oltre il dirupo   di Leo Leone
28 Ottobre 2012 Share

oltre il dirupo di Leo Leone

 

Viviamo una congiuntura storica inquinata in molti punti della nostra società e alla quale siamo ormai come rassegnati. I più recenti movimenti di resistenza provengono dai giovani e dagli operai che si vedono sottratto il diritto al lavoro per assicurare la sopravvivenza della famiglia. Chi sembra invece rassegnato alla lamentazione di antica marca improduttiva è la società adulta. Non si accorge ancora che i mali che attraversiamo ce li siamo in qualche modo procurati noi stessi.

In un recente libro una donna determinata, vogliosa di un mondo diverso, Julia Kristeva, denuncia che “tutte le nazioni europee sono diventate popoli paria, sono tutte costrette ad accettare con nuove spese la lotta per la libertà e l’uguaglianza dei diritti”. L’autrice riporta l’idea di un’altra donna, Hannah Arendt, grande talento e testimone delle angustie che pagano i popoli a causa di chi li governa, per poi chiedersi “se la politica abbia finalmente ancora un senso”.

In Italia viviamo una stagione che ci riporta a tempi passati, ma ricorrenti, di vassallaggio, feudalità, brigantaggio, basso impero… e giù a seguire. Ma tardiamo a compiere una onesta analisi delle cause che ci hanno portato a quella che un prete di frontiera, Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione “Libera”, etichetta come una società che attraversa una “fase di coma etico”. Da essa non se ne esce se ciascuno non si assume le proprie responsabilità. Ma dov’era il popolo quando la classe politica portava avanti programmi e azioni centrati sui propri interessi più che a sostegno del popolo, a partire dalle categorie più fragili e disagiate? Ma l’essere giunti ad un punto di crisi che oggi reclude a margine la scuola, la sanità, l’associazioni- smo e quanti promuovono cultura e azioni per sostenere i deboli e garantirne i diritti ben presenti nella Carta Costituzionale richiede che la società stessa, la cittadinanza attiva si faccia carico di assumersi responsabilità e adottare strategie per andare oltre il presente.

Perché non denunciare apertamente che questa società, facendo un esplicito riferimento al mondo degli adulti, deve farsi carico di responsabilità per quel che concerne i mali in cui la politica è incorsa? Perché non decidersi ad espellere dalla nostra vita di cittadini, genitori, educatori, gestori di negozi e di aziende i responsabili di comportamenti diffusamente cedevoli alla prassi del clientelismo dilagante, e non da oggi, per poi, magari, dichiararsi maestri di comportamenti etici con i figli e bofonchiare nei confronti dei giovani? Se li abbiamo cresciuti in questa cultura di assonanza con l’illegalità non possiamo prendercela con chi, in politica, se ne fa fruitore in prima persona, per poi ricavarne per primo sostanziosi interessi di cui si va cianciando oggi in tutte le strade, piazze e TV. Ma non lo ha favorito un popolo dormiente o ben coinvolto questo regime di cui oggi  pagano prezzi tanto elevati soprattutto i più deboli?

E poi occorre anche rilevare che un lungo silenzio di decenni ha consentito a questa classe politica di persistere in una logica in cui l’articolo primo della Costituzione viene da sempre calpestato. Ma dove mai si registra che “la sovranità appartiene al popolo…”;  oggi anzi siamo al punto estremo per cui negli ultimi anni il governo in Italia ha ancor più accantonato in un reclusorio privo di ascolto l’associazionismo di terzo settore che resta l’unico testimone che si affanna ancora, e con determinazione, a promuovere progetti e cultura della solidarietà e della sussidiarietà.

A proposito della sussidiarietà veniamo a scoprire che siamo tutti delusi oggi del sistema di articolazione del paese Italia in una serie di organismi ed enti che a partire dalle regioni si moltiplicano nelle tantissime agenzie che da esse dipendono e sono disseminate su tutto il territorio. E solo oggi ci si accorge che lo spreco di risorse di ogni tipo ha contribuito ad ottenere il raggiungimento dello stato di malessere diffuso che tutti ci investe di fronte alla indefinita serie di malefatte di politici che ci hanno addirittura portati a scoprire la loro connessione con le cosche della criminalità organizzata e la infinita serie di prebende e ruberie allo stato da cui hanno ricavato capitali e opportunità di sprechi vacanzieri che i nostri figli a scuola scoprono nelle storie di tempi andati da Nerone, Caligola che nominava senatore il proprio cavallo…

Per riprendere il messaggio della donna già citata che rilancia il bisogno di credere in un mondo cosparso di religioni che prefigurano la morte di Dio che si traduce in logiche di perfide persecuzioni tra di loro che a tutt’oggi dilagano in tanti continenti e che presentano “l’abisso più profondo della scissione”, è tempo di adoperarsi per ricostruire l’unione e la cooperazione volta alla semina di programmi volti al bene comune. Spetta al popolo farsi carico per recuperare la cultura di unità che portò nel dopoguerra le molteplici ed anche contrapposte ideologie che si tradussero nell’intesa tra diversi che ebbe il merito di stendere la Costituzione nel nostro Paese ma che ad oggi resta un ricordo nostalgico che non si traduce in concrete prassi per porre fine alla frammentazione diffusa che in Italia contrassegna l’intero mondo della politica ripiegato sull’interesse di soggetti e di caste che hanno fornito negli ultimi tempi chiari segni di ripiegamento su strategie e programmi volti all’utile proprio.

La società adulta si converta e recuperi una storia che in altri tempi ha fornito testimonianze di generazioni giovanili che suscitarono fermenti rivoluzionari e anche pacifica rivoluzione culturale. Occorre ora ricostituire l’unione e fornire modelli di comportamenti fondati sull’etica e la legalità.☺

 le.leone@tiscali.it

 

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