Lettere dal carcere (I parte)
Prosegue anche in questo nuovo anno la lettura delle poesie di tema carcerario dalla raccolta di Alessandro Fo, Filo spinato (Einaudi 2021). Di seguito si riporta il primo dei due componimenti (p. 54) ricavati dalla lettera di un detenuto sardo, di nome Mario Trudu, che è a sua volta autore del libro, “per vari aspetti sconvolgente” (p. 108), Totu sa beridadi – Tutta la verità -, Storia di un sequestro (Pitigliano, Le Strade Bianche di Stampa alternativa, 2015), scaricabile al link http://www.stradebianchelibri.com/trudu-mario—totu-sa-beridadi.html#). Trudu ha partecipato al laboratorio di scrittura tenuto presso il carcere di San Gimignano dalla prof.ssa Maria Rosa Tabellini (si veda più avanti l’articolo Luce e mistero) e il titolo della raccolta frutto di quel laboratorio, A volte mi ritrovo sopra un colle. Racconti da un carcere, a cura della stessa Tabellini (Marcianum Press 2015), è ripreso proprio da una prosa in cui Trudu narra come solo il “viaggio con la fantasia” gli abbia consentito di superare “decenni di carcere”. Per la seconda delle due professoresse e per gli sviluppi della malattia di Trudu, si rimanda ai prossimi numeri…
Laura de Noves
I.
Professoressa Tabellini, buongiorno, è vero
quei tronchi piegati dal vento
che di continuo soffia su quest’isola
non si sono mai spezzati.
Anch’io sono figlio di questa selvaggia terra,
dove non ha fatto mancare a nessuno la sofferenza.
Ma fin da piccolo chi ha avuto cura di me
mi ha insegnato il dono della resistenza.
Per me è un grande onore essere paragonato
a quei tronchi d’albero.
Io oggi riguardo al mio male so qualcosina di più.
Ho un tumore, professoressa. Scusi
il mio modo poco garbato di dire le cose,
non so costruire con più sensibilità le frasi,
scrivo come se stessi zappando la terra.
Dovrei fare sei settimane di radioterapia:
il modo per curarlo c’è e sono felice,
ma conoscendo la velocità con cui si muovono
nei miei confronti per queste cose, mi porta
a pensare che potrei arrivare alla fine dei miei giorni
in attesa di iniziare la cura.
La vicinanza di voi tutti amici
è per me molto importante
e vi ringrazio infinitamente.
