“Entrando nel mondo, Cristo dice: Non hai voluto atti eroici, di un corpo mi hai dotato” (cf. Eb 10,5).
Il mistero dell’Incarnazione ci ricorda com’è diverso l’agire divino da quello umano. Dio chiede il permesso (vedi all’Annunciazione con Maria), l’uomo no. Arriva Natale che dovrebbe essere la festa del corpo e del ripristino della grande dignità della donna, chiamata a “concreare” con Dio, e invece siamo di nuovo alle prese con episodi di violenza contro le donne e di prostituzione femminile minorile. Si invoca la legge contro il femminicidio o si intercettano le chiamate di clienti o madri scellerate. Si dice: “Chi ha commesso questo reato merita il carcere”. Tutti si indignano, sbraitano e invocano la giustizia. Ma è davvero questo il punto? Basta pensare in termini di conseguenze o anche e soprattutto in termini di cause? Puoi tenere qualcuno in prigione per una vita, ma forse quando lo metti in libertà sarà peggiore di prima. Nel Primo Testamento, Dio non fa giustizia citando l’uomo in tribunale, ma “a colpi di parole” di denuncia; non con l’intento di ridurlo al silenzio, ma di suggerirgli di cambiare il cuore. Non è il carcere che ti cambia, ma la tua volontà. La cultura attuale presenta il sesso come un gioco e spesso mercifica il corpo. Ma cos’è un corpo? Non è “cosa”, non è “merce”, non è “giocattolo” e non vale quanto un cellulare. Il corpo è tempio, è inestimabile, è se tu lo violi, tu distruggi il sacro che porta. Ecco l’antiNatale! Inoltre l’unione sessuale è sacra, è espressione di un’intimità che si tesse reciprocamente nella fiducia e nell’amore, è incontro dello spirito di un essere umano con un altro. Insegniamolo ai nostri giovani, creati non per “viver come bruti”, ma come un prodigio. Insegniamo che la brutalità è il fallimento della vita e che il successo di una vita riuscita ha un solo nome: tenerezza. Il Bambino che ci tende le braccia per strapparci dal fango ci insegni a non aver paura della tenerezza ma a sceglierla come atmosfera dei nostri rapporti. ☺
r.manes@hotmail.it
“Entrando nel mondo, Cristo dice: Non hai voluto atti eroici, di un corpo mi hai dotato” (cf. Eb 10,5).
Il mistero dell’Incarnazione ci ricorda com’è diverso l’agire divino da quello umano. Dio chiede il permesso (vedi all’Annunciazione con Maria), l’uomo no. Arriva Natale che dovrebbe essere la festa del corpo e del ripristino della grande dignità della donna, chiamata a “concreare” con Dio, e invece siamo di nuovo alle prese con episodi di violenza contro le donne e di prostituzione femminile minorile. Si invoca la legge contro il femminicidio o si intercettano le chiamate di clienti o madri scellerate. Si dice: “Chi ha commesso questo reato merita il carcere”. Tutti si indignano, sbraitano e invocano la giustizia. Ma è davvero questo il punto? Basta pensare in termini di conseguenze o anche e soprattutto in termini di cause? Puoi tenere qualcuno in prigione per una vita, ma forse quando lo metti in libertà sarà peggiore di prima. Nel Primo Testamento, Dio non fa giustizia citando l’uomo in tribunale, ma “a colpi di parole” di denuncia; non con l’intento di ridurlo al silenzio, ma di suggerirgli di cambiare il cuore. Non è il carcere che ti cambia, ma la tua volontà. La cultura attuale presenta il sesso come un gioco e spesso mercifica il corpo. Ma cos’è un corpo? Non è “cosa”, non è “merce”, non è “giocattolo” e non vale quanto un cellulare. Il corpo è tempio, è inestimabile, è se tu lo violi, tu distruggi il sacro che porta. Ecco l’antiNatale! Inoltre l’unione sessuale è sacra, è espressione di un’intimità che si tesse reciprocamente nella fiducia e nell’amore, è incontro dello spirito di un essere umano con un altro. Insegniamolo ai nostri giovani, creati non per “viver come bruti”, ma come un prodigio. Insegniamo che la brutalità è il fallimento della vita e che il successo di una vita riuscita ha un solo nome: tenerezza. Il Bambino che ci tende le braccia per strapparci dal fango ci insegni a non aver paura della tenerezza ma a sceglierla come atmosfera dei nostri rapporti. ☺
r.manes@hotmail.it
“Entrando nel mondo, Cristo dice: Non hai voluto atti eroici, di un corpo mi hai dotato” (cf. Eb 10,5).
Il mistero dell’Incarnazione ci ricorda com’è diverso l’agire divino da quello umano. Dio chiede il permesso (vedi all’Annunciazione con Maria), l’uomo no. Arriva Natale che dovrebbe essere la festa del corpo e del ripristino della grande dignità della donna, chiamata a “concreare” con Dio, e invece siamo di nuovo alle prese con episodi di violenza contro le donne e di prostituzione femminile minorile. Si invoca la legge contro il femminicidio o si intercettano le chiamate di clienti o madri scellerate. Si dice: “Chi ha commesso questo reato merita il carcere”. Tutti si indignano, sbraitano e invocano la giustizia. Ma è davvero questo il punto? Basta pensare in termini di conseguenze o anche e soprattutto in termini di cause? Puoi tenere qualcuno in prigione per una vita, ma forse quando lo metti in libertà sarà peggiore di prima. Nel Primo Testamento, Dio non fa giustizia citando l’uomo in tribunale, ma “a colpi di parole” di denuncia; non con l’intento di ridurlo al silenzio, ma di suggerirgli di cambiare il cuore. Non è il carcere che ti cambia, ma la tua volontà. La cultura attuale presenta il sesso come un gioco e spesso mercifica il corpo. Ma cos’è un corpo? Non è “cosa”, non è “merce”, non è “giocattolo” e non vale quanto un cellulare. Il corpo è tempio, è inestimabile, è se tu lo violi, tu distruggi il sacro che porta. Ecco l’antiNatale! Inoltre l’unione sessuale è sacra, è espressione di un’intimità che si tesse reciprocamente nella fiducia e nell’amore, è incontro dello spirito di un essere umano con un altro. Insegniamolo ai nostri giovani, creati non per “viver come bruti”, ma come un prodigio. Insegniamo che la brutalità è il fallimento della vita e che il successo di una vita riuscita ha un solo nome: tenerezza. Il Bambino che ci tende le braccia per strapparci dal fango ci insegni a non aver paura della tenerezza ma a sceglierla come atmosfera dei nostri rapporti. ☺
r.manes@hotmail.it
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.