Sia Repubblica che il Corriere della Sera, due tra i più grandi giornali italiani, concordano col dire che la gestione commissariale del terremoto del Molise è stata per alcuni versi “stravagante” e per altri, inefficace, visto che, ancora oggi, i terremotati, anche quelli di San Giuliano di Puglia, vivono nelle casette di legno, molto dignitose e con tutti i servizi igienico-sanitari, come dice il sen. Iorio; anche se, viverci per sei anni, diventa una tortura, come diciamo noi. E a poco serve far strombazzare i portavoce del Presidente che le notizie riportate sono prive di verità. La realtà è sotto gli occhi di tutti e la si può riassumere in poche parole: né ricostruzione né sviluppo. Cosa ancora più inquietante è che i giornali molisani in attesa di contributi regionali non si sono minimamente preoccupati di indagare, di confutare le dichiarazioni di Iorio, anzi, proni come sempre, si sono limitati a fare da scendiletto alle repliche del loro padrone. La dura reprimenda a carico di una giornalista del TG regionale, per il solo fatto di aver intervistato i terremotati, quelli che la verità la conoscono, è la prova provata che questo argomento, il terremoto, nella TV pubblica può essere trattato solo in occasione di inaugurazioni e premiazioni, perché le dichiarazioni dei diretti interessati non sono gradite all’Ufficio stampa della Giunta.
Oggi i cittadini molisani si chiedono perché mai dovrebbero contribuire con le loro tasse a sostenere questa stampa. Se i giornali nazionali hanno sentito il bisogno di informare il cittadino di Bonefro su come sono stati spesi i soldi affidati alle cure del commissario delegato, come mai i direttori dei giornali nostrani non hanno sentito il bisogno di predisporre un osservatorio permanente sul tema, al fine di svolgere quella funzione di controllo che è propria dell’informazione?
Il Presidente dell’Associazione della Stampa molisana, Giuseppe Di Pietro, invece di spendersi per elaborare una proposta di legge, la più bella di tutte, dice lui, per foraggiare i media autoctoni, avrebbe fatto cosa utile a lui, alla stampa e ai terremotati se avesse occupato il suo tempo a studiarsi gli atti del Commissario-Presidente Iorio e gli effetti prodotti dagli stessi; avrebbe scoperto cose molto interessanti, a partire dal fatto che i Sindaci del Cratere, le rappresentanze delle categorie economiche e produttive e le forze sindacali, a detta di Iorio, hanno insieme elaborato un Piano di sviluppo che di lì a poco avrebbe, con i fondi ordinari messi a disposizione dal Governo nazionale, dalla Regione Molise e dall’Europa, finanziato il ripopolamento delle seppie, la patata turchesca, il parco sentimentale, il concorso di miss Italia e tante altre amenità; tutto questo in barba al Consiglio Regionale al quale la Costituzione conferisce il potere di esercitare le normali azioni programmatorie in materia di sviluppo. Gli eroici giornalisti molisani, invece, si sono affrettati a pubblicare la replica del sen. Iorio al Corriere della Sera, senza uno straccio di commento, senza verificare un solo argomento, una sola domanda, tra quelle che l’uomo della strada si pone ormai da diversi anni: perché i terremotati vivono ancora nelle baracche? Perché dopo aver speso tanti soldi, nelle zone colpite dal terremoto non è stato creato un solo posto di lavoro? Perché i Sindaci del cratere minacciano di dimettersi? La politica ha fornito qualche risposta a queste domande?
Il senatore Iorio nella sua replica sostiene che neanche un centesimo stanziato per il terremoto nel Molise è stato speso in modo diverso dalla ricostruzione degli edifici pubblici e privati danneggiati dal sisma del 2002. Noi invece ci chiediamo: poteva il Commissario delegato, con i poteri conferitigli dalla legge che lo nominava, estendere l’area del cratere e quindi i benefici a comuni diversi da quelli individuati dal dipartimento della Protezione Civile? E in caso affermativo, sono state eseguite correttamente le procedure per includere i suddetti comuni nell’area colpita dal sisma?
Il sen. Iorio nella sua replica ribadisce che i fondi di cui fa menzione Sergio Rizzo, del Corriere della Sera, sono risorse ordinarie della Regione e dello Stato, destinate alle normali attività programmatorie, tese a creare sviluppo e occupazione. Il Governo dell’Epoca, viste le gravi condizioni per il terremoto del 2002 e l’alluvione del 2003 emanò un provvedimento che consentiva alla Regione di mettere insieme le varie risorse ordinarie disponibili e di trattare la programmazione in maniera unitaria e con procedure veloci. Ora al di là del fatto che la Provincia di Isernia non ha subito né terremoto e né alluvioni, pur avendo ricevuto buona parte di quei fondi, perché la Regione, come dice anche Iorio, quindi il Consiglio Regionale, non ha mai proceduto all’ approvazione di quel Piano di sviluppo? Può il Commissario delegato esercitare i poteri commissariali su territori non dichiarati dal Governo in stato di emergenza? Può, in materia di sviluppo del territorio, una delibera della Giunta, così come è avvenuto, qualificarsi atto idoneo a esprimere la necessaria volontà del Consiglio Regionale?
Sarà anche una “non notizia”, come sostiene il senatore Iorio, ma l’art. 15 dell’OPCM 3269/03, prevede appunto che il Piano andava approvato dalla Regione – Consiglio Regionale – e realizzato con procedure più veloci dal Commissario Delegato, con i poteri conferiti dalla stessa ordinanza.
Il predetto provvedimento, rispettoso del titolo V della Costituzione, che assegna alle Regioni, senza escludere il Consiglio Regionale, la competenza esclusiva in materia di sviluppo, è stato ignorato dal Commissario delegato, che non ha richiesto al Consiglio Regionale di esprimersi con una votazione, dal Ministro dell’Economia e dal CIPE, i quali non hanno preteso che ciò avvenisse.
Sono ormai passati quasi due anni da quando la Procura regionale ha attivato presso la Corte dei Conti un’apposita vertenza in attesa che la Commissione ispettiva per la verifica delle attività amministrative e contabili, poste in essere per il superamento della situazione di emergenza conseguente agli eventi sismici verificati nel territorio della Provincia di Campobasso, depositi la relazione. È appena il caso di precisare che ai Commissari nominati dal Presidente del Consiglio dei Ministri in data 8 marzo 2007, sono stati concessi due mesi di tempo e un compenso di 42 mila euro, per portare a termine l’incarico ricevuto. Vivremo a lungo per saperne di più? ☺
Sia Repubblica che il Corriere della Sera, due tra i più grandi giornali italiani, concordano col dire che la gestione commissariale del terremoto del Molise è stata per alcuni versi “stravagante” e per altri, inefficace, visto che, ancora oggi, i terremotati, anche quelli di San Giuliano di Puglia, vivono nelle casette di legno, molto dignitose e con tutti i servizi igienico-sanitari, come dice il sen. Iorio; anche se, viverci per sei anni, diventa una tortura, come diciamo noi. E a poco serve far strombazzare i portavoce del Presidente che le notizie riportate sono prive di verità. La realtà è sotto gli occhi di tutti e la si può riassumere in poche parole: né ricostruzione né sviluppo. Cosa ancora più inquietante è che i giornali molisani in attesa di contributi regionali non si sono minimamente preoccupati di indagare, di confutare le dichiarazioni di Iorio, anzi, proni come sempre, si sono limitati a fare da scendiletto alle repliche del loro padrone. La dura reprimenda a carico di una giornalista del TG regionale, per il solo fatto di aver intervistato i terremotati, quelli che la verità la conoscono, è la prova provata che questo argomento, il terremoto, nella TV pubblica può essere trattato solo in occasione di inaugurazioni e premiazioni, perché le dichiarazioni dei diretti interessati non sono gradite all’Ufficio stampa della Giunta.
Oggi i cittadini molisani si chiedono perché mai dovrebbero contribuire con le loro tasse a sostenere questa stampa. Se i giornali nazionali hanno sentito il bisogno di informare il cittadino di Bonefro su come sono stati spesi i soldi affidati alle cure del commissario delegato, come mai i direttori dei giornali nostrani non hanno sentito il bisogno di predisporre un osservatorio permanente sul tema, al fine di svolgere quella funzione di controllo che è propria dell’informazione?
Il Presidente dell’Associazione della Stampa molisana, Giuseppe Di Pietro, invece di spendersi per elaborare una proposta di legge, la più bella di tutte, dice lui, per foraggiare i media autoctoni, avrebbe fatto cosa utile a lui, alla stampa e ai terremotati se avesse occupato il suo tempo a studiarsi gli atti del Commissario-Presidente Iorio e gli effetti prodotti dagli stessi; avrebbe scoperto cose molto interessanti, a partire dal fatto che i Sindaci del Cratere, le rappresentanze delle categorie economiche e produttive e le forze sindacali, a detta di Iorio, hanno insieme elaborato un Piano di sviluppo che di lì a poco avrebbe, con i fondi ordinari messi a disposizione dal Governo nazionale, dalla Regione Molise e dall’Europa, finanziato il ripopolamento delle seppie, la patata turchesca, il parco sentimentale, il concorso di miss Italia e tante altre amenità; tutto questo in barba al Consiglio Regionale al quale la Costituzione conferisce il potere di esercitare le normali azioni programmatorie in materia di sviluppo. Gli eroici giornalisti molisani, invece, si sono affrettati a pubblicare la replica del sen. Iorio al Corriere della Sera, senza uno straccio di commento, senza verificare un solo argomento, una sola domanda, tra quelle che l’uomo della strada si pone ormai da diversi anni: perché i terremotati vivono ancora nelle baracche? Perché dopo aver speso tanti soldi, nelle zone colpite dal terremoto non è stato creato un solo posto di lavoro? Perché i Sindaci del cratere minacciano di dimettersi? La politica ha fornito qualche risposta a queste domande?
Il senatore Iorio nella sua replica sostiene che neanche un centesimo stanziato per il terremoto nel Molise è stato speso in modo diverso dalla ricostruzione degli edifici pubblici e privati danneggiati dal sisma del 2002. Noi invece ci chiediamo: poteva il Commissario delegato, con i poteri conferitigli dalla legge che lo nominava, estendere l’area del cratere e quindi i benefici a comuni diversi da quelli individuati dal dipartimento della Protezione Civile? E in caso affermativo, sono state eseguite correttamente le procedure per includere i suddetti comuni nell’area colpita dal sisma?
Il sen. Iorio nella sua replica ribadisce che i fondi di cui fa menzione Sergio Rizzo, del Corriere della Sera, sono risorse ordinarie della Regione e dello Stato, destinate alle normali attività programmatorie, tese a creare sviluppo e occupazione. Il Governo dell’Epoca, viste le gravi condizioni per il terremoto del 2002 e l’alluvione del 2003 emanò un provvedimento che consentiva alla Regione di mettere insieme le varie risorse ordinarie disponibili e di trattare la programmazione in maniera unitaria e con procedure veloci. Ora al di là del fatto che la Provincia di Isernia non ha subito né terremoto e né alluvioni, pur avendo ricevuto buona parte di quei fondi, perché la Regione, come dice anche Iorio, quindi il Consiglio Regionale, non ha mai proceduto all’ approvazione di quel Piano di sviluppo? Può il Commissario delegato esercitare i poteri commissariali su territori non dichiarati dal Governo in stato di emergenza? Può, in materia di sviluppo del territorio, una delibera della Giunta, così come è avvenuto, qualificarsi atto idoneo a esprimere la necessaria volontà del Consiglio Regionale?
Sarà anche una “non notizia”, come sostiene il senatore Iorio, ma l’art. 15 dell’OPCM 3269/03, prevede appunto che il Piano andava approvato dalla Regione – Consiglio Regionale – e realizzato con procedure più veloci dal Commissario Delegato, con i poteri conferiti dalla stessa ordinanza.
Il predetto provvedimento, rispettoso del titolo V della Costituzione, che assegna alle Regioni, senza escludere il Consiglio Regionale, la competenza esclusiva in materia di sviluppo, è stato ignorato dal Commissario delegato, che non ha richiesto al Consiglio Regionale di esprimersi con una votazione, dal Ministro dell’Economia e dal CIPE, i quali non hanno preteso che ciò avvenisse.
Sono ormai passati quasi due anni da quando la Procura regionale ha attivato presso la Corte dei Conti un’apposita vertenza in attesa che la Commissione ispettiva per la verifica delle attività amministrative e contabili, poste in essere per il superamento della situazione di emergenza conseguente agli eventi sismici verificati nel territorio della Provincia di Campobasso, depositi la relazione. È appena il caso di precisare che ai Commissari nominati dal Presidente del Consiglio dei Ministri in data 8 marzo 2007, sono stati concessi due mesi di tempo e un compenso di 42 mila euro, per portare a termine l’incarico ricevuto. Vivremo a lungo per saperne di più? ☺
Sia Repubblica che il Corriere della Sera, due tra i più grandi giornali italiani, concordano col dire che la gestione commissariale del terremoto del Molise è stata per alcuni versi “stravagante” e per altri, inefficace, visto che, ancora oggi, i terremotati, anche quelli di San Giuliano di Puglia, vivono nelle casette di legno, molto dignitose e con tutti i servizi igienico-sanitari, come dice il sen. Iorio; anche se, viverci per sei anni, diventa una tortura, come diciamo noi. E a poco serve far strombazzare i portavoce del Presidente che le notizie riportate sono prive di verità. La realtà è sotto gli occhi di tutti e la si può riassumere in poche parole: né ricostruzione né sviluppo. Cosa ancora più inquietante è che i giornali molisani in attesa di contributi regionali non si sono minimamente preoccupati di indagare, di confutare le dichiarazioni di Iorio, anzi, proni come sempre, si sono limitati a fare da scendiletto alle repliche del loro padrone. La dura reprimenda a carico di una giornalista del TG regionale, per il solo fatto di aver intervistato i terremotati, quelli che la verità la conoscono, è la prova provata che questo argomento, il terremoto, nella TV pubblica può essere trattato solo in occasione di inaugurazioni e premiazioni, perché le dichiarazioni dei diretti interessati non sono gradite all’Ufficio stampa della Giunta.
Oggi i cittadini molisani si chiedono perché mai dovrebbero contribuire con le loro tasse a sostenere questa stampa. Se i giornali nazionali hanno sentito il bisogno di informare il cittadino di Bonefro su come sono stati spesi i soldi affidati alle cure del commissario delegato, come mai i direttori dei giornali nostrani non hanno sentito il bisogno di predisporre un osservatorio permanente sul tema, al fine di svolgere quella funzione di controllo che è propria dell’informazione?
Il Presidente dell’Associazione della Stampa molisana, Giuseppe Di Pietro, invece di spendersi per elaborare una proposta di legge, la più bella di tutte, dice lui, per foraggiare i media autoctoni, avrebbe fatto cosa utile a lui, alla stampa e ai terremotati se avesse occupato il suo tempo a studiarsi gli atti del Commissario-Presidente Iorio e gli effetti prodotti dagli stessi; avrebbe scoperto cose molto interessanti, a partire dal fatto che i Sindaci del Cratere, le rappresentanze delle categorie economiche e produttive e le forze sindacali, a detta di Iorio, hanno insieme elaborato un Piano di sviluppo che di lì a poco avrebbe, con i fondi ordinari messi a disposizione dal Governo nazionale, dalla Regione Molise e dall’Europa, finanziato il ripopolamento delle seppie, la patata turchesca, il parco sentimentale, il concorso di miss Italia e tante altre amenità; tutto questo in barba al Consiglio Regionale al quale la Costituzione conferisce il potere di esercitare le normali azioni programmatorie in materia di sviluppo. Gli eroici giornalisti molisani, invece, si sono affrettati a pubblicare la replica del sen. Iorio al Corriere della Sera, senza uno straccio di commento, senza verificare un solo argomento, una sola domanda, tra quelle che l’uomo della strada si pone ormai da diversi anni: perché i terremotati vivono ancora nelle baracche? Perché dopo aver speso tanti soldi, nelle zone colpite dal terremoto non è stato creato un solo posto di lavoro? Perché i Sindaci del cratere minacciano di dimettersi? La politica ha fornito qualche risposta a queste domande?
Il senatore Iorio nella sua replica sostiene che neanche un centesimo stanziato per il terremoto nel Molise è stato speso in modo diverso dalla ricostruzione degli edifici pubblici e privati danneggiati dal sisma del 2002. Noi invece ci chiediamo: poteva il Commissario delegato, con i poteri conferitigli dalla legge che lo nominava, estendere l’area del cratere e quindi i benefici a comuni diversi da quelli individuati dal dipartimento della Protezione Civile? E in caso affermativo, sono state eseguite correttamente le procedure per includere i suddetti comuni nell’area colpita dal sisma?
Il sen. Iorio nella sua replica ribadisce che i fondi di cui fa menzione Sergio Rizzo, del Corriere della Sera, sono risorse ordinarie della Regione e dello Stato, destinate alle normali attività programmatorie, tese a creare sviluppo e occupazione. Il Governo dell’Epoca, viste le gravi condizioni per il terremoto del 2002 e l’alluvione del 2003 emanò un provvedimento che consentiva alla Regione di mettere insieme le varie risorse ordinarie disponibili e di trattare la programmazione in maniera unitaria e con procedure veloci. Ora al di là del fatto che la Provincia di Isernia non ha subito né terremoto e né alluvioni, pur avendo ricevuto buona parte di quei fondi, perché la Regione, come dice anche Iorio, quindi il Consiglio Regionale, non ha mai proceduto all’ approvazione di quel Piano di sviluppo? Può il Commissario delegato esercitare i poteri commissariali su territori non dichiarati dal Governo in stato di emergenza? Può, in materia di sviluppo del territorio, una delibera della Giunta, così come è avvenuto, qualificarsi atto idoneo a esprimere la necessaria volontà del Consiglio Regionale?
Sarà anche una “non notizia”, come sostiene il senatore Iorio, ma l’art. 15 dell’OPCM 3269/03, prevede appunto che il Piano andava approvato dalla Regione – Consiglio Regionale – e realizzato con procedure più veloci dal Commissario Delegato, con i poteri conferiti dalla stessa ordinanza.
Il predetto provvedimento, rispettoso del titolo V della Costituzione, che assegna alle Regioni, senza escludere il Consiglio Regionale, la competenza esclusiva in materia di sviluppo, è stato ignorato dal Commissario delegato, che non ha richiesto al Consiglio Regionale di esprimersi con una votazione, dal Ministro dell’Economia e dal CIPE, i quali non hanno preteso che ciò avvenisse.
Sono ormai passati quasi due anni da quando la Procura regionale ha attivato presso la Corte dei Conti un’apposita vertenza in attesa che la Commissione ispettiva per la verifica delle attività amministrative e contabili, poste in essere per il superamento della situazione di emergenza conseguente agli eventi sismici verificati nel territorio della Provincia di Campobasso, depositi la relazione. È appena il caso di precisare che ai Commissari nominati dal Presidente del Consiglio dei Ministri in data 8 marzo 2007, sono stati concessi due mesi di tempo e un compenso di 42 mila euro, per portare a termine l’incarico ricevuto. Vivremo a lungo per saperne di più? ☺
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