L’ultima lettera
Se ne andò quella sera. Zitta, in lacrime come se le fosse caduto il mondo addosso. Disse “Ti amo”, un “ti amo” in un singhiozzo, in un sussulto del cuore. E ancora ricordo quelle lacrime, ancora non riesco a scordarmi quel sapore, ancora penso a quell’ultimo bacio, rubato come si rubano le rose in un giardino, rubato al vento, al sole, al mondo. Ed ora secco. Se ne andò, silenziosamente tornò in casa. Ed io, corsi via. L’auto era fredda e accesi il riscaldamento, la musica era così alta da non sentire il rumore del motore, da non sentire perfino il mio respiro. Ricordo, andai veloce quella sera, sperando riuscissi a schiantarmi contro un muro lungo quelle curve che ormai conosco a memoria, ma ora, non importa più, non dovrò più percorrerle.
Ricordo ancora il silenzio dei giorni successivi, la rabbia, il rancore, l’odio, l’amore. Ricordo ogni emozione, ogni sentimento, ogni sensazione che mi ha portato fino ad oggi, fino a quest’attimo in cui ho iniziato a scrivere. A volte penso di non dover stare fermo qui, a guardare il tempo che mi scorre tra le mani e passare dall’oggi al domani senza farmi un po’ male, e penso che non dovrei star qui a pensarla, ad amarla, odiarla, rispettarla nel silenzio, e nonostante tutto volerle ancora bene.
Ho dato un po’ tutto in questi anni di noi, ho dato il mio tempo, ho dato le mie braccia, il mio petto, il mio cuore, il mio anulare. E soprattutto ho dato la mia fiducia, il mio amore, il mio tutto. E non mi pento di averle dato tutto ciò, ma ero quel che ero, ed ora sono quel che sono solo grazie a lei. Sì, ho provato a dimenticare, ho provato a fumare tutto quello che avevo, a bere tutto quello che potevo, a stare lontano coi pensieri, a stare lontano un po’ da tutto. Ma al massimo riesco a stare lontano da me stesso, perdendomi nei pensieri, fissando il mondo che scorre dal finestrino, e quel che vedo è il tempo, il tempo che mi scorre affianco a 150Km/h e se solo potessi tirare il freno a mano e bloccare tutto, scenderei e me ne andrei, dove non lo so, ma di certo passerei da te prima di sparire per sempre.
E così me ne andai, ricordandole per l’ultima volta quanto fosse speciale per me, e non ci vedemmo più dopo quel caffè, o perlomeno decisi di non vederla più. Ormai la sua anima fu rubata, ed io … io non feci altro che fare retromarcia e andare via, l’ennesima volta, ripercorrendo quelle curve, slittando per la velocità, la musica ancora suonava forte e di noi restava solo il fumo grigio della mia macchina, di noi restava solo la scia del vento che impattava contro l’auto, di noi restava il niente, il niente che mi lascio alle spalle ad ogni passo. ☺
