lo stucco barocco   di Gaetano Jacobucci
28 Dicembre 2012 Share

lo stucco barocco di Gaetano Jacobucci

 

“…con la forza delle linee e degli angoli, che da essa se producono; con le quali commesuramento onni contorno e lessicamente se descrive”: l’affermazione umanistica di Piero della Francesca, riguardante l’intento di modificare la dimensione scientifica dello spazio mediante la prospettiva, durante tutto il XVI secolo, progressivamente sfocia in un rifiuto di tale linguaggio giungendo alla negazione quasi totale, innestando l’illusione prospettica grazie all’uso della decorazione a stucco. L’obiettivo delle committenze e degli artisti post-tridentini è quello di raggiungere una rappresentazione sintetica e non analitica dello spazio interno ecclesiale, entro cui la focalizzazione, rappresentata dall’altare, viene raggiunta in modo intuitivo e non per artificio matematico. Lo spazio interno degli edifici subiva adattamenti e indefinitezza, la sintesi tra spazio e rilievi dei singoli particolari diviene caratteristica delle tecniche decorative mediante l’uso della decorazione a stucco a tutto rilievo o nelle quadrature con semplici elementi decorativi, quale strumento di costruzione dello spazio.

Lavorazione dello stucco

L’impasto di gesso e di marmo tritato finissimo, mescolato con calce e acqua a cui si aggiungeva caseina o cola di pesce, doveva essere steso in fretta sulle superfici lisce e già pronte. Occorreva essere capaci di lavorarlo ad umido, modellandolo con stampi  o, nei casi più virtuosi, a mano libera. Anche asciutto lo stucco era assai malleabile e lo si poteva scolpire come la pietra, ma senz’altro con minore fatica e con esiti convincenti. Queste tecniche, che richiedevano abilità consumata, vennero predilette dagli artisti del barocco e in tal modo poterono evidenziare all’esterno, e soprattutto nell’interno delle chiese e dei palazzi gentilizi o ville, quegli estri, quelle morbidezze e quelle animazioni tenacemente esaltate dalla fantasia.

Lo stucco con la sua complessa lavorazione ha origine molto antica: già nei palazzi di Gerico e in quelli di Creta se ne vedono esempi elaborati. Anche a Roma lo stucco fu largamente impiegato, come testimoniano i raffinati rilievi della Domus Aurea e della Casa della Farnesina. Quest’uso di materiale povero durò fino all’Alto Medioevo, la sua scelta andò esaurendosi in quanto soppiantato dalla più durevole scultura in pietra. Riemerse nella sua attualità decorativa all’inizio del Cinquecento a Roma al tempo del concitato fervore per la scoperta dell’antico e che svelò la mirabile sintesi fra stucco e pittura delle grottesche sulle volte della Domus Aurea. Gli studiosi dello stucco seicentesco hanno sottolineato la derivazione di questo dalla grande e colta tradizione che si era formata appunto a Roma e che era continuata ai tempi del manierismo, per sfociare nel barocco dove lo stucco diventò parte integrante, e non più solo aggiuntiva, dell’architettura.

Il mestiere di stuccatore

I maestri dello stucco, al contrario di quelli dell’intaglio, non aprirono quasi mai bottega nel loro borgo natale: non era vantaggioso. Il loro era un mestiere che richiedeva diretta presenza sul cantiere: quindi dovevano essere disposti a muoversi dove la committenza li richiedeva, di corte in corte, di chiesa in chiesa. Come segno del loro acquisito prestigio, o in occasione di rientri stagionali, non mancarono di lasciare tracce nelle chiese e nelle case dei loro paesi. Forti della loro esperienza secolare e sempre aggiornati, gli stuccatori evidenziarono già allo schiudersi del Seicento, un gusto tutto teso a vivificare lo spazio mediante un’intensa dinamicità che s’innestava coerentemente sul nuovo senso dello spazio, come proponeva lo spirito barocco.

Nelle severe chiese post-tridentine innalzate nell’Italia settentrionale, dove il rigore regnava sovrano, la decorazione a stucco non parve disdicevole. Per le sue caratteristiche lo stucco poteva esaltare, trasformando presbiterio e abside in dinamici spazi di forte coinvolgimento per il fedele.☺

gaetano.jacobucci@virgilio.it

 

 

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