Migranti: accordo inumano
13 Aprile 2024
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Migranti: accordo inumano

Noi sottoscritti, ricercatori che lavoriamo sulla politica di migrazione e asilo dell’UE, esprimiamo la nostra profonda preoccupazione in relazione alla proposta di un regolamento sulla procedura di asilo (APR) su cui le istituzioni dell’UE hanno raggiunto un accordo il 20 dicembre 2023. Riteniamo l’introduzione di controlli di frontiera obbligatori pericolosa, disumana, irrealizzabile ed inefficace, e ci siamo fermamente opposti alla sua ratifica finale.
Siamo un gruppo di ricercatori che lavorano sulla migrazione e sulla politica di asilo dell’UE da diverse discipline, angolazioni e prospettive teoriche. Studiamo il modo in cui le politiche di migrazione e asilo dell’UE vengono concordate, trasposte nelle legislazioni degli Stati membri e implementate. Riflettiamo sulla loro efficacia nel garantire che migranti e rifugiati siano trattati con dignità e nel rispetto dei diritti umani che l’UE chiede di promuovere nella sua Carta dei diritti fondamentali. Forniamo consulenza su come modellare le politiche per garantire che le nostre società possano gestire la migrazione in modo equo e ordinato, con l’obiettivo di creare opportunità positive sia per i cittadini dell’UE che per quelli dei Paesi terzi che vivono nell’UE.
Molti di noi possono fare ricerca grazie ai finanziamenti forniti dalla Commissione Europea, come i programmi ‘Horizon Europe’ o ERC. Ciò ci consente di verificare se la politica di migrazione e asilo dell’UE è in grado di raggiungere questi obiettivi. Ci consente di fornire consulenza su come migliorare la politica di migrazione e asilo dell’UE a beneficio dell’intera società. Nonostante i finanziamenti dell’UE per la ricerca su come funzionano effettivamente la migrazione e le politiche migratorie, le nostre conoscenze e competenze sono troppo spesso trascurate dalle istituzioni europee.
I risultati della nostra ricerca, e persino un rapporto adottato dallo stesso Parlamento europeo, mostrano chiaramente che “la natura stessa delle procedure di frontiera rende molto difficile fornire garanzie procedurali complete” nella valutazione delle domande di asilo. Dimostrano che la detenzione e la privazione della libertà che queste procedure comportano hanno un grave impatto sui diritti fondamentali dei richiedenti asilo. I richiedenti le cui domande vengono valutate nelle procedure di frontiera non hanno sistematicamente accesso all’assistenza legale e ai mezzi di ricorso, nonché a un’adeguata assistenza sanitaria e psicologica. Le vittime di tortura e abusi sessuali e altri migranti con vulnerabilità invisibili vengono difficilmente identificati e quindi non ricevono il sostegno speciale di cui hanno bisogno.
Il trattenimento dei migranti alle frontiere, per valutare la “manifesta infondatezza” delle richieste, fa parte dell’agenda europea e della pratica degli Stati membri dalla fine degli anni ’80. Nonostante non abbia raggiunto l’obiettivo di ridurre i flussi, nel corso dei decenni, l’UE ha ulteriormente rafforzato e ampliato la portata di questa misura, spingendo i migranti verso rotte sempre più pericolose e portando alla creazione di campi e hotspot ai suoi confini più meridionali e oltre.
Infine, esperienze recenti come le procedure di frontiera accelerate sulle isole dell’Egeo nel contesto della dichiarazione UE-Turchia ci hanno insegnato che le procedure di frontiera non solo sono disumane e inefficaci, ma anche estremamente difficili da attuare nella pratica. Rappresentano un notevole onere economico e logistico per i Paesi di prima linea.
Sebbene tutti i precedenti meccanismi di solidarietà tra gli Stati membri dell’UE abbiano purtroppo fallito nel creare un sistema equo che distribuisca le responsabilità di protezione dei rifugiati in tutta l’UE, ci sono pochissime speranze che il nuovo sistema previsto dal Patto possa apportare qualche cambiamento in questo senso.
Sebbene questi risultati suggeriscano che l’uso delle procedure di frontiera dovrebbe essere fortemente scoraggiato, l’APR le rende obbligatorie per alcune categorie di richiedenti asilo e ne generalizza l’uso. Ci aspettiamo che, se dovesse essere adottato, l’APR si tradurrà in una maggiore sofferenza umana, non sarà efficace nella gestione dei flussi in entrata e imporrà un onere più pesante sulle spalle dei Paesi confinanti.
Per questi motivi invitiamo il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE a rivedere le loro posizioni e ad astenersi dall’adottare l’APR. Chiediamo agli Stati membri dell’UE di adottare risposte più umane alla questione della migrazione, promuovendo percorsi sicuri per le persone bisognose di protezione e salvaguardando i diritti dei richiedenti asilo e dei migranti in linea con il diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati.☺
Accademici d’Europa
 Adista Documenti n. 9 del 09/03/2024

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