
L’ape melina
Ogni volta che l’estate sta per cedere il passo ho l’impressione che mi sia scivolata tra le dita e questa in modo particolare: un matrimonio, un compleanno a sorpresa, la vicinanza delle figlie, una fiera con mia nipote espositrice e un Ferragosto indimenticabile trascorso al mare, dopo tanti anni, con i miei fratelli nella nostra bellissima città.
Non è stato facile ritornare a casa e riprendere una normale quotidianità con il cuore pieno di tante emozioni e la testa altrove. Caratterialmente sono tanto malinconica quanto nostalgica e questa malinconia l’ho cullata riguardandomi nella galleria del telefono tutte le foto scattate durante l’estate. Ho vissuto l’attimo presente nell’attesa dei prossimi viaggi ed incontri.
In una di queste mattine, con il telefonino alla mano tra un “buongiorno” ed una foto vista e rivista tante volte, mi arriva un messaggio di mia cognata. È un annuncio di una nota agenzia immobiliare con annesso articolo scritto da una collaboratrice esterna: “Cosa vedere a Larino e perché è chiamata la piccola Roma?” Inizio a leggere incuriosita: “Può un borgo del Molise custodire la grandezza di una intera civiltà? Larino, con i suoi tesori nascosti tra colline e vigneti, sembra avere la risposta. Passeggiare tra le sue strade significa un viaggio sospeso tra passato romano e tradizioni vive. Perché mai questo centro è conosciuto come la piccola Roma? Le testimonianze archeologiche, i monumenti offrono spunti che meritano di essere esplorati con attenzione, lasciando stupiti per la ricchezza inaspettata di questa località molisana”.
L’annuncio continua con la spiegazione dell’Anfiteatro romano, il centro storico medioevale, il palazzo Ducale, la Cattedrale di san Pardo, capolavoro romano-gotico, l’aria rinomata per la produzione di olio extravergine di oliva, dei vini pregiati tra cui la Tintilia e l’ottima cucina locale.
Ebbene, questo buongiorno mi ha ridato il buonumore risvegliandomi dalla mia struggente nostalgia. In quel momento mi sono ricordata la favola dell’ape Melina che raccontavo sempre ai bambini (ma credo che la raccontassi più a me stessa) dove la protagonista Melina è una piccola ape che nasce ape, suo malgrado, rendendola tanto triste da decidere di non succhiare il nettare. Esce dall’alveare tutti i giorni con le altre api e invece di succhiare il nettare lei si adagia sul ramo di un fiore e aspetta la notte per vedere il cielo. Melina è affascinata dal bagliore della Luna e delle stelle e sogna e spera di arrivarci perché è lì che vuole stare. Parte e finalmente, dopo tanto volare, arriva a destinazione ma più si avvicina e più non c’è luce. Non ci sono stelle, non ci sono fiori e nemmeno prati ma solo buchi enormi e tanto buio: “Forse mi sarò sbagliata” – pensò per farsi coraggio, ma ovunque si poggiasse c’erano solo e soltanto pietre. Iniziò a sentirsi sola perché la Luna non era come pensava e si sentiva triste in quel buio così nero. Cercando di trovare un riparo vide tante luci brillare molto più in giù: “Ma quella è la Terra che brilla così tanto? È lì che c’è la mia casa? Io non l’avevo mai vista così”. Piena di fiducia e di speranza riprese il suo viaggio di ritorno e quando finalmente arrivò fu accolta con gioia da tutto l’alveare.
Anch’io mi sono sentita ‘ape Meli- na’. Chissà quante piccole Roma ci sono nel nostro Paese e quante altre ‘api Melina’ come me che non vedono l’ora di andarsene.
Ieri mia figlia, che vive a Padova, nella nostra consueta chiacchierata di fine giornata mi ha raccontato che quella mattina era stata costretta a prendere un taxi per non arrivare tardi al lavoro (in barba ai luoghi comuni anche nell’efficiente Nord gli autobus saltano le corse e a volte sono in ritardo!). Così salita sul taxi e scambiando due parole con il tassista viene fuori che lei è molisana. A queste parole il tassista esclama felice: “Che bello il Molise! Io ci sono stato, si mangia bene, l’aria è buona e la gente è accogliente”. Arrivati a destinazione, prima che lei scendesse dal taxi, le dice a sorpresa: “Sa, signorina, torni spesso a casa dai suoi genitori. Lì si sta proprio bene!”.
Queste parole hanno reso me felice e non solo per il Molise! Che strano, ho pensato, come un annuncio immobiliare e un tassista sconosciuto possano infondere buonumore, fiducia e speranza. La malinconia non è passata del tutto come la nostalgia ma voglio sperare che le generazioni future possano comprendere l’importanza di “restare” nelle tante piccole Roma e che lottino per farlo e soprattutto che ritornino.
Proprio come ha fatto l’ape Melina.☺