Prima del bacio di buonanotte ai figli,
prima di disfare il letto dei troppi pianti
posando testa e insonnia e turbamenti
un pensiero una preghiera breve, un salmo
magari un sospiro lievemente sussurrato.
A voi che i vostri letti odorano di sospetto
e delle urne conoscete ogni guanciale molle
a voi che non importa se i bisogni sono dentro
o spesso e volentieri fuori dai vasi, voi che
a malapena avete a cuore orinali e latrine altrui.
(Dorati i vostri deretani sui cristalli di Ginori).
Prima di disfare panni, le organze,
prima di rosicchiare l’osso ai cani, voi che
sgranate rosari di buona ventura e cantate Dio
ubriachi di potere- tutti assassini tutti zerbini
tutti fautori del domani, tanto camicia di seta
e calzini Harrys sono compresi nel pacchetto.
Letti separati, matrimoniali, a doghe estraibili.
Poi singoli da unire, letti incollati col cemento.
– Nell’alcova del sultano talami a tre piazze –
Letti in prestito alle Bahamas o sui natanti
in giro per paradisi del mondo- a voi che
tanto c’è sempre qualche pia mano al pulsante,
il mio rutto di favella sulle vostre cattedrali.
Guardateli bene nell’atto del servaggio
in Parlamento aggrappati allo scranno davanti.
Prima e dopo – uguali – incastonati ai legni.
Nelle piazze già la fila per pane e coraggio.
Torneremo al contrabbando di farina
alla benzina da adorare come santa
qualcuno impugnerà pugnali, altri la storia.
Sventoleremo tessere di razionamento,
quella elettorale brucia nell’olla funeraria.
Prima del “tutti felici tanto è Natale o Pasqua”.
E dormite, dormite ancora inamidati
nei vostri letti a tre, quattro, cinque piazze.
“E ballate, ballate ancora”.
E voi ballate, ballate sempre.
– Pensioni a mille euro e un milione d’alberi –
E voi dormite, dormite ancora.
E noi dormiamo, dormiamo sempre.
Alla prossima urna elettoral-crematoria.
