L’italia che vorrei
21 Ottobre 2017
laFonteTV (3191 articles)
Share

L’italia che vorrei

Girando l’Italia in lungo e in largo raccolgo suggestioni, ascolto proposte, vedo movimento, elaboro un pensiero. Le analisi sono indispensabili, ma solo se mettono in movimento la mente e il corpo.

Se doveste chiedermi che Italia vedo, mi sentirei di dirvi un Paese ottimista, non perché le cose vadano bene, ma perché c’è ancora, nonostante tutto, il desiderio di lavorare e di sperare in un cambiamento possibile per tutti. Si scrive, si studia, si viaggia, si lavora perché i propri figli, nipoti, amici stiano meglio. Esiste qualcosa nell’animo umano, e forse ancor di più nell’animo italiano, che pur esaurendosi consente sempre di ripartire, di trovare la forza per lottare, per credere che si possa fare ancora qualcosa. Ci si incontra, ci si confronta e ci si scontra, ma si va avanti.

Esiste un sentimento diffuso per cui l’assenza di classi economiche distinte ci rende tutti come appartenenti alla stessa storia, certo vittime, ma non per questo vinti, certo oppressi, ma non per questo schiacciati. Esiste un popolo fatto di contadini, operai e lavoratori di ogni genere, attivisti, genitori, che spera, lotta, e crede che l’impegno, ormai non più individualista ma collettivo, sia necessario, indispensabile, non più rinviabile. Sta montando un sentimento collettivo che ci fa stare insieme a progettare, parlare, vivere in un senso comunitario inedito.

Vediamo il male! Vediamo il bene! Non sappiamo ancora la strada giusta! Sappiamo di doverci provare! Partiamo con lo stare insieme, per farci compagnia in questo viaggio lungo, doloroso, pieno di insidie, ma non per questo impossibile. Saremo tutti poveri! Nessuno parla ormai di piena occupazione! Sappiamo che non avremo una pensione degna di questo nome e per tutti! Vediamo luoghi e spazi in cui la dignità viene calpestata, ma abbiamo ancora la capacità di rendercene conto, di indignarci e di muoverci. Forze oscure si muovono anch’esse e lasciano una scia di umiliazioni e di prostrazione, ma chiamano ad una indignazione collettiva contro i pericoli e le schiavitù.

Si sta costruendo un’etica condivisa, fatta di tracce che generano un pensiero nuovo, non più reduce da tempi in cui tutto sembrava andare in una sola direzione e tutti sembravano colpevolmente servi di quel sistema, ormai svelato. Oggi questo tempo apparentemente senza padroni, ma che ti rende schiavo di desideri, sogni banali e capricci, ma soprattutto di un modello di società senz’anima, sta per cadere, frantumarsi, per il solo fatto che lo mettiamo in dubbio, che non ne riconosciamo ciecamente l’assolutezza. Questa è la mia proiezione, questa è l’Italia che vorrei!

E poi il pianto di chi soffre risveglia e riporta alla realtà fatta di muri, silenzi, suicidi personali e collettivi! Chi racconterà questa storia? Chi vivrà e vedrà depressioni e sgomento senza caderci dentro, destandosi dal sonno e riprendendo un cammino interrotto, deviato e inquinato? Nessuno è esente da questa chiamata! Nessuno può solo sperare e non muoversi! Nessuno però ha il diritto di togliere la speranza, forza della fede che le cose potranno andare avanti e meglio. Guardati dentro Italia, guardati in profondità, cela la banalità, destati continuamente, vivi il dramma e canta un futuro per tutti.

Questa è l’Italia che vorrei: fiera, coraggiosa, che non si fa vincere dal fato, che non crede alla mala sorte, ma che lascia una traccia, crea e supera il cielo nero dei detrattori, che non negano la realtà, ma che ne restano affascinati e schiacciati. Guarda la realtà, ma come punto di partenza e costruisci una strada per la destinazione sperata, desiderata, che non sia per te, ma per tutti. Il futuro è comune perché se è privato allora diventa una follia distruttiva e una prigione!

Chi avrà raggiunto questa saggezza tanto da spingersi oltre la sola speranza? Tutti coloro che non si accontentano di vivere per sé. Perché in fondo questa è la strada, da qualunque parte tu provenga, lettore, attendo che sei arrivato alla fine di questa confessione!

Vivere per costruire qualcosa per sé e per gli altri anche al di fuori della propria famiglia, comunità di appartenenza, piccola o grande che sia. Costruire nell’universo un punto che sia il tuo, il nostro e che tutti possano ammirare, per passarci sopra e continuare il viaggio di una umanità amata e odiata, ma non per questo abbandonata. ☺

 

laFonteTV

laFonteTV