Lodato sii, per sorella acqua
Quanto è bello contemplare il mare, i fiumi nel loro corso, un pozzo che ribolle d’acqua. L’acqua, ci affascina, nasconde tesori, luoghi inesplorati, creature dall’aspetto cu- rioso. L’acqua interroga, è segno di vita, è cosa essenziale per la vita, ma è anche pericolo, segno di morte e per quest’ultimo motivo basta un temporale che ti sorprende all’ improvviso, ed io senza ombrello finisco inzuppato fino alle ossa e vado in confusione senza più riuscire a distinguere le acque che sono “sotto il firmamento” da quelle che sono “sopra il firmamento”. Eppure da sempre il valore dell’acqua è ambiguo, è sempre stato così: fonte di vita, ma anche causa di pericolo e morte. Sin dall’inizio le acque vengono separate le prime (quelle che vengono dall’alto, la pioggia, l’acqua buona), dalle altre (le inferiori, il mare, i fiumi, l’acqua del pozzo, quella cattiva). Si tratta di distinguere ciò che dà vita e la sostiene da ciò che la toglie e mette in difficoltà, uccide. Atti costruttivi da atti distruttivi.
E nella nostra vita ci sono sorgenti di rinascita e falle di dispersione. Dinamiche vitali e logiche di morte. Vanno chiaramente distinte per poter vivere e vivere davvero. Impossibile se si è nella confusione. Chiarezza e punti fermi a monte di tutto quello che facciamo bene o male e che chiamiamo priorità. E le priorità si oppongono alle emergenze. L’acqua delle emergenze è ansiosa, dittatoriale, disordinante, apprensiva. Chi sceglie per paura e per forza sbaglia sempre.
Per Francesco (di Assisi) invece l’acqua è utile, umile, preziosa e casta… l’acqua delle priorità è pacata, è limpida, non si impone e può accogliere anche le emergenze, quelle consone. E sono le priorità che selezionano le emergenze, non il contrario! Prestando attenzione a non restare intrappolati nella valutazione del cosa buona o cattiva, perché come dice Paolo di Tarso: “Tutto mi è lecito! Si, ma non tutto giova. Tutto mi è lecito! Si, ma non mi lascerò dominare da nulla” (1Cor 6,12). Un pozzo ribolle d’acqua!!!☺
