
Minacce nucleari
di Christiane Barckhausen-Canale
Credo che in tutti questi anni di collaborazione con la fonte non sono mai riuscita a presentare un mio articolo alla data richiesta, o prima di quella data. Il motivo è quasi sempre il fatto che comincio a scrivere, e dopo qualche ora non mi piace più il tema che avevo scelto, e ricomincio con un altro tema, e questo si può ripetere anche parecchie volte.
Anche oggi sono in ritardo. Ma questa volta le circostanze sono diverse. Avevo quasi finito il mio contributo la sera del 20 settembre, data limite fissata da don Antonio. Mi mancava solo una frase, o poche frasi, per finire. Siccome era già notte, avevo deciso di aspettare la mattina per completare il lavoro. Ma la mattina del 21, tutto era cambiato. Il presidente russo aveva annunziato la mobilitazione parziale, e questo significava una durata incalcolabile della guerra contro l’ Ucraina, e non solo questo, perché con il referendum previsto in diverse regioni occupate dai russi sull’incorporazione di questi territori nella Federazione russa si apriva la strada verso una catastrofe indescrivibile: un solo missile ucraino, che colpisce uno di questi territori, può scatenare una risposta con armi nucleari da parte della Russia, “giustificata” con la necessità di difendere il territorio della Federazione stessa.
Tutti voi che leggete queste parole conoscete la reazione del mondo occidentale a quella dichiarazione di Putin, avete sentito o letto quello che hanno detto i leader riuniti nel palazzo delle Nazione Unite, da Biden a Macron, da Draghi a Bolsonaro. Ancora non ha parlato la nuova premier britannica, Liz Truss, ed è il suo discorso davanti all’ assemblea dell’ONU che aspetto con maggiore curiosità, e vi voglio spiegare il motivo.
Per molte ragioni mi interessano le donne che entrano in politica ed arrivano a posti importantissimi, come capi di stato, capi di governo o capi di un partito politico. Voglio sapere se una donna che decide il tipo di società nella quale vivono gli abitanti del suo paese prende decisioni differenti sull’ economia, sui diritti sociali e civili, sul cambiamento climatico e sulla giustizia. Cerco una risposta alla questione se le donne governano meglio che gli uomini.
Fino ad oggi, almeno nel mondo occidentale, non ne sono convinta. Non posso applaudire donne come la Thatcher, la May, la Merkel, solo perché sono donne. Non mi convincono le donne che governano in Finlandia e Svezia ed hanno chiesto di fare parte della NATO, in un momento nel quale questo passo regala argomenti a Putin, il presidente russo che cerca motivi per parlare della necessità della Russia di difendersi contro la NATO.
Ed adesso la signora Liz Truss, più guerrafondaia dei suoi colleghi maschi, incluso più guerrafondaia del suo predecessore Boris Johnson. Ed anche molto simile al presidente russo.
Più o meno due settimane fa, ancora nella fase della campagna elettorale dentro il suo partito per scegliere il nuovo premier, un giornalista le ha chiesto se, dovendo entrare nella stanzetta di Downing Street numero 10 dove si trova il bottone che scatena l’uso di una bomba nucleare, sarebbe pronta a premere quel maledetto bottone, lei ha risposto: “Questo è il dovere di uno capo di governo. Sì, sarei disposta. Sì”.
Poche parole. Cosi poche, che oggi, nessuno le ricorda. Parole sparite nella dimenticanza collettiva dei politici occidentali. Vediamo se, quando la signora Truss salirà sulla tribuna del palazzo dell’ONU, qualche politico rappresentante del “resto del mondo”, le farà ricordare le sue parole. ☺