettiva necessità e sempre su indicazione del medico, sebbene sia da evitare anche un eccessivo allarmismo, in quanto gli studi sono stati finora condotti unicamente su modelli animali e non è stata ancora ottenuta nessuna dimostrazione di tossicità/cancerogenicità per l’uomo.
In cosmesi, si possono preparare delle lozioni stimolanti e rivitalizzanti o una lozione antiacne. Ma la nostra “pianta del re” trova impiego anche nella liquoreria ed è uno degli ingredienti della Chartreuse, un liquore prodotto con 130 erbe nel monastero della Grande Chartreuse nella Francia meridionale, la cui composizione è tuttora un mistero, nonostante i moderni mezzi di indagine. In cucina, il basilico ha dato origine a ricette da considerarsi successi di fama mondiale, come il pesto alla genovese o la caprese. Per celebrare con spirito conviviale e fraterno i 150 anni dell’unità d’Italia, si può servire un piatto tricolore: gli spaghetti all’amicizia. Per prepararli, lessare gli spaghettini, condirli con panna e parmigiano grattugiato, e aggiungere peperoncini dolci fritti in padella, un abbondantissimo trito di basilico fresco all’ultimo minuto e, a piacere, una spolverata di peperoncino piccante. ☺
Per questa erba degli orti, elegante nella sua semplicità e intensamente profumata, ma anche salutare per via delle sue numerose proprietà, non si sarebbe potuto trovare un nome migliore: Ocymum basilicum. Il nome del genere Ocymum significa “profumo”, mentre basilicum deriva dal greco basilikós, “regale”. Dunque “pianta del re”, o quantomeno “piantina regale”, che appartiene alla famiglia delle Labiate, come altre importanti erbe aromatiche, precedentemente trattate in questa rubrica, quali la salvia, l’origano, il rosmarino e la menta.
Aldo Fabrizi, in un sonetto in romanesco, riassume efficacemente le proprietà del basilico:
A parte che er basilico c’incanta
perché profuma mejo de le rose,
c’ha certe doti medicamentose
che in tanti mali so’ ’na mano santa.
Abbasta ’na tisana de ’sta pianta
che mar de testa, coliche ventose,
gastriti, digestioni faticose
e malattie de petto le strapianta.
Pe’ via de ’sti miracoli che ho detto,
io c’ho ’na farmacia sur terrazzino,
aperta giorno e notte in un vasetto.
Dentro c’è ’no speziale sempre all’o- pera,
che nun pretenne modulo e bollino
e nun c’è mai pericolo che sciopera.
Il basilico è una delle piante aromatiche presenti in quasi tutti gli orti delle zone in cui il clima ne consente la coltivazione. Altrettanto diffusa – come ricorda il Fabrizi nel suo stile popolaresco – è la coltura in vasi, che trovano la loro collocazione su terrazzi o balconi, visto il valore ornamentale che questa pianta possiede. Si adatta a qualsiasi terreno, purché privo di ristagni d’acqua.
Molte sono le varietà di basilico che si possono coltivare e tutte possiedono non solo le virtù gastronomiche che conosciamo, ma hanno anche interessanti proprietà terapeutiche. Per la sua azione leggermente antisettica, il basilico viene usato come collutorio per sciacqui del cavo orale, per gargarismi, per impacchi sull’epidermide arrossata e per la medicazione di ferite. È inoltre un leggero sedativo, utile nei casi di insonnia (specialmente se provocata da stress) e di mal di testa (soprattutto se associato a cattiva digestione). È ottimo infatti per rimediare agli spasmi dello stomaco e dell’intestino e per migliorare le digestioni difficili. La semplice aggiunta di basilico a piatti cotti e crudi ne migliora l’appetibilità e la digeribilità. Ma con il basilico è possibile preparare un vero e proprio infuso digestivo: basta mettere cinque foglie fresche in una tazza di acqua bollente, filtrare dopo dieci minuti e bere senza dolcificare.
Attenzione però ad usare piantine giovani, perché in esse sono presenti notevoli quantità di metileugenolo, una sostanza aromatica in grado di far aumentare il rischio di patologie tumorali. Occorre a questo proposito fare delle precisazioni: il metileugenolo si riduce fortemente quando le piante di basilico sono cresciute oltre i 10-12 cm. Per questo motivo, si consiglia di utilizzare con cautela anche l’olio essenziale di basilico, nel quale la concentrazione di questa molecola aromatica può arrivare all’85%, e di consumarlo solo in caso di effettiva necessità e sempre su indicazione del medico, sebbene sia da evitare anche un eccessivo allarmismo, in quanto gli studi sono stati finora condotti unicamente su modelli animali e non è stata ancora ottenuta nessuna dimostrazione di tossicità/cancerogenicità per l’uomo.
In cosmesi, si possono preparare delle lozioni stimolanti e rivitalizzanti o una lozione antiacne. Ma la nostra “pianta del re” trova impiego anche nella liquoreria ed è uno degli ingredienti della Chartreuse, un liquore prodotto con 130 erbe nel monastero della Grande Chartreuse nella Francia meridionale, la cui composizione è tuttora un mistero, nonostante i moderni mezzi di indagine. In cucina, il basilico ha dato origine a ricette da considerarsi successi di fama mondiale, come il pesto alla genovese o la caprese. Per celebrare con spirito conviviale e fraterno i 150 anni dell’unità d’Italia, si può servire un piatto tricolore: gli spaghetti all’amicizia. Per prepararli, lessare gli spaghettini, condirli con panna e parmigiano grattugiato, e aggiungere peperoncini dolci fritti in padella, un abbondantissimo trito di basilico fresco all’ultimo minuto e, a piacere, una spolverata di peperoncino piccante. ☺
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