“Una voce fuori dal coro”, “una luce di speranza in una realtà che reca ancora visibili e profonde le ferite del terremoto”: questo rappresenta la fonte per i partecipanti all’incontro di verifica annuale tenutosi presso la Biblioteca comunale di Ripabottoni il 6 agosto scorso.
È stato ricordato innanzitutto come la fonte debba la sua esistenza all’Associazione Culturale “Tito Barbieri” di Ripabottoni, nonché alla tenacia e alla determinazione del direttore, don Antonio Di Lalla, primo interprete delle legittime ansie e preoccupazioni degli abitanti delle zone terremotate.
Il dibattito, che ha visto la partecipazione di collaboratori o semplici lettori, ha riguardato le valutazioni sul “cammino fatto” e le proposte per i prossimi numeri.
Il giudizio sulla linea intrapresa sin qui dal giornale è risultato quasi unanime: in un panorama regionale caratterizzato, sul piano politico, dall’assenza di programmi e personalità di rilievo, la forma migliore di lettura della realtà locale resta quella della “protesta” contro un sistema che fa dell’amministrazione della cosa pubblica una questione “privata”, alimentando clientele e servilismi. La fonte invece intende continuare a leggere il territorio con occhi critici ed attenti, nel solco di quei valori portanti quali la pace, la solidarietà, l’accoglienza, il rispetto per l’ambiente. Non si trarrà indietro se ci sarà bisogno di contestare, se sarà necessario denunciare, ma inviterà a considerare fatti e dati reali.
Se da parte di alcuni si è insistito sulla necessità di uscire da una posizione esclusivamente di “protesta”, da parte di altri è stato fatto notare come in realtà la fonte sia stata finora ricca di proposte: attraverso le sue pagine vuole contribuire in maniera costruttiva al dibattito e alla corretta informazione dei lettori. Al riguardo appare di fondamentale importanza la proposta di adoperarsi per la costituzione di una scuola di formazione sociopolitica (a Campobasso), che abitui al dibattito e alla consapevolezza civile. Il giornale dovrebbe legare la propria esperienza a tale iniziativa, sostenendola e veicolando le idee.
Offrire maggiore visibilità alla rivista, attraverso una più capillare campagna di abbonamenti e apertura di più spazi pubblicitari alle attività commerciali presenti sul territorio, è stato un altro elemento emerso dalla discussione.
Considerando che i collaboratori non sono tutti residenti nell’area del cratere, ma decentrati e lontani diversi chilometri, non è possibile avere riunioni di redazione stabilite e frequenti; in merito è emersa la proposta di destinare una giornata al mese alla discussione sul numero appena pubblicato con l’intento di raccogliere pareri e suggerimenti: incontro aperto a tutti, possibile sede la bottega del commercio equo e solidale di Campobasso.
Questo è quanto ci siamo detti noi che ci lavoriamo, senza padroni né padrini, ma siamo lieti di pubblicare anche le vostre osservazioni, rilievi, proposte. Se non ci foste voi lettori il nostro lavoro sarebbe inutile.
Dario Carlone
“Una voce fuori dal coro”, “una luce di speranza in una realtà che reca ancora visibili e profonde le ferite del terremoto”: questo rappresenta la fonte per i partecipanti all’incontro di verifica annuale tenutosi presso la Biblioteca comunale di Ripabottoni il 6 agosto scorso.
È stato ricordato innanzitutto come la fonte debba la sua esistenza all’Associazione Culturale “Tito Barbieri” di Ripabottoni, nonché alla tenacia e alla determinazione del direttore, don Antonio Di Lalla, primo interprete delle legittime ansie e preoccupazioni degli abitanti delle zone terremotate.
Il dibattito, che ha visto la partecipazione di collaboratori o semplici lettori, ha riguardato le valutazioni sul “cammino fatto” e le proposte per i prossimi numeri.
Il giudizio sulla linea intrapresa sin qui dal giornale è risultato quasi unanime: in un panorama regionale caratterizzato, sul piano politico, dall’assenza di programmi e personalità di rilievo, la forma migliore di lettura della realtà locale resta quella della “protesta” contro un sistema che fa dell’amministrazione della cosa pubblica una questione “privata”, alimentando clientele e servilismi. La fonte invece intende continuare a leggere il territorio con occhi critici ed attenti, nel solco di quei valori portanti quali la pace, la solidarietà, l’accoglienza, il rispetto per l’ambiente. Non si trarrà indietro se ci sarà bisogno di contestare, se sarà necessario denunciare, ma inviterà a considerare fatti e dati reali.
Se da parte di alcuni si è insistito sulla necessità di uscire da una posizione esclusivamente di “protesta”, da parte di altri è stato fatto notare come in realtà la fonte sia stata finora ricca di proposte: attraverso le sue pagine vuole contribuire in maniera costruttiva al dibattito e alla corretta informazione dei lettori. Al riguardo appare di fondamentale importanza la proposta di adoperarsi per la costituzione di una scuola di formazione sociopolitica (a Campobasso), che abitui al dibattito e alla consapevolezza civile. Il giornale dovrebbe legare la propria esperienza a tale iniziativa, sostenendola e veicolando le idee.
Offrire maggiore visibilità alla rivista, attraverso una più capillare campagna di abbonamenti e apertura di più spazi pubblicitari alle attività commerciali presenti sul territorio, è stato un altro elemento emerso dalla discussione.
Considerando che i collaboratori non sono tutti residenti nell’area del cratere, ma decentrati e lontani diversi chilometri, non è possibile avere riunioni di redazione stabilite e frequenti; in merito è emersa la proposta di destinare una giornata al mese alla discussione sul numero appena pubblicato con l’intento di raccogliere pareri e suggerimenti: incontro aperto a tutti, possibile sede la bottega del commercio equo e solidale di Campobasso.
Questo è quanto ci siamo detti noi che ci lavoriamo, senza padroni né padrini, ma siamo lieti di pubblicare anche le vostre osservazioni, rilievi, proposte. Se non ci foste voi lettori il nostro lavoro sarebbe inutile.
“Una voce fuori dal coro”, “una luce di speranza in una realtà che reca ancora visibili e profonde le ferite del terremoto”: questo rappresenta la fonte per i partecipanti all’incontro di verifica annuale tenutosi presso la Biblioteca comunale di Ripabottoni il 6 agosto scorso.
È stato ricordato innanzitutto come la fonte debba la sua esistenza all’Associazione Culturale “Tito Barbieri” di Ripabottoni, nonché alla tenacia e alla determinazione del direttore, don Antonio Di Lalla, primo interprete delle legittime ansie e preoccupazioni degli abitanti delle zone terremotate.
Il dibattito, che ha visto la partecipazione di collaboratori o semplici lettori, ha riguardato le valutazioni sul “cammino fatto” e le proposte per i prossimi numeri.
Il giudizio sulla linea intrapresa sin qui dal giornale è risultato quasi unanime: in un panorama regionale caratterizzato, sul piano politico, dall’assenza di programmi e personalità di rilievo, la forma migliore di lettura della realtà locale resta quella della “protesta” contro un sistema che fa dell’amministrazione della cosa pubblica una questione “privata”, alimentando clientele e servilismi. La fonte invece intende continuare a leggere il territorio con occhi critici ed attenti, nel solco di quei valori portanti quali la pace, la solidarietà, l’accoglienza, il rispetto per l’ambiente. Non si trarrà indietro se ci sarà bisogno di contestare, se sarà necessario denunciare, ma inviterà a considerare fatti e dati reali.
Se da parte di alcuni si è insistito sulla necessità di uscire da una posizione esclusivamente di “protesta”, da parte di altri è stato fatto notare come in realtà la fonte sia stata finora ricca di proposte: attraverso le sue pagine vuole contribuire in maniera costruttiva al dibattito e alla corretta informazione dei lettori. Al riguardo appare di fondamentale importanza la proposta di adoperarsi per la costituzione di una scuola di formazione sociopolitica (a Campobasso), che abitui al dibattito e alla consapevolezza civile. Il giornale dovrebbe legare la propria esperienza a tale iniziativa, sostenendola e veicolando le idee.
Offrire maggiore visibilità alla rivista, attraverso una più capillare campagna di abbonamenti e apertura di più spazi pubblicitari alle attività commerciali presenti sul territorio, è stato un altro elemento emerso dalla discussione.
Considerando che i collaboratori non sono tutti residenti nell’area del cratere, ma decentrati e lontani diversi chilometri, non è possibile avere riunioni di redazione stabilite e frequenti; in merito è emersa la proposta di destinare una giornata al mese alla discussione sul numero appena pubblicato con l’intento di raccogliere pareri e suggerimenti: incontro aperto a tutti, possibile sede la bottega del commercio equo e solidale di Campobasso.
Questo è quanto ci siamo detti noi che ci lavoriamo, senza padroni né padrini, ma siamo lieti di pubblicare anche le vostre osservazioni, rilievi, proposte. Se non ci foste voi lettori il nostro lavoro sarebbe inutile.
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