ostilità
20 Febbraio 2010 Share

ostilità

Cari quattro o due lettori,

(erano tanti quelli di Manzoni?) lo so… lo so cosa direte nel leggere le prime righe di questo intervento: populismo, qualunquismo, giornalettismo da strapazzo.

Eh va bene accetto le critiche. Inizio…

 Come si può accettare di vedere un viso insanguinato… con lo sguardo vitreo e fisso di chi si sente improvvisamente… offeso, caduto dalla sua invulnerabilità, come si può dico accettare questa violenza su un essere umano senza riandare con la mente al viso, alla faccia di Stefano Cucchi, martirizzato? fano c enza su un essere umano Sangue, qui, non ne abbiamo visto, ma ci deve essere stato (mi è già arrivata la prima vocina di commento: ma Lui è il presidente del consiglio, Stefano era uno qualunque!). Ma è proprio così? Non abbiamo in democrazia tutti gli stessi diritti all’inviolabilità del corpo e della mente?

Bisogna abbassare i toni, dicono, altrimenti lo scontro politico e quello mediatico comprometteranno la vita democratica. Ma intanto in Parlamento Fabrizio Cicchitto e, in Rai, Bruno Vespa eliminano ogni differenza tra la critica legittima e l'aggressione violenta. I toni, gli argomenti che si ascoltano hanno molto in comune a una caccia alle streghe.

 La violenza e l'intolleranza di queste ore smascherano l'ipocrisia dei falsi pacificatori e ripropongono una politica che si alimenta non di unità, ma di divisione; non di ordine, ma di disordine. Lungo queste continue "linee di frattura" che di volta in volta individuano un "nemico" (quanti ne possiamo contare dall'inizio della legislatura, dai "negri", ai "froci", ai "fannulloni"?), si rafforza un progetto politico che pretende di esercitare la sovranità senza limiti, in nome del "potere costituente del popolo", con una "decisione" che lascia indistinto il diritto e l'arbitrio, l'eccezione e la regola. Il sentire comune è diverso. Riporto alcune considerazioni di utenti di Facebook: considerazioni riferite anche da Adriano Sofri nella rubrica su la repubblica.

 Mirna: “E soprattutto… ora ne facciamo un martire”. Caterina: “Ma per voi esiste solo la violenza fisica? e quella psicologica, mediatica e politica che subiamo tutti i giorni dal berlusca & co.? io dico "bravo, l'hai fatto anche per me!" Giuseppe: “A me berlusca sta sul c… ma nella foto si vede un anziano con la faccia piena di sangue…” Giovanni: “Sai, tra discorsi fuori onda, predellino, e attacco continuo ai magistrati, mi riesce difficile non pensare a un colpo di mano. Una montatura mediatica…” Varii: “Però che mira!” Varii: “Chi semina vento raccoglie tempesta…” Alberto: “E la tempesta sta arrivando! Per qualcuno è più grave il gesto di un esasperato del florilegio di insulti che il capo del governo ha dispensato a chiunque abbia osato contraddirlo… Stiamo andando verso lo scontro e il primo responsabile è Berlusconi.” Roberto: “Quel po' di sangue sulla faccia di un uomo cattivo e impunito. Pensavo tra le altre cose al fiume di sangue (tante ragazze) al G8 di Genova. A loro quel sangue non ha dato fastidio”. Serena: “Berlusconi si è lasciato disumanizzare: l'altra faccia della medaglia del delirio di grandezza. Corrisponde alla sua immagine, che è vincente perché è la più replicata. Quel gesto ha infranto la sua immagine, e di ciò non c'era che da esultare. Quanto all'uomo…” Piero: “Purtroppo la prepotenza e la malafede dimostrate da B stesso, dai suoi alleati e dai responsabili dei suoi media è atta ad accendere sentimenti di odio in coloro che vedono il loro paese sottoposto a un lento saccheggio e a un terribile imbarbarimento morale. Certo, in questo anche devono mostrarsi diversi dai loro avversari, nel fatto che nonostante tutto li rispettano. Però non sono di ferro, e l'odio gli può succedere di provarlo”. Beatrice: “Io onestamente d'impatto mi son fatta una ricca risata… non riesco a provare pietà per chi difende solo se stesso e calpesta i diritti altrui. Cosa pensi avrà provato il cassaintegrato umiliato, il clandestino che non sa dove sbattere la testa?” Marie: “Oggi ne parlavo con mia mamma, a mia sorella faceva pena Corona, a lei Berlusconi e io sto cercando di dispiacermi per qualcuno per non sembrare insensibile!”

Sofri: “Penso che la vita pubblica sia compromessa dall'invadenza di una figura come quella di B. – e, peggiore di lui, della sua corte – che non fa che occuparsi dei propri personali interessi, patrimonio e vanità, e ignora tutto ciò che mi sta a cuore, gente che ha fame, gente che lotta per la libertà, gente insultata per nascita. Ma B. sta lì perché gli italiani l'hanno votato e perché i suoi avversari hanno fatto una pessima figura. Conto, con molto scetticismo, che gli italiani non lo votino più e i suoi avversari sappiano essere più intelligenti e dignitosi. Ridetto questo sto dalla parte di una faccia rotta. Diventa il mio prossimo. Ho visto tante facce fratturate e sfregiate, spesso appartenevano a "infami" e "pedofili" e alle peggiori categorie di disgraziati, e mi sarei vergognato se non mi fossi buttato nella mischia a proteggerli. B. non è "un infame" o "un pedofilo", è oggi il capo del governo italiano, secondo le regole vigenti: considero cattive le regole, ma devo rispettarne il risultato, salvo riuscire a cambiare le regole o rovesciare il risultato”.

Da ultimo riprendo alcune riflessioni per il futuro, spero:

“La stessa nostra esperienza, prima ancora di quella di altri paesi, ci richiama a tenere sempre presente la necessità di unire alla battaglia per le trasformazioni economiche e sociali quella per il rinnovamento di tutti gli organi e i poteri dello Stato. L’impegno in questa direzione deve tradursi in una duplice attività: quella diretta a far sì che in tutti i corpi dello Stato e in coloro che vi lavorano penetrino e si affermino sempre più estesamente orientamenti ispirati a una cosciente fedeltà e lealtà alla Costituzione e sentimenti di intimo legame con il popolo; e quella diretta a promuovere misure e provvedimenti concreti di democratizzazione nell’organizzazione e nella vita della magistratura, dei corpi armati e di tutti gli apparati dello Stato. Quest’azione può contribuire in misura assai rilevante a far sì che il processo di trasformazione democratica della società non prenda indirizzi unilaterali e non determini uno squilibrio tra settori che vengono investiti da questi processi e altri che ne vengono lasciati fuori o che vengono respinti in posizioni di ostilità: rischio, questo, gravissimo e che può divenire fatale” (il corsivo è della scrivente) Enrico Berlinguer, Rinascita 5 ottobre 1973. ☺ ninive@aliceposta.it

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