Le classi popolari le più colpite
10 Novembre 2023
laFonteTV (3191 articles)
Share

Le classi popolari le più colpite

Secondo il Ministro Giorgetti, dalla combinazione tra taglio del cuneo fiscale, previsto nella prossima legge di bilancio, e l’avvio del primo modulo di “riforma IRPEF” che porterebbe l’aliquota del 23% dai 15 ai 28mila euro di reddito, deriverebbe un “sostegno alle famiglie e ai redditi bassi” che farebbe entrare, nelle buste paga, tra 67 e 120 euro in più al mese. Nello stesso momento l’Autorità per l’energia annuncia con certezza che le tariffe dell’elettricità, per 15 milioni di consumatori, subiranno un rincaro del 18,6%, nel quarto trimestre dell’anno. Tale nuova fiammata dei prezzi dell’energia andrà ad impattare anche sull’inflazione, come afferma il CODACONS secondo cui “con le nuove tariffe, la spesa della famiglia tipo, per la luce, salirebbe di circa 120 euro su base annua, portando la bolletta elettrica a quota 764, e aggiungendo anche la spesa per il gas alle attuali tariffe (1.266 euro annui), la nostra famiglia tipo si troverebbe a spendere 2.030 euro all’anno per le forniture energetiche.
Il prezzo elevatissimo dei carburanti non trova alcuna giustificazione: l’11 luglio 2008 le quotazioni del petrolio registrarono i 147,25 $ al barile, il costo al distributore era di 1,37 Euro al litro. Da allora il prezzo ha raggiunto un minimo di circa 40 $ nel 2009 per ritornare nel 2011 solidamente al di sopra dei 90 $. Abbiamo avuto il picco di 122,47 dollari al barile registrato a inizio giugno del 2022, le quotazioni del petrolio scambiato sui mercati internazionali sono scese attorno ai 75 dollari (-38%). Ma l’attuale prezzo nelle stazioni di servizio in Italia è elevatissimo: sopra i due Euro al litro. Inoltre sembra certo che il 10 gennaio 2024 per il gas e dal primo aprile per l’energia elettrica 2024 ci sarà l’abolizione del mercato tutelato senza nessuna possibilità di opporsi, tutti gli italiani dovranno passare al “mercato libero”, mai la parola libero ha avuto un significato non aderente alla realtà.
Cosa succede se non si fa il trasferimento in autonomia? La fornitura verrà assegnata d’ufficio e tramite asta a un nuovo operatore. Oggi sono infatti circa 9,5 milioni i consumatori domestici che ancora si trovano sul mercato tutelato per l’elettricità. In merito ai consumi di gas, invece, sono ancora 6,9 milioni gli italiani attivi sul mercato tutelato. Solo i clienti considerati ‘vulnerabili’ che rimarranno nel sistema tutelato sono stati quantificati a circa 4,5 milioni. Rientrano tra i “clienti vulnerabili”: chi ha un’età superiore ai 75 anni; chi si trova in condizioni economicamente svantaggiate (ad esempio è percettore di bonus energia); chi si trova in gravi condizioni di salute che richiedono l’utilizzo di apparecchiature medico-terapeuti- che salvavita alimentate dall’energia elettrica o i soggetti presso i quali sono presenti persone che versano in tali condizioni; chi è un soggetto con disabilità ai sensi della legge 104/92; chi si trova in una struttura abitativa di emergenza a seguito di eventi calamitosi; chi si trova in un’isola minore non interconnessa.
Il provvedimento contenuto nel decreto “Milleproroghe” stabilisce regole, criteri e modalità per il passaggio al mercato libero dei clienti domestici non vulnerabili. Ma non sono state stabilite le condizioni tariffarie a cui avranno accesso i clienti. L’unico modo per non “finire all’asta”, è fare il trasferimento prima della data dell’obbligo così da scegliere personalmente da quale fornitore acquistare energia. Il rischio però è di incombere in un aumento dei costi dei consumi energetici. Altro motivo di preoccupazione sono le truffe poiché quello delle frodi nell’ambito delle utenze di luce e gas è un fenomeno che si è espanso molto nell’ ultimo anno fino a coinvolgere, stando all’ indagine di Facile.it e Consumerismo no profit, circa 4 milioni di persone. Dato che l’offerta sul mercato libero è molto ampia ed è spesso difficile orientarsi, il consiglio è di “scegliere con attenzione, meglio se con l’aiuto di un consulente esperto e affidabile, che sappia guidare il consumatore tra le centinaia di proposte presenti sul mercato e, anche, che lo sappia proteggere da eventuali truffe”, spiegano gli esperti. Ma la realtà sarà la certezza di un aumento generalizzato dei costi delle forniture energetiche per tutti gli utenti costretti per legge a passare al falso “mercato libero”, che altro non è che un modo per dire che i costi inesorabilmente aumentano per tutti gli utenti.
Jonathan Swift ne L’arte della menzogna politica, scrisse: “Un bugiardo politico ha un genio superiore che consiste nel suo inesauribile patrimonio di menzogne politiche che distribuisce con generosità tutte le volte che parla e che, con altrettanta generosità, contraddice mezz’ora dopo. A lui non interessa se una sua affermazione sia vera o falsa ma solo se era conveniente in quel momento affermarla o negarla”. Questa affermazione vale per tutti i governi, politici e tecnici, che hanno governato il nostro paese negli ultimi decenni. Infatti la comunicazione governativa è, quasi tutta, incentrata su temi propagandistici come l’ aumento degli occupati, ma non dice che sono contratti a temine, a volte di pochi giorni, mentre sul resto si glissa. Non sarebbe il caso di fermare questi aumenti per i cittadini? Visto che in un solo anno, secondo una nota dell’ agenzia di stampa ANSA del 30 settembre 2023, sono aumentati i mutui a tasso variabile del 44%, R.C. auto del 26%, benzina del 21%, prestiti personali del 19%, spesa alimentare del 24%, ortofrutta del 20%, servizi turistici del 9,4%. È lo stesso anno del primo anniversario del governo Meloni, che afferma che l’Italia cresce “più del previsto” e che l’attenzione politica è concentrata su “famiglie e lavoratori”! Eppure si ha la sensazione che famiglie e lavoratori non se ne siano accorti. Forse tagliare di due miliardi la spesa sanitaria è sintomo della grande attenzione alle famiglie da parte del governo? Di povertà, rincari e sanità negata non si parla. Si blatera di crescita, invasioni di migranti e famiglia tradizionalissima.
L’attuale governo non pensa per nulla ad accrescere la protezione sociale sulle famiglie povere e disagiate (si tratta di milioni di persone e sono in costante aumento), sembra concentrato quasi esclusivamente sull’obiettivo di realizzare una riforma del fisco che vada in direzione di una flat tax a beneficio dei più ricchi e di qualche modesta riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori. Meno tasse per i ricchi, ma più ingiustizie per la stragrande maggioranza degli italiani che dovranno pagare, senza motivo, anche bollette energetiche più salate, che avranno inoltre minori servizi e minore protezione sociale. Il rifiuto di adottare il salario minimo, presente in tutte le altre nazioni europee, dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, la non curanza assoluta nei confronti di chi ha bisogno di sostegno e tutele. La Corte suprema di Cassazione anticipa la politica: ha  stabilito che bisogna garantire il “salario minimo costituzionale” e può essere fissato dal giudice in modo che sia proporzionato e sufficiente a garantire gli standard minimi di legge, che per la Cassazione significa che deve dare la possibilità di “vivere una vita a misura d’ uomo”. La sentenza 27.711 del 3 ottobre 2023 ha dato ragione al dipendente di una cooperativa che lamentava la non conformità all’articolo 36 della Costituzione del suo contratto collettivo nazionale di lavoro.
Queste politiche, profondamente ingiuste, potevano avere qualche possibilità di riuscita quando la domanda estera dei nostri beni era in forte aumento, grazie allo sviluppo dei paesi emergenti, ma ora, in tempi di possibile recessione mondiale, non è sbagliato pensare che siano destinate ad un rapido e perentorio insuccesso. Il risultato delle politiche governative dell’ultimo anno sarà un Paese più povero con maggiori diseguaglianze. Tutto questo perché: “In questo mondo nuovo si chiede agli uomini di cercare soluzioni private a problemi di origine sociale, anziché soluzioni di origine sociale a problemi privati”, Zygmuntauman, Capitalismo parassitario, Laterza, 2009).☺

laFonteTV

laFonteTV